A volte non facciamo caso alla varietà di piante che ci circondano: sulla Terra ne esistono oltre 250.000 specie e per continuare ad ammirare la loro bellezza e trarre da loro benefici, oltre che per tutelare il territorio e contribuire a combattere la fame nel mondo, studiosi di tutto il mondo si dedicano alla ricerca di base e applicata sulle piante. Così nasce il primo 'Fascination of Plants Day', lanciato dall'Organizzazione europea delle scienze delle piante, Epso: una giornata interamente dedicata alle piante, venerdì 18 maggio, che vedrà una disseminazione virtuale planetaria di iniziative informative e dimostrative indirizzate a coinvolgere il maggior numero di persone.
L'evento si propone, appunto, di far conoscere queste attività, i loro protagonisti e i loro risultati per diffondere la consapevolezza che la scienza delle piante ha un valore fondamentale per la società, l'ambiente e l'economia. Il 'Fascination of Plants Day' ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano ed è sponsorizzata dall'Università degli Studi di Milano, dal Consiglio nazionale delle ricerche, dalla Fondazione Cariplo, da Nestlé e Syngenta.
Un'iniziativa mondiale
In gran parte delle città europee, ma anche in Australia, Nuova Zelanda, Cina e Giappone, più di 60 istituzioni scientifiche, università, centri di ricerca, uniti ad agricoltori e imprese, apriranno al pubblico orti botanici, serre sperimentali, laboratori e musei, per far incontrare la bellezza del mondo vegetale e illustrare quanto si sta facendo in biologia vegetale, agricoltura, orticoltura, giardinaggio, selvicoltura per aumentare la produzione di cibo, migliorare la qualità degli alimenti, ma anche incrementare la quantità e qualità dei prodotti vegetali per uso industriale, farmaceutico, energetico e ambientale. L'iniziativa vuole alimentare il dialogo fra ricercatori e cittadini, illustrando come la nostra vita sia legata all'esistenza delle piante ed evidenziando il valore della ricerca nel settore della biologia vegetale.
A Milano, i ricercatori dell'Università degli Studi e del Consiglio nazionale delle ricerche hanno costituito un gruppo di lavoro per l'organizzazione di diverse iniziative, che si svolgeranno nella settimana dal 14 al 20 maggio.
Importazione di materie prime vegetali del 50%
Le produzioni agroalimentari e agroindustriali italiane dipendono per oltre il 50% dall'importazione di materie prime vegetali dall'estero. Un 'gap' che è ulteriormente allargato dal modesto investimento in Ricerca del nostro Paese, pari all'1% del Pil, che colloca l'Italia al di sotto della media europea (1,93%). Sono i dati che fotografano il ritardo che l'economia nazionale sta accumulando nei confronti del mondo dell'agricoltura e delle piante. In Italia l'agricoltura avrà un ruolo di crescente importanza, soprattutto considerando che importiamo circa il 50% della materia prima vegetale utilizzata nelle filiere agroalimentare ed agroindustriale, per la produzione di cibo destinato agli uomini e agli animali, ma anche per i preziosi prodotti non alimentari che provengono dalle piante come carta, legno, composti chimici, energia e farmaci.
"Per diminuire questa dipendenza dalle importazioni e per alleviare la spesa per l'alimentazione, pari al 19% del bilancio delle famiglie italiane, è indispensabile investire in ricerca ed innovazione - spiega Roberto Tuberosa, coordinatore scientifico di It-Plants e professore ordinario di Genetica agraria dell'Università di Bologna - per aumentare la produttività delle principali colture e per valorizzare le peculiarità e la qualità dei prodotti alla base del successo del 'made in Italy' agroalimentare". In gioco c'è anche la crescita del Paese e nuove possibilità per uscire fuori dalla crisi economica. "La ricerca e l'innovazione potranno inoltre accrescere la redditività delle aziende agricole incoraggiando i giovani - conclude Tuberosa - ad inserirsi in un comparto che conta 850.000 addetti e vale 27,8 miliardi di euro in cui la crescente competitività a livello internazionale assottiglia sempre più i margini produttivi".
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