Il dibattito sulle quote latte, con il loro corredo di multe, si è riacceso dopo che una recente puntata del programma "Le Iene" è tornato ad occuparsi di questa tormentata vicenda.
Novità a dire il vero non ce ne sono, ma i 17 minuti che sul piccolo schermo ne hanno ripercorso a ritmo incalzante i punti chiave hanno sollevato molte domande alle quali non è semplice dare una risposta.
Soprattutto non è facile rispondere a quegli allevatori, magari non più in attività, che hanno ricevuto e ancora ricevono cartelle esattoriali per cifre importanti (a volte milioni di euro).
Tanti errori
Il "peccato originale" fu quello di comunicare a Bruxelles numeri inesatti sui quali calcolare i limiti produttivi da imporre all'Italia, errore che ha finito con il viziare l'attribuzione delle quote individuali, come più di una indagine giudiziaria ha confermato.
Più grave appare l'aver applicato le norme in modo errato.
Perché il criterio di attribuzione delle quote a ogni allevatore fu distorto da un meccanismo (la "compensazione") che esonerava dai vincoli produttivi alcune fasce di allevatori.
I giovani, ad esempio, o le aziende di montagna o in altre condizioni di "marginalità".
Ma alla fine le loro multe se le sono accollate le altre aziende, quelle "normali", spesso le più efficienti e produttive.
La sentenza europea
Meccanismo sbagliato ha sentenziato la Corte di Giustizia Europea già nel 2019, come riferito da AgroNotizie®.
Praticamente impossibile rimediare. Decenni di quote latte e di multe da ricalcolare, restituendo a chi ha pagato di più e bussando alle porte di piccole e marginali aziende, magari chiuse da tempo, per esigere ciò che a loro non fu chiesto a tempo debito.
Ma se i conti non sono corretti, perché pagare, si chiedono gli allevatori, che ancora oggi, dopo mille ricorsi, ricevono cartelle esattoriali e si vedono pignorati beni e conti correnti.
Ricorsi e rate
In qualche caso il ricorso è stato accolto, in altri si sono realizzate le condizioni per ottenerne la prescrizione (5 o 10 anni a seconda dei casi), in altri ancora il ricorso è stato rigettato e si ricomincia da capo. Le ultime vicende processuali le ha ricordate proprio AgroNotizie®.
Al riapparire delle cartelle esattoriali l'unica soluzione, quando il ricorso (comunque costoso) non è praticabile, sembra quella di chiedere la rateizzazione della multa.
È questa la possibilità introdotta lo scorso anno con il Decreto del 21 marzo 2022, poi trasformato in Legge nel maggio dello stesso anno, anche in questo caso anticipato da AgroNotizie®.
Per Roberto Cavaliere, presidente di Copagri Lombardia, la rateizzazione non risolve il problema di multe basate su errori di calcolo e di procedura e dunque per questo inesigibili.
Soluzione difficile
Come se ne esce? Cancellando le cartelle esattoriali, si potrebbe dire. Ma cosa rispondere a chi le multe le ha pagate e si sentirebbe ingiustamente penalizato?
Soluzioni facili, dunque, non ce ne sono.
Come non ci sono possibilità di ridare vita a migliaia di aziende da latte costrette alla chiusura, vittime di politiche agricole ignare del valore strategico della zootecnia e dell'agricoltura.
Cambiare si può ed è tempo di farlo.
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