La pera lancia l'Sos
Tutta colpa delle gelate che si sono succedute l'una all'altra fra la fine di marzo e l'inizio di aprile. A farne le spese le produzioni frutticole, ma i danni maggiori sono quelli che si registrano nella produzione delle pere e dunque in Emilia Romagna, al primo posto per quantità prodotte.Stando alle proiezioni di Oi Pera, riportate da "QN" del 19 luglio, le perdite potrebbero collocarsi intorno al 60% rispetto al 2020.
Danni minori potrebbero registrarsi per le varietà estive, come "Carmen" e "Santa Maria", mentre situazioni peggiori, con cali anche di oltre il 70% per le "Kaiser".
Ma solo a raccolta ultimata sarà possibile una stima reale dei danni subiti dal settore.
Di fronte a questa difficile situazione il presidente della Oi Pera, Gianni Amidei, lancia un appello alla distribuzione organizzata, invocando sensibilità per la crisi in atto.
Alle istituzioni si chiede invece di sostenere progetti di facile accessibilità ed efficacia a favore del settore.
A questo proposito Amidei ricorda gli impegni di Oi Pera nello sviluppo di progetti di ricerca per contrastare la diffusione della cimice asiatica e per combattere la maculatura bruna.
Macchine avanti tutta
Il mercato delle macchine agricole va bene. Persino troppo.Tanto che le aziende sono piene di ordini, mentre aumentano i costi e le difficoltà ad approvvigionarsi di componenti e materie prime e i blocchi logistici finiscono per riempire i magazzini di macchine già fatturate.
E' quanto dichiara Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, intervistato da Ilaria Vesentini per "Il Sole 24 Ore" in edicola il 20 luglio.
Il settore delle macchine agricole, ricorda l'articolo, è una delle manifatture di eccellenza dell'Italia e per importanza è dietro solo a Usa e Germania.
Già reduce da un 2020 in controtendenza, grazie a una produzione in crescita (11,5 miliardi di euro, +0,4% sul 2019), ora si ha una previsione di ulteriore aumento che si preannuncia senza precedenti.
Numeri, afferma Malavolti, che si spiegano non solo con il recupero dopo la crisi pandemica, ma anche con la spinta degli incentivi fiscali per la transizione 4.0.
Scarse invece le risorse messe a disposizione, che assommano a circa 80 milioni di euro per anno, poco più di quanto fu stanziato per la rottamazione del 2010 e che ebbe scarsi risultati.
Un futuro di bioenergie
Sono sufficienti due vacche ed ecco pronta l'energia per volare da Milano a Bruxelles e fare ritorno.È quanto promettono le bioenergie con la trasformazione delle deiezioni animali in biometano. Si tratta di un magnifico esempio di economia circolare del quale scrive Andrea Zaghi sulle pagine di "Avvenire" del 21 luglio.
Le tecnologie sono ancora da affinare, in particolare sotto il profilo dei costi e sono legate al tipo di "materia prima" impiegato.
Perché a disposizione possono esserci i residui della potatura o gli scarti delle