"Stavolta il maltempo colpisce il nord Italia e, per l'ennesima volta, siamo a piangere morti e contare i danni, scrutando il cielo. Da molte ore i lavoratori dei consorzi di bonifica sono impegnati, assieme alle altre realtà operanti sul territorio, a contenere le conseguenze di una situazione di grave crisi idrogeologica; abbiamo grande stima per l'opera della protezione civile, ma l'Italia non può permettersi di operare perennemente in emergenza. E' necessario investire nella prevenzione". 

A dichiararlo è Massimo Gargano, presidente dell'Anbi-Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni che, ancora nello scorso febbraio, presentò un piano pluriennale per la riduzione del rischio idrogeologico, che prevede 1365 interventi, perlopiù immediatamente cantierabili in tutte le regioni italiane, per un investimento complessivo di 4.183 milioni di euro da reperire anche attraverso una proiezione quindicennale dell'impegno di spesa, che potrebbe realizzarsi mediante mutui. 

Conclude Gargano: "Siamo tuttora in attesa di un cenno di disponibilità da parte del ministero dell'Ambiente. Noi continueremo a fare la nostra parte, ma ci appelliamo a governo e regioni, affinché si dia vita ad un programma di azioni concrete in grado di ridurre il sempre più grave rischio idrogeologico dando, alle comunità ed al territorio, quella sicurezza, elemento indispensabile allo sviluppo della vita sociale ed economica".

Legambiente: 'Con volontà politica si potrebbero mettere in sicurezza 600 comuni ogni anno'

"L'ennesima gravissima tragedia legata al maltempo e al dissesto idrogeologico ci impone di ragionare concretamente e rapidamente sugli effettivi interventi necessari a mettere in sicurezza il Paese e la popolazione che purtroppo, sempre più spesso, a causa dei fenomeni climatici estremi, saranno esposti al rischio", ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Più che continuare a pensare a quanto può costare una generica messa in sicurezza complessiva del Paese - ha aggiunto - bisognerebbe cominciare ad agire concretamente e utilizzare il famoso miliardo di euro stanziato dal ministero dell'Ambiente per mettere in sicurezza 600 comuni ogni anno".