Si è tenuto nella splendida cornice del Castello di Poppiano del Conte Guicciardini il convegno “Il futuro dell’agricoltura: produrre cibo di qualità e in quantità e promuovere la filiera agroalimentare italiana” organizzato da Syngenta, unico gruppo mondiale interamente dedicato all’agricoltura. Sono intervenuti esponenti del mondo politico, tra cui il viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero, accademici, associazioni di categoria e rappresentanti dell’industria agroalimentare italiana.

Il ruolo delle istituzioni nell’affrontare le sfide del contesto agricolo italiano tra produzioni di qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità è stato affrontato da Romano Marabelli, segretario generale, ministero della Salute; Gabriella Pecorini, direzione generale per la Politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese, ministero dello Sviluppo economico; e da Aldo Di Biagio, vicepresidente della 13a Commissione permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali del Senato.

Sette impegni concreti per un’agricoltura intensiva sostenibile
Il convegno è stato inoltre un’occasione per discutere sulle prospettive del settore agricolo concentrandosi su aspetti quali la qualità delle produzioni, le specificità della filiera italiana e un’agricoltura intensiva sostenibile che rispetti il patrimonio ambientale e paesaggistico del nostro Paese.
Tutte tematiche care a Syngenta che nel corso del convegno ha presentato The Good Growth Plan – Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura, un piano concreto che, attraverso obiettivi misurabili da raggiungere entro il 2020, vuole contribuire a contrastare la scarsità di risorse naturali e a produrre cibo di qualità e in quantità adeguata a soddisfare i fabbisogni locali e quelli crescenti relativi all’export, attraverso un radicale cambiamento della produttività agricola, tutto nel rispetto dell’ambiente (SCARICA IL PROGETTO "The Good Growth Plan").

Luigi Radaelli, amministratore delegato di Syngenta Italia, ha dichiarato: “Siamo sempre stati consapevoli del fatto che il nostro business può crescere soltanto garantendo un'agricoltura sostenibile. Cerchiamo continuamente di trasferire questa consapevolezza nell’attenzione che rivolgiamo alla terra, alla tecnologia e alle persone ed è arrivato il momento di aumentare il livello del nostro contributo".
In Italia, Syngenta intende portare avanti gli impegni di The Good Growth Plan attraverso progetti che si focalizzano sulla salvaguardia della qualità delle produzioni, sulla promozione di un’agricoltura intensiva sostenibile e sulla valorizzazione di quelle caratteristiche delle filiere agroalimentari italiane che hanno reso il “Made in Italy” famoso nel mondo.

Grano Armando, solo grano italiano
Al convegno sono stati presentati due dei sette progetti che Syngenta sta portando avanti in Italia con i propri partner.
Marco De Matteis, amministratore delegato di De Matteis Agroalimentare, ha parlato di Grano Armando, primo brand premium di pasta ad alto contenuto proteico che utilizza solo grano italiano grazie a un patto di filiera tra il pastificio, che acquista la materia prima a un prezzo garantito, e gli agricoltori, che producono grano duro di altissima qualità coltivando specifiche varietà selezionate da Coseme e seguendo il disciplinare di coltivazione sviluppato da Syngenta. In pochi anni, il progetto è arrivato a coinvolgere 1.000 agricoltori, dimostrando come patti di filiera tra agricoltori e trasformatori possano rappresentare un valido modello di sviluppo territoriale e sociale per l’industria agroalimentare italiana.

Operation Pollinator
Tiziano Gardi, professore aggregato Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali all’Università degli Studi di Perugia, ha presentato invece Operation Pollinator, un progetto di gestione multifunzionale del territorio, che coltivando con essenze specifiche le aree poco produttive delle aziende agricole quali i bordi campo, mira ad aumentare le popolazioni di insetti impollinatori, uccelli e piccoli mammiferi e limitare fenomeni quali l’erosione dei suoli, oltre che rappresentare una barriera di protezione per i corsi d’acqua.
Oggi Operation Pollinator è presente in 14 Regioni italiane e in alcune di esse si inserisce nell’ambito di misure agroambientali che sono finanziate dal Piano di Sviluppo rurale. E’ intervenuto sul tema della gestione multifunzionale del territorio anche Gianni Fava, Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, presentando il modello lombardo e il ruolo dell’istituzione a sostegno dell’agricoltura. Secondo l’assessore, occorre sostenere il comparto agricolo e accompagnarlo in un percorso di crescita, che passa anche dalle politiche legate a ricerca e sviluppo. “Iniziative come quella organizzata oggi da Syngenta possono favorire la collaborazione fra il pubblico e il privato, a vantaggio di una concreta innovazione del sistema agricolo e agroalimentare. Dobbiamo però tenere presente che il pubblico non si sostituisce al privato, ma può affiancare le imprese in un percorso di verticalizzazione della filiera, in modo da favorire il ritorno della redditività, ormai quasi di appannaggio esclusivo della grande distribuzione. E forse non è sbagliata la soluzione adottata in Germania, che ha favorito la nascita degli accordi fra produttori e grande distribuzione”.


Aldo Di Biagio, vicepresidente della 13a Commissione Permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali del Senato, ha dichiarato: “L’Italia ha fatto della qualità una conditio irrinunciabile della competitività agricola, che deve tener conto della necessità di incrementare la produttività agricola da un lato e della tutela ambientale dall’altro, esigenze entrambe integrate in un progetto come Operation Pollinator. Il legislatore ha un ruolo chiave nel creare un contesto favorevole a queste pratiche. In queste ore è in trattazione al Senato un provvedimento in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore, il quale dispone, tra le altre cose, l’introduzione di un marchio per il Made in Italy agroalimentare, unitamente al riconoscimento di credito di imposta per le aziende che investono in infrastrutture distributive all’estero per i prodotti italiani. Molto può ancora essere fatto e riteniamo che Expo 2015 creerà nuove opportunità di scambio e di crescita su tematiche legate all’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente”.

 

Il viceministro dell'Agricoltura Andrea Olivero

Le sfide in vista di Expo 2015
Il viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero ha concluso il convegno con queste parole: “Le sfide di cui abbiamo parlato qui oggi, tra cui quella di nutrire una popolazione mondiale in crescita esponenziale, sono fondamentali anche in vista di Expo 2015. Questa sfida va affrontata lavorando insieme in una filiera che metta tutti i soggetti – produttori e trasformatori - nelle condizioni di vedere riconosciuti i propri interessi e costruita attorno all’obiettivo della qualità. Nel caso del grano duro si è ricercato questo equilibrio con il rafforzamento di un marchio riconoscibile. Con la presidenza italiana, a partire dal mese prossimo noi ci batteremo non solo per il Made in Italy, ma per il “Made in” perché crediamo che tra i diritti dei cittadini ci debba essere anche quello della tracciabilità del prodotto. Quello che il “Made in” rivendica è  il diritto di tutti i popoli alla loro alimentazione, che conserva non solo l’agro biodiversità ma la diversità connessa alle tradizioni culturali e questa riteniamo che sia la strada giusta per garantire l’accesso a un’alimentazione dignitosa per tutti”.

E’ intervenuta, infine, Marina Malenchini, presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini, promotore del Progetto “Parco Cicloturistico Colli Fiorentini” sviluppato in collaborazione con il Touring e supportato da Syngenta. Il progetto sottolinea il ruolo multifunzionale dell’agricoltura nella valorizzazione del territorio.