Intensificare i controlli, adeguare la legislazione internazionale e regolamentare l'e-commerce.
Queste, in sintesi, le strategie proposte dalle organizzazioni agricole in occasione degli "Stati generali della lotta alla contraffazione", indetti dal Consiglio nazionale anticontraffazione che si sono svolti a Palazzo delle Stelline a Milano lunedì 19 novembre.
La contraffazione ruba al Paese oltre 5 miliardi di valore aggiunto
"Oltre 5 miliardi di euro di valore aggiunto: è quanto la contraffazione sottrae al Paese con un impatto negativo sul Pil, prima di tutto quello agroalimentare". Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori. "A finire nel mirino dei falsi sono - spiega la Cia - i prodotti di qualità regolamentata, Dop e Igp e il biologico: quelli che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza".
"Non si deve abbassare la guardia - aggiunge la Cia -, è necessario intensificare la rete dei controlli e inasprire le sanzioni. C’è bisogno di una task-force in ambito Ue per contrastare le falsificazioni alimentari e di un’azione più decisa da parte dell’Europa nel negoziato Wto per la difesa delle denominazioni".
Agroalimentare: 1,1 miliardi di danni
Confagricoltura Milano–Lodi, calcola in 1,1 miliardi il danno all'agroalimentare e la perdita di oltre 40 mila posti di lavoro.
"Un'aggressione alle produzioni italiane che crea una perdita economica e d’immagine enorme - per il delegato per l’Expo e presidente di Confagricoltura Milano–Lodi, Antonio Boselli - E' un fortissimo attacco al sistema agricolo e all'agribusiness che rappresentano oltre il 15% del Pil del Paese e garantiscono più del 10% dell’occupazione nazionale”.
“Non esiste ancora una legislazione efficace in campo internazionale", ha ricordato Boselli. Fondamentale sarà il previsto organismo europeo per la lotta all’agropirateria; è necessario, secondo l'Organizzazione, anche un intervento in sede Wto, World trade organization, per tutelare il sistema comunitario delle indicazioni geografiche, degli standard tecnici in campo ambientale e sociale.
Stop immediato al wine kit sul mercato europeo
"Occorre fermare la vendita su Amazon dei kit che promettono di ottenere vini pregiati in pochi giorni facendo ricorso alle polverine, con grave danno per le Doc italiane".
E’ quanto chiede Coldiretti che aggiunge: "A prezzi variabili tra gli 80 e i 40 dollari si possono acquistare kit per produrre bottiglie di vino spacciato per le più prestigiose Doc italiane come il Barolo, Valpolicella, Montepulciano, Verdicchio, Chianti, Gewurztraminer oppure con nomi che evocano il made in Italy come il Tuscany rosso o improbabili miscugli come il Frascati al cocco (white coconut frascati)". "Il fenomeno va fermato con il ritiro immediato dei wine kit dal mercato comunitario, ma anche introducendo regole anti-contraffazione nel mondo dell’e-commerce per tutelare i prodotti made in Italy".
La Coldiretti stima che nei Paesi dell’Unione europea almeno venti milioni di bottiglie di pseudo vino vengano ottenute attraverso wine kit prodotti in Canada e in Svezia.
"Nel Paese scandinavo – riferisce la Coldiretti - è stata scoperta una fabbrica che, a Lindome, produce e distribuisce oltre 140mila wine kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie. I wine kit della società Vinland vengono venduti con i marchi Cantina e Doc’s che fanno esplicito riferimento alla produzione italiana, ma anche ad un marchio di qualità tutelato dall’Unione europea".
Il vice presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento svedese, Bengt-Anders Johansson, si è impegnato a intervenire, così come la Commissione europea che ha precisato: “I prodotti in questione non possono essere commercializzati come Dop o Igp e nemmeno attraverso una semplice evocazione del nome. Gli Stati membri devono adottare i provvedimenti necessari a prevenire l’uso illecito del nome di una Dop o di una Igp ritirando dal mercato tali prodotti”.
Un italiano su due compra contraffatto
Il 52 per cento degli italiani acquista prodotti contraffatti, soprattutto capi d'abbigliamento e accessori taroccati delle grandi firme della moda. E’ quanto emerge dai risultati di un sondaggio on-line del sito www.coldiretti.it. Tra gli articoli contraffatti che tentano gli italiani ci sono anche - sottolinea la Coldiretti - gli oggetti tecnologici i ricambi meccanici mentre c’è una grande diffidenza nei confronti di medicinali e cosmetici, giocattoli e alimentari (1 per cento).
Il mercato del falso in Italia fattura 6,9 miliardi di euro secondo la ricerca del ministero dello Sviluppo economico con il Censis. "Nel caso degli alimentari, spesso a differenza degli altri prodotti, la vendita di prodotti taroccati avviene - precisa la Coldiretti - all’insaputa dell’acquirente ed è per questo ancora più grave". Le frodi a tavola si moltiplicano nel tempo della crisi: "Si fondano sull'inganno nei confronti di quanti- continua Coldiretti-, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti: oltre un certo limite si mette a rischio la salute".
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Fonte: Agronotizie