Hanno un elevato livello di complessità quanto a composizione, come pure apportano un elevato numero di benefici alle colture. Sono i formulati a base di acidi umici e fulvici, impiegabili con profitto anche in orticoltura.
Acidi umici e fulvici: cosa sono
Trattasi di miscela complessa di diversi acidi organici contenenti gruppi carbossilici e fenolici, i quali danno vita a sostanze umiche suddivisibili appunto in due categorie principali, ovvero gli acidi umici e gli acidi fulvici, caratterizzati da una differente solubilità in acqua. Solubilità che varia al variare dei livelli di pH e che vede gli acidi fulvici più solubili degli umici. Una buona dotazione nel suolo di acidi umici e fulvici ne permette l'interazione con la matrice minerale, contribuendo a trattenere l'acqua e a legare ioni metallici.
Le soluzioni sul mercato
Classificati talvolta come concimi o come ammendanti, i prodotti attualmente disponibili possono derivare da origini diverse, come per esempio quelli liquidi ricavati da leonardite, mineraloide di colore tendenzialmente nero/marrone originatosi dell'ossidazione della lignite. Una sostanza naturale, quindi, ricca di acidi umici contenendone fino al 90%.
Alcuni formulati derivano invece da letame bovino ed equino, oppure bovino e avicolo. Sono formulati in forma solida, anche in pellet, e devono essere giocoforza impiegati al momento della preparazione dei letti di semina o di trapianto. Fra i plus di queste soluzioni rientra la capacità di migliorare i suoli oggetto di intensa coltivazione, arricchendoli di sostanza organica e migliorandone la fertilità chimico-fisica.
Il loro apporto arricchisce infine i suoli di una molteplicità di elementi utili alla loro biologia, anche favorendo l'ottimale struttura del terreno. Ciò migliora infatti l'aereazione, innalzando al contempo la capacità idrica. Tali effetti vanno ovviamente a beneficio di un miglior sviluppo radicale.
Solidi o liquidi: usi diversi
I formulati solidi vengono forniti tramite imballi di grandi dimensioni, per esempio in sacconi da 500 chilogrammi, avendo dosi di impiego in orticoltura per lo più comprese fra 8 e 20 quintali per ettaro a seconda del prodotto.
Altri formulati, come detto, sono invece di tipo liquido e mostrano una solubilità in acqua confacente anche agli usi tramite fertirrigazione e persino tramite applicazioni fogliari. Ancora, possono essere impiegati per il trattamento dei contenitori alveolati nella fase di pre trapianto. Grazie a tale flessibilità di impiego, i formulati liquidi mostrano momenti differenti in cui possono essere utilizzati, come pure hanno dosi di impiego molto più contenute.
Le loro applicazioni fogliari, a dosi di 1-2 litri per ettaro, possono accompagnare le colture fino alla fioritura, riprendendo poi dall'allegagione fino all'ingrossamento dei frutti. Analogamente, si possono ripetere periodiche applicazioni anche tramite fertirrigazione, a dosi di 10-15 litri per ettaro, dal post-trapianto per tutto il ciclo produttivo.
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Fonte: AgroNotizie