Intorno alle 12:00 di ieri, 27 novembre 2024, all'Europarlamento di Strasburgo, dopo un dibattito con Ursula von der Leyen sul suo nuovo programma e la nuova squadra, i deputati hanno approvato l'intero Collegio dei Commissari con una votazione per appello nominale: 370 deputati hanno votato a favore, 282 contro e 36 si sono astenuti, nel voto di investitura della Commissione Europea 2024-2029. Per essere confermato, il Collegio dei Commissari aveva bisogno della maggioranza dei voti espressi, come disposto dall'articolo 129, paragrafo 7, del Regolamento del Parlamento Europeo.
Questo sarà il secondo mandato di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione, dopo la sua prima elezione da parte dei deputati avvenuta nel luglio 2019.
Von der Leyen ha annunciato che la prima iniziativa della Commissione sarà una strategia per la competitività, volta a colmare il divario dell'Europa in materia di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina, ad aumentare la sicurezza e l'indipendenza e a realizzare la decarbonizzazione. Per quanto riguarda il Green Deal europeo, ha affermato che "dobbiamo e continueremo a seguire la rotta verso i suoi obiettivi".
Con il voto di ieri, anche il lussemburghese Christophe Hansen e l'italiano Raffaele Fitto sono definitivamente eletti, rispettivamente, commissario all'Agricoltura e vicepresidente esecutivo con delega al Coordinamento delle Politiche Agricole.
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Hansen ha chiaramente illustrato i propri intendimenti sulla Politica Agricola Comune e i mercati agricoli nell'audizione in Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo del 4 novembre 2024, mentre il ruolo dell'ex presidente della Regione Puglia - e a questo punto anche ex ministro per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo presieduto da Giorgia Meloni - è apparentemente più sfumato rispetto alle politiche agricole: dovrà coordinare Hansen nel rapporto con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. In realtà il ruolo di Fitto potrebbe avere un peso nella determinazione delle dimensioni del budget della Pac proprio in ragione del suo potere di coordinamento.
Le sfide da affrontare non sono poche e Hansen ha promesso che nei primi cento giorni di mandato, che inizieranno dal giorno dell'insediamento della Commissione il 2 dicembre prossimo, intende sviluppare una visione per la futura politica agricola e alimentare. Ecco in sintesi i capitoli che dovrà affrontare, tutti spinosissimi.
Pac post 2027
L'orientamento generale è quello di una Pac post 2027 con un budget più robusto per affrontare le nuove sfide, a cominciare da una fonte autonoma di finanziamento per le misure associate alla sostenibilità ambientale, quindi indipendente dai tradizionali canali di finanziamento Feasr e Feaga. In questo quadro Hansen ha già dichiarato che intende prestare particolare attenzione a un mercato fondiario accessibile e a un reddito equo per i giovani agricoltori, per consentire loro di guidare il cambiamento verso un settore agricolo sostenibile dal punto di vista ambientale ed economicamente redditizio.
Le incognite budget e Ucraina
Ovviamente tutte queste intenzioni dovranno superare la prova del budget e delle lobby che lavorano ai fianchi Commissione ed Europarlamento per portare su ben altri capitoli di spesa i denari dell'Unione. E saranno messe anche a dura prova dall'esigenza di aumentare le spese militari degli Stati membri, anche ricorrendo agli Eurobond.
Ma non solo, anche un eventuale incremento di budget potrebbe essere vanificato dalla grande incognita degli anni post 2027: l'ingresso nella Ue dell'Ucraina, che verrebbe ad essere un Paese in grado di incassare molto più di quanto sarà in grado di contribuire alle finanze unionali, mentre si presenterà con la più vasta agricoltura d'Europa.
Mercati agricoli
Sui mercati agricoli Hansen ha detto: "Dobbiamo garantire la sovranità alimentare. Non ridurre le importazioni agroalimentari significherebbe ripetere gli errori di altri settori strategici dell'Ue". Una dichiarazione che ha entusiasmato molti, ma che dovrà guardare in faccia alla realtà di un'agricoltura europea sempre più in affanno - colpita da eventi climatici estremi e costretta ad una rigida disciplina dalle politiche ambientali - la cui produttività ha conosciuto negli ultimi anni improvvise cadute in molte filiere. D'altro canto la pressione dell'industria di trasformazione sarà fortissima, per mantenere aperti i canali commerciali con i Paesi terzi, verso i quali esportano. E non solo: su tutto si allunga l'ombra dei dazi minacciati dal neo eletto presidente Usa Donald Trump, che potrebbe facilmente indurre la vecchia Europa a più miti consigli sul fronte di possibili future guerre commerciali.
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Limitazione dei fitofarmaci, un dossier aperto
Resta aperto il dossier sui fitofarmaci, la bozza di Regolamento Ue sulla loro drastica riduzione è stato bocciato dal Parlamento Europeo, ma verrà sicuramente riproposto dalla Commissione Ue in altra forma, come promesso dalla presidente della Commissione Ue von der Leyen il 6 febbraio scorso, durante un discorso all'Europarlamento che aveva bocciato il Regolamento Sur. Su tanto va detto il commissario Hansen non si è pronunciato, c'è da capire come finirà questa storia.
Ripristino della Natura, quali compatibilità?
L'Unione Europea ha formalmente adottato il Regolamento sul Ripristino della Natura: pone molti ostacoli allo sviluppo dell'agricoltura europea e ora è in mano ai singoli Stati, che devono elaborare i piani di attuazione del ripristino della natura. Un ruolo potrebbe averlo anche la Commissione, nel cercare di rendere i piani compatibili con l'agricoltura e lo sviluppo dell'irrigazione collettiva, che sarà sempre più necessaria a causa del cambiamento climatico.
Tea, manca accordo unionale
Il Coreper, Comitato delle Rappresentanze Permanenti degli Stati presso l'Unione Europea, non è riuscito a trovare nel giugno 2024 un accordo per il mandato negoziale sulla proposta della Commissione sulle Nuove Tecniche Genomiche, dopo che la bozza di regolamento era stata votata positivamente dal Parlamento Europeo in gennaio. Si tratta anche in questo caso di un "sospeso" per la Commissione, che dovrà innanzitutto lavorare di diplomazia per cercare di ricomporre il consenso necessario per dare il via alla produzione di piante utili modificate secondo le Tecniche di Evoluzione Assistita.
Ma il vero nodo pare sia la protezione della proprietà dei diritti d'autore delle nuove varietà: molte rischierebbero di non essere remunerative per le aziende sementiere, vista l'attuale legislazione Ue in fatto di costituzione di nuove varietà.
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