Nel Mezzogiorno d'Italia le istanze delle imprese agricole per una più attenta politica della bonifica stentano a trovare udienza nelle stanze del potere delle regioni. Sullo sfondo i consorzi commissariati da troppo tempo e a lungo privati degli strumenti finanziari per intervenire sul territorio - come accaduto in Puglia - e che oggi non riescono se non tra molte difficoltà ad emergere da un ventennio di immobilismo: persi nel frattempo quasi un miliardo di euro di finanziamenti. Storia non molto diversa da quella della fin qui inutile attesa dei consorzi di bonifica della Campania: aspettano dalla scorsa estate da Regione Campania le linee guida per poter finanziare progetti da 535 milioni per la difesa suolo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.


Puglia, Coldiretti incontra i vertici del Pd

Coldiretti Puglia ieri, 17 gennaio 2022, ha promosso un incontro tecnico sulle azioni da mettere in campo per risolvere l'annosa vertenza del ventennale commissariamento dei consorzi di bonifica della Puglia, con 968 milioni di finanziamenti arrivati al sistema consortile nell'ultimo quinquennio che non sono stati utilizzati per dare il via alle opere irrigue vitali allo sviluppo rurale della Puglia. L'Organizzazione Agricola ha incontrato Marco Lacarra, segretario del Pd in Puglia, che ha condiviso "un momento utile di confronto sul delicato tema del commissariamento dei consorzi di bonifica, convenendo che va affrontato in maniera chiara e risolutiva per la crescita e lo sviluppo rurale in Puglia" si afferma in una nota di Coldiretti Puglia.

"Va risolto definitivamente il caso Puglia, uniformando la gestione della bonifica al modello adottato nel resto d'Italia, riconsegnando le attività dei consorzi all'autogoverno del mondo agricolo, stanziando risorse per fronteggiare la debitoria pregressa, coprendo le spese di personale che andrà riorganizzato e meglio qualificato e riavviando così le manutenzioni. Necessario rifare i piani di classifica, riperimetrando le quote consortili, per fare in modo che tutti gli utenti paghino, ma paghino il giusto", ha affermato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni.

La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione - aggiunge Coldiretti Puglia - comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi intervenuti con la Regione Basilicata, in merito al "ristoro del danno ambientale", in considerazione dei riflessi negativi sui costi dell'irrigazione per l'utenza e sui bilanci degli stessi consorzi.

In Puglia i consorzi di bonifica - conclude Coldiretti Puglia - rappresentano strumenti di utilità pubblica straordinaria, dato che nel settore irriguo gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari, da 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10mila chilometri di condotte tubate.


Anbi e Coldiretti in Campania per la difesa suolo

La Campania ha un territorio periodicamente esposto a condizioni di allerta meteo con importanti effetti sul suolo di carattere idrogeologico, ma all'Assessorato Ambiente della Regione Campania non hanno ancora definito le modalità per la partecipazione dei consorzi di bonifica e irrigazione della Campania al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sul quale gli enti puntano per finanziare un patrimonio di 73 progetti nel comparto della difesa del suolo per un valore complessivo di 535 milioni di euro. Lo affermano in una nota congiunta emanata il 14 gennaio scorso Anbi Campania e Coldiretti Campania.

"Il Pnrr per i consorzi di bonifica rischia di rivelarsi un'occasione persa - spiegano Vito Busillo, presidente dell'Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue Anbi Campania e Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania - poiché l'Assessorato Regionale competente per materia continua ad ignorare completamente le richieste inoltrate dai consorzi di bonifica campani. Lo stesso atteggiamento di noncuranza è stato assunto dall'Assessorato Regionale per l'Ambiente e la Difesa del Suolo anche verso i progetti di manutenzione straordinaria e rimessa in efficienza del reticolo idrografico consortile, il cui elenco è stato debitamente trasmesso alla Regione da parte di Anbi Campania per i finanziamenti in favore dei consorzi di bonifica stanziati dal Governo con i fondi del Dpcm 18 giugno 2021".

"Ciò nonostante - aggiungono i due presidenti - i consorzi di bonifica guardano avanti e continuano a sperare in un segnale di attenzione della Regione, pronti ad offrire la loro competenza per la sicurezza idrogeologica del territorio, e nei giorni scorsi hanno incontrato l'Assessorato Agricoltura per definire invece i progetti su Pnrr e Programma di Sviluppo Rurale per quanto riguarda l'irrigazione, oltre che per una ricognizione sulle competenze consortili in materia di difesa idrogeologica".

Il tutto avviene in una regione, la Campania, in cui secondo i dati illustrati dall'Anbi in un recente convegno con l'Associazione Svimez, tra il 2013 e il 2019 si sono verificati numerosi eventi idrogeologici estremi che hanno determinato uno stato di emergenza, prodotto danni riconosciuti pari ad oltre 1.113 milioni di euro, con richieste di interventi per quasi 695 milioni, a fronte dei quali però sono stati assegnati e trasferiti fondi per appena 38 milioni.

In una missiva dello scorso luglio indirizzata al vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, il presidente Anbi, Busillo, aveva opportunamente, quanto vanamente, ricordato come - sulla base dell'articolo 3, comma 2 della Legge Regionale della Campania n. 4/2003 che disciplina le competenze dei consorzi di bonifica - a questi enti sono affidati "interventi nel campo della difesa del suolo da eseguirsi nei comprensori di bonifica" che sono "di competenza di codesta Direzione Generale per l'Ambiente, la Difesa del Suolo e l'Ecosistema".

E in Campania i territori interessati dalla bonifica coprono oltre il 60% della superficie territoriale della Regione per circa 900mila ettari su un totale di 1.367.100. Inoltre, nelle aree di pianura una superficie di circa 286mila ettari è servita da opere di scolo - realizzate e gestite dai consorzi - e di questi oltre 16mila ettari sono sottoposti al livello del mare e, per essere fruibili in condizioni di sicurezza, richiedono il sollevamento meccanico delle acque con impianti idrovori.