Riforma Pac, gestione delle crisi nell’ortofrutta, ma anche Ogm e quote latte: tanti gli argomenti emersi dal passaggio del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, a Bruxelles per la due giorni del Consiglio Agricoltura.

 

Ortofrutta, la Commissione europea si impegna a migliorare gli strumenti di gestione

La Commissione europea studierà interventi immediati per migliorare la risposta alle crisi nel settore dell’ortofrutta. Dietro pressione di un fronte di Paesi mediterranei produttori (oltre all’Italia: Francia, Spagna, Grecia e Portogallo), il Commissario all’agricoltura, Dacian Cioloş, ha confermato che è pronto a rivedere le regole e gli strumenti che si usano in caso di eventi eccezionali, di tipo climatico e sanitario.
Non solo: sarà anche anticipata una modifica del regolamento prevista a fine anno e invece presentata già a maggio, affinché le nuove regole siano operative dal 2014.

Tra i cambiamenti più significativi, quello circa l’ammontare che gli agricoltori ricevono per il ritiro della produzione in eccesso.
“Il sistema di ritiro del prodotto da parte delle Organizzazioni dei produttori – ha spiegato Catania - può funzionare se il prezzo di ritiro è ragionevolmente rappresentativo della realtà economica, altrimenti il meccanismo crolla in partenza”. Attualmente, il prezzo di riferimento per le merci agroalimentari è troppo basso: c’è bisogno di un aggiornamento che tenga in conto l’evoluzione dei costi negli ultimi anni.

Troppo presto, però, per prevedere l’ampiezza e la portata delle modifiche: poiché rappresentano un aumento di spesa per l’esecutivo di Bruxelles, il responsabile europeo all’Agricoltura dovrà prima vedersela con i propri colleghi all’interno del Collegio dei commissari. Anche le quantità di prodotto ritirabili dalle organizzazioni dei produttori potrebbero essere oggetto di modifica.

 

Riforma Pac, niente criterio della superficie per lo sviluppo rurale, ma il negoziato resta difficile

L’apertura della Commissione europea di non applicare il criterio della superficie per ripartire i fondi dello sviluppo rurale (il cosiddetto secondo pilastro della Pac, è già una vittoria per l’Italia.
Ad affermarlo, il ministro Mario Catania, che prevede però un “negoziato difficile” per quanto riguarda il primo pilastro, ovvero gli aiuti diretti agli agricoltori per sostenere il loro reddito.
La riforma della Pac, infatti, sta andando verso l’imposizione di un criterio unico per assegnare la dotazione finanziaria tra i diversi Paesi europei: quello della superficie coltivata. Per l’Italia e gli altri Paesi in cui si coltiva in spazi ristretti, ma con un’alta produttività, si tratta di un metodo penalizzante.

“Abbiamo ribadito con forza che bisogna tenere in conto non solo la superficie, ma anche il valore della produzione", ha rimarcato Catania. I Paesi che la pensano così, però, sono una minoranza: con l’Italia, anche Olanda, Belgio, Slovenia e in parte la Danimarca. Sarà difficile, quindi, far ascoltare queste voci che restano minoritarie in sede di Consiglio Ue, anche se il governo ha promesso battaglia.

Un punto a favore, però, è stato registrato sul versante dei Programmi comunitari per la promozione dello sviluppo rurale: nonostante la maggior parte degli Stati membri sia a favore del principio della superficie anche in questo settore, la Commissione si è detta contraria. E la sua posizione è essenziale, visto che questa decisione è prerogativa dell’esecutivo di Bruxelles, che comunque si esprimerà definitivamente solo quando sarà stato deciso il budget pluriennale 2014-2020.

 

Quote latte, appello al buon senso dei produttori per evitare le multe

Le cifre di produzione di latte di questi ultimi giorni non sono ancora note, ma c’è preoccupazione che si sforino le quote assegnate al Paese dall’Unione europea, con conseguente pagamento di multe. La campagna 2011-2012 si chiude il 31 marzo: in questi pochi giorni cruciali basterebbe un rallentamento minimo della produzione per evitare il cosiddetto “splafonamento” e quindi le sanzioni.
L’invito in questo senso agli allevatori era già arrivato a inizio mese, ed è stato ribadito dal ministro Catania a Bruxelles: “Speriamo nel buon senso dei produttori, in modo da evitare l'ennesimo grave problema in questa storia infinita”.
Anche perché, come ha spiegato il titolare del dicastero, la legge Zaia del 2009 ha reso le sanzioni immediatamente applicabili, anche se si produce appena sopra il limite delle quantità previste.
Chi sfora oltre il 6%, infatti, non può usufruire delle compensazioni, ovvero del meccanismo di bilanciamento con chi produce meno latte di quanto gli è concesso.

 

Ogm, nessuna dissonanza nel governo

Bruxelles è stata anche la sede, per il ministro, per chiarire la posizione italiana sugli Organismi geneticamente modificati, dopo le dichiarazioni della scorsa settimana del collega responsabile dell’Ambiente, Corrado Clini.
“Non c’è dissonanza all’interno del governo”, ha chiarito Catania, assicurando che la posizione condivisa è quella di negoziare un testo che dia più spazio di manovra ai singoli Stati membri nel decidere se coltivare o vietare queste colture su suolo nazionale.

La stragrande maggioranza di produttori e consumatori italiani sono contrari agli Ogm, ma dal punto di vista legale la situazione è poco chiara: "Non possiamo continuare a strattonare il quadro giuridico come abbiamo fatto finora, non possiamo resistere ancora altri 20 anni con questa guerriglia procedurale – ha spiegato il ministro -: tutto da guadagnare, dunque, se matura un quadro giuridico che dia più spazio alle nostre posizioni".
E permetta, dunque, di bandire gli ogm in maniera più semplice.

Se la strategia del governo sulla linea da tenere nel negoziato europeo è chiara, “le posizioni espresse a livello personale possono differire”, ha detto ancora Catania, riferendosi ad un’intervista in cui Clini si diceva favorevole agli Organismi Gmi.
“Io la penso diversamente da lui, ma non su tutto – ha concluso –: Clini ha ragione quando dice che la ricerca in questo settore deve continuare”.