In prossimità di Agrietour, il Salone dell'Agroturismo italiano che si terrà ad Arezzo dal 10 al 12 novembre, l'occasione è grata per fare il punto sul settore.

 

Il sociologo Marco D'Eramo, in un bel libro di qualche anno fa "Il Selfie del Mondo - Indagine sull'Età del Turismo", ci ha raccontato come il turismo sia oramai la principale industria planetaria. Oggi immani masse di persone si muovono in ogni parte del globo portando ricchezza - ma talora anche qualche problema.

Il turismo di massa è un fenomeno che deve essere gestito, non solo come opportunità di sviluppo ma come una risorsa da gestire; per avere i migliori risultati economici, sociali ed ambientali.

 

L'agriturismo italiano interessa oltre 25mila aziende agricole e fattura 1 miliardo e 162 milioni di euro. Un settore che continua a crescere e rappresenta una parte rilevante dell'agricoltura italiana, lasciando sui territori risorse economiche cospicue non solo per le aziende interessate. L'importante, diciamo noi, è che lo sviluppo riguardi vere aziende agricole e che si operi sempre per la crescita di un territorio nel suo insieme: questo vuol dire unire il paesaggio e le tradizioni con l'enogastronomia e la valorizzazione dei prodotti agricoli e agroalimentari di un territorio.

 

Un turista dopo il soggiorno deve ripartire con belle memorie e anche con il baule dell'auto pieno di prodotti che poi potrà andare a ricercare nei negozi della propria città. L'agriturismo deve essere il volano per rendere i territori ancora più belli dal punto di vista paesistico e della sostenibilità, la ragione per cui difendere l'ambiente e le tradizioni. Oggi il turista cerca soprattutto emozioni autentiche: l'agriturismo vero le può fornire.