È allarme lingua blu negli allevamenti italiani di ovini e bovini con centinaia di focolai e migliaia di animali morti a causa della malattia che sta dilagando in Sardegna, Piemonte, Lombardia e Calabria ma anche in altre aree del Paese, rendendo necessario l'avvio immediato di una campagna vaccinale per salvare le aziende.
A lanciare l'appello è la Coldiretti nel chiedere un impegno alle istituzioni per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie a tutelare la filiera zootecnica, proprio a partire dal reperimento dei vaccini, mentre alcune regioni hanno diffuso ordinanze con disposizione di sicurezza per limitare la corsa dei contagi.
In Sardegna, in particolare, fino a ieri, 10 settembre 2024, l'Osservatorio Epidemiologico Veterinario dell'Istituto Zooprofilattico della Sardegna ha censito 1.044 focolai di lingua blu. A preoccupare sono in particolare i 572 casi di infezione da sierotipo sconosciuto e i 354 casi da sierotipo 3: per i primi non è possibile stabilire la tipologia di vaccinazione per gli animali ancora sani, essendo la vaccinazione siero specifica, mentre per i secondi semplicemente non vi è un vaccino in commercio. Secondo il Centro Studi Agricoli della Sardegna, i danni agli allevamenti, tra diretti e indiretti, ammonterebbero già ad oltre 5 milioni di euro.
Diffusione della lingua blu in Sardegna tra le Asl, per numero di focolai e sierotipi
(Fonte: Istituto Zooprofilattico della Sardegna - Osservatorio Epidemiologico Veterinario, dati aggiornati al 10 settembre 2024)
Per Coldiretti "è indispensabile che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per arginare l'epidemia e sostenere le aziende colpite, al fine di evitare ulteriori danni economici e salvaguardare il futuro della pastorizia nell'isola". Ma è pesante anche la situazione in Piemonte e Lombardia, oltre che in Calabria.
In particolare, in Piemonte si contano non meno di 50 focolai, con l'infezione arrivata dalla Francia e il virus che è sconfinato anche in Lombardia, mentre è drammatica la situazione in Calabria, anche qui i focolai sono più di 50, e dove gli allevatori ovini sono in difficoltà. Vale la pena ricordare che al momento, secondo il Ministero della Salute, in Italia, solo la Regione Valle d'Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano sono considerati territori indenni da lingua blu.
Coldiretti Sardegna: "Regione inerte"
Intanto, in Sardegna, infuria la polemica verso le istituzioni regionali: "A fronte di mesi di appelli disperati da parte di Coldiretti Sardegna, gli assessorati regionali competenti continuano a rimanere inerti, aggravando una crisi che sta causando perdite ingenti non solo in termini di animali, ma anche di fatturato. Una inerzia che ha amplificato un problema che si sapeva sarebbe arrivato, anche per gli allarmi lanciati da molto tempo dall'associazione, ma su cui non è stato messo in campo nessun intervento" è scritto in una nota di Coldiretti Sardegna.
"È gravissimo che, nonostante mesi di appelli e solleciti, non siamo ancora stati incontrati dalla Regione. L'inerzia sugli interventi richiesti sta causando perdite devastanti per le aziende pastorali sarde. Di questo passo si stanno mettendo a serio rischio le aziende in vista della campagna latte e degli agnelli. Un durissimo colpo in un momento in cui il settore stava viaggiando a buoni livelli e che sarebbe devastante per i mercati del latte, delle carni e del formaggio", sottolineano Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna e Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna.
Confagricoltura Sardegna: "Chiediamo chiarezza"
"Vista la recrudescenza dell'epidemia della lingua blu che sta interessando gran parte dei territori della Sardegna, chiediamo la convocazione di un incontro urgente per conoscere le dimensioni del fenomeno e, in particolare, l'andamento e la diffusione del virus, quali sierotipi a oggi sono stati isolati, quanti allevamenti e capi coinvolti e quali sono i rischi e le prescrizioni per la movimentazione dei bovini e degli stessi ovini". Lo ha messo nero su bianco il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, in una lettera inviata il 4 settembre scorso agli assessori regionali sardi della Sanità, Armando Bartolazzi, e dell'Agricoltura, Gian Franco Satta.
Il presidente regionale dell'associazione di categoria agricola ha chiesto, inoltre, "di conoscere quale è a oggi l'andamento della profilassi vaccinale sui sierotipi 4 e 8 della blue tongue e quale strategia si intende mettere in atto per il controllo della diffusione del sierotipo 3", su cui non esistono vaccini idonei in disponibilità dei servizi veterinari regionali.
Sul piano delle conseguenze che il dilagare della malattia sta causando alle aziende, Mele ha osservato: "Poiché le segnalazioni che giungono dai territori evidenziano una variegata tipologia di danni, con prevalenza di quelli indiretti rispetto a quelli diretti, che hanno caratterizzato le precedenti ondate epidemiche, chiediamo all'assessore Satta se si stanno facendo le opportune valutazioni per l'adeguamento del regime di aiuti a sostegno delle aziende interessate".
Tra i danni, oltre alla morte dei capi che si raggiunge nei casi estremi del contagio, si segnala un aumento degli aborti nelle pecore ormai prossime alla stagione dei parti. Se questi danni venissero confermati da un approfondito report scientifico, le aziende ovicaprine avrebbero un doppio danno: la perdita dell'agnello e quindi quella della produzione del latte per il capo interessato nella stagione 2024-2025.