Finanziato dalla Regione Lombardia, nell'ambito del Fondo per la promozione di accordi istituzionali, e coordinato dal Dipartimento di Produzione vegetale dell'Università degli Studi di Milano, è stato presetanto a Milano il progetto di ricerca e sviluppo Biogesteca, piattaforma di biotecnologie verdi e tecniche gestionali per un sistema agricolo ad elevata sostenibilità ambientale.

Il progetto conta sette partner e cento ricercatori.
Oltre a diversi Dipartimenti della Facoltà di Agraria di Milano, ne fanno parte il Parco tecnologico padano, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, l’Ente nazionale risi, la Fondazione Filarete e Agricola 2000 S.c.p.a.

Durante la prima giornata di presentazione, coordinata da Armando De Crinito, direttore Università e Ricerca della Regione Lombardia, sono stati definiti i contorni di Biogesteca che gode di un finanziamento per 5 milioni di euro. Di questi 2,5 sono messi a disposizione dalla Regione Lombardia e 2,5 provengono dal cofinanziamento dei beneficiari.

Vanno aggiunti 10 milioni di euro messi a disposizione dalla Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Lodi in qualità di ente cofinanziatore e la collaborazione di Comune e Provincia di Lodi, Coldiretti e Confagricoltura.

 

Finalità del progetto, come spiega Gian Attilio Sacchi dell'Università di Milano, coordinatore ufficiale del progetto coadiuvato da Giorgio Provolo docente della Facoltà di Agraria di Milano, è quello di “sviluppare un approccio integrato che adotti biotecnologie verdi per la definizione di strategie di gestione delle colture e del territorio agricolo a ridotto impatto ambientale, in combinazione con tecnologie per la riduzione degli imput e per l'utilizzazione dei riflui e dei residui con finalità energetiche e fertilizzanti”.

Lo schema di progetto, come spiega Sacchi, “pone al centro il sistema delle grandi produzioni vegetali del nostro territorio - mais, riso e frumento – valorizzandone la variabilità genetica secondo nuove logiche di low-imput. Attenzione viene posta anche alla razionalizzazione delle tecniche di irrigazione e comunque di tutte le agrotecniche in grado di ridurre gli imput immessi nel sistema e di recuperare i residui della lavorazione vegetale o degli allevamenti zootecnici a fini energetici o fertilizzanti”.

Carattere di unicità che contraddistingue Biogesteca è la capacità di aggregare le competenze superando i limiti del lavoro individuale e la polverizzazione che contraddistingue la ricerca nazionale. Biogesteca è dunque una spinta verso un modello di ricerca europea di condivisione e messa in rete dei saperi.

Per fare ciò il progetto si struttura in sette work packages collegati fra loro e a loro volta suddivisi in specifiche attività di ricerca.

Macroaree di azione dei work packages sono l’efficienza d’uso dei nutrienti minerali e la gestione degli apporti di fertilizzanti al suolo; lo sviluppo di sistemi di coltivazione a ridotto regime idrico; lo sviluppo di sistemi innovativi per la selezione di varietà ad elevata efficienza d’uso dell’acqua; la selezione di colture batteriche con attività biofertilizzante e lo sviluppo di sistemi di biocontrollo a basso impatto ambientale; l’esplorazione della variabilità genetica e delle scelte varietali; l'utilizzo dei reflui e residui per la produzione di energia e fertilizzanti e, infine, la valutazione tecnica economica ed ambientale delle innovazioni di progetto.