Anche molti agricoltori italiani hanno deciso di prendere i trattori e scendere in strada a protestare, dopo le manifestazioni che hanno attraversato mezza Europa, anche se forse sono stati i primi, specie nelle campagne del Mezzogiorno d'Italia, dove da tempo si intrecciano tanti problemi diversi - dalla trappola dello spopolamento delle aree interne alle zoonosi, dalla gestione della bonifica e dell'irrigazione fino alla Politica Agricola Comune che cambia pelle e che stenta sempre di più ad essere compresa, a fronte della instabilità dei mercati e del crescente peso sull'economia delle aziende dei danni da maltempo e parassiti. Ma non solo: ad accendere la protesta c'è anche la mancata proroga dell'esenzione dall'Irpef e molto altro.
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Il movimento prende rapidamente forma, gli agricoltori si sono costituiti in comitati che hanno poi trovato un contraltare nazionale nel Cra, acronimo di Comitati Riuniti Agricoli, che ha indetto la manifestazione nazionale iniziata il 22 gennaio, che continua ad interessare le strade italiane. La sigla non è nuova e fa capo sempre allo stesso Danilo Calvani che nel 2012 animò la protesta dei cosiddetti "Forconi" e che oggi torna ad animare la rivolta degli agricoltori.
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Ma a protestare, soprattutto al Sud e da molto tempo, c'è anche Altragricoltura, che in Gianni Fabbris ha trovato un leader che negli ultimi anni ha condotto vivaci manifestazioni pacifiche in Basilicata, Puglia, Campania e Sicilia su temi specifici, e che in questi giorni promuove il sostegno del mondo della cultura alla vertenza degli allevatori bufalini del casertano contro il Piano di Eradicazione dalle Zoonosi della Regione Campania, invocando un commissario nazionale non solo per quella provincia.
(Fonte: Profilo Facebook Cra Agricoltori traditi)
Il Cra e la mobilitazione permanente
Nell'appello, lanciato dal Cra, significativamente titolato "Agricoltori, dal 22 gennaio in strada a oltranza!" si leggono queste motivazioni: "per la difesa dell'agricoltura e dei territori, martoriati dalle banche, offesi dalle importazioni, uccisi dallo Stato" e ancora: "per difendere tutto il mondo del lavoro e della piccola e media impresa, saccheggiato da una politica di incapaci e da politiche comunitarie vessatorie". E infine: "per accusare i sindacati di tradimento verso tutti i lavoratori e complici del disastro economico che sta colpendo questa nazione".
Parole molto tranchant, che rendono bene l'idea della stanchezza di tanti agricoltori e che hanno innescato mobilitazioni a Frosinone, Latina, Torino, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Firenze, Milano, Roma, Caserta e Napoli, ma anche in varie città dell'Umbria, della Sicilia e della Puglia.
(Fonte: Profilo Facebook Cra Agricoltori traditi)
Nel Lazio, a Viterbo, una trentina di trattori provenienti da tutta la Tuscia hanno paralizzato la via Cassia. A Bologna oltre 200 mezzi hanno reso difficile la mobilità e una delegazione di quattro trattoristi si è diretta fin sotto la Regione.
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A Pescara 300 mezzi in piazza protestano contro "i diktat delle multinazionali" a Grosseto nel mirino l'Ue e i campi incolti.
"Traditi dall'Europa", "L'agricoltura sta morendo", "Agricoltori e consumatori vittime della guerra dei prezzi", questi gli striscioni e gli slogan scanditi.
Altri 300 trattori si sono mossi appena ieri, 23 gennaio 2024, in Veneto, dove un comunicato di Coldiretti Verona aveva invitato gli agricoltori a non manifestare: durissima la risposta del Cra, che ha comunque potuto contare su moltissime adesioni.
(Fonte: Profilo Facebook Cra Agricoltori traditi)
Danilo Calvani, sentito da AgroNotizie®, riferisce che la protesta è rivolta contro "politiche agricole devastanti, contro una classe politica prostrata ai diktat dell'Unione Europea e delle multinazionali che consente l'arrivo in Italia di derrate alimentari scadenti e sulle quali si utilizzano principi attivi vietati in Europa da anni" ed il tutto - sempre secondo Calvani - "grazie anche agli accordi fatti con le organizzazioni agricole" che la protesta intenderebbe "azzerare".
