In molti parchi italiani i bambini si divertono a guardare gli scoiattoli che saltano da un ramo all'altro e spesso danno loro da mangiare. Nei laghetti si vedono ormai ovunque le tartarughe dalle guance rosse, mentre sugli alberi cantano i pappagallini. Ma quello che sembra un rifiorire della natura è in verità una piccola "invasione" di specie alloctone (non originarie del nostro Paese) che si sono insediate in Italia creando, talvolta, seri danni alla biodiversità autoctona e all'agricoltura.
A dirlo è l'Ispra, che nel suo Rapporto "Transizione ecologica aperta: dove va l'ambiente italiano?" pubblicato sul finire del 2021 ha provato a tirare le somme di un fenomeno in espansione. Scrivono gli autori: "Un ulteriore fattore di minaccia per la biodiversità è rappresentato dalle specie alloctone invasive, fenomeno in forte crescita, con un aumento del numero di specie aliene del 96% in trenta anni, un trend superiore a quello registrato su scala europea (76%)".
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Chi sono gli alieni?
Le specie aliene possono essere di varia natura e non sempre rappresentano una minaccia per il nostro territorio. Talvolta si ritagliano una nicchia ecologica senza "disturbare" le specie locali o gli agricoltori. Ma altre volte fanno seri danni. Tra i mammiferi quelli che creano più problemi sono sicuramente le nutrie e i cinghiali, ma ci sono anche gli scoiattoli nordamericani, il procione e la tamia siberiana.
Tra gli invertebrati ricordiamo il gambero rosso della Louisiana e il calabrone asiatico (la Vespa velutina). Tra i rettili c'è la tartaruga palustre americana, che qualche famiglia ha lasciato in libertà dopo averla comprata come animale da compagnia. Ma c'è anche la rana toro, nonché pesci come Perccottus glenii e Pseudorasbora. Tra gli uccelli invece ricordiamo il gobbo della Giamaica e l'ibis sacro, che spesso si vede "pascolare" sui terreni appena lavorati alla ricerca di cibo.
All'agricoltura fanno male soprattutto funghi e batteri, come Xylella fastidiosa o Erwinia amylovora, oppure insetti come la cimice asiatica (Halyomorpha halys), la Popillia japonica, la Drosophila suzukii o nematodi come Meloidogyne graminicola. Ma la lista è ben più lunga.
"Attualmente in Italia sono presenti 3.367 specie aliene e circa il 15% di queste provoca impatti sulla biodiversità e i relativi servizi ecosistemici, come dimostrano i crescenti danni causati da patogeni e parassiti alieni alle coltivazioni e alle foreste".
Specie aliene e commerci globali
Il motivo di questo incremento di specie aliene è presto detto. Con la globalizzazione merci e persone viaggiano da una parte all'altra del Globo in grande quantità e velocemente ed è dunque quasi impossibile fermare alle frontiere insetti, microrganismi e anche mammiferi. D'altronde lo abbiamo visto con la pandemia di coronavirus: in poche settimane il covid-19 ha raggiunto tutti gli angoli del Pianeta.
La soluzione? Per alcuni occorre mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per limitare l'espansione di queste specie. Questo significa la caccia ai mammiferi come il cinghiale, oppure l'uso di trappole e agrofarmaci, nonché il rilascio di antagonisti naturali. Per altri invece fermare questa invasione, una volta iniziata, è impossibile, occorre dunque confidare che la natura ritrovi il suo equilibrio.
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