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Per Calvani "Questo sistema politico ha prodotto un enorme fallimento, la differenza tra i governi è zero e non c'è differenza tra gli ultimi dieci ministri dell'agricoltura, siamo stanchi di subire tutto questo e vogliamo dirlo al Paese". La convinzione di Calvani è che per cambiare qualcosa - dalla Pac agli accordi internazionali sul libero scambio - sia necessario "cambiare dirigenza politica in questo Paese". "Noi non molliamo, il mondo agricolo è arrabbiato".
(Fonte: Profilo Facebook Cra Agricoltori traditi)
E la netta sensazione è che il movimento non sarà effimero: "Il bello deve ancora venire, a mettere i mezzi in strada ci vuole tempo, ma non ne possiamo più, la protesta andrà avanti ancora nei prossimi giorni" quasi grida Calvani.
Sui presidi e sulle manifestazioni di questi giorni Calvani precisa: "si stanno organizzando anche a Caserta, Roma e Napoli semplici cittadini in supporto a noi agricoltori". E dopo le manifestazioni di Bologna e del Veneto "domani la protesta parte a Frosinone e poi a Pescara sono già ammassati. E in Puglia da Foggia a Bari e c'è stato già un primo corteo a Noci nel barese". Fin qui Calvani, ma in questa fase di mobilitazione dal basso degli agricoltori c'è anche altro.
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Altragricoltura, salviamo le bufale e non solo
Nel casertano c'è un'altra mobilitazione in atto, che è poi la punta dell'iceberg del malcontento di una parte importante del Sud agricolo: gli allevatori, la zootecnia che non riesce a venir fuori dalle zoonosi in regioni come la Campania e la Sicilia e - dove - l'organizzazione agricola Altragricoltura ha da due anni preso in mano il movimento di protesta contro i piani di eradicazione fallimentari delle regioni, chiedendo il commissariamento al ministro della Salute.
Il 28 gennaio in una della 400 stalle vuote del casertano, dove nel tentativo di eradicare la brucellosi sono state abbattute tutte le bufale, si terrà un omaggio del mondo dello spettacolo e della cultura della Campania al mondo allevatoriale bufalino, che troverà un momento particolarmente significativo nell'esibizione di un coro che porterà in scena - tra paddock e rotoballe - la "Messa di Requiem" di Wolfgang Amadeus Mozart, per commemorare le bufale uccise nel tentativo di eradicare le zoonosi.
(Fonte: Profilo Facebook Cra Agricoltori traditi)
Ma le vertenze aperte da Altragricoltura spaziano dal malfunzionamento dei consorzi di bonifica, specie nel Sud della Puglia, alla rivalutazione della transumanza di ovini e vacche podoliche, sempre più spesso resa impossibile da un dedalo intricato di norme "Viviamo in un Paese meraviglioso - commenta con ironia Gianni Fabbris, portavoce del movimento e leader nazionale di Altragricoltura - siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento della pratica della transumanza quale bene culturale tutelato dall'Unesco, ma nei fatti facciamo di tutto per osteggiarla".
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Qualche giorno fa il leader di Altragricoltura, che ha preso la testa del movimento Salviamo le Bufale sulla vicenda del richiesto commissariamento è stato chiaro: "Non si può attendere oltre la nomina del commissario nazionale. Abbiamo usato tutte le parole, presentato tutti i documenti, acquisito tutte le posizioni utili. Ora il ministro della Salute dia seguito agli impegni per restituire serenità ad un comparto al collasso esposto in questi giorni non solo agli effetti della crisi economica, ma anche ai prezzi dell'arbitrio e dell'imposizione della Giunta Regionale della Campania, che non dà segno di invertire la tendenza".
Parole pesanti e che attendono una risposta istituzionale da tempo, atteso che l'avvio del confronto con il Governo è iniziato giusto un anno fa: con gli allevatori pronti a tornare in strada a protestare nel caso il commissariamento non dovesse arrivare.
(Fonte: Gruppo Facebook Cra Agricoltori traditi)
(Fonte: Gruppo Facebook Cra Agricoltori traditi)
(Fonte: Gruppo Facebook Cra Agricoltori traditi)
(Fonte: Gruppo Facebook Cra Agricoltori traditi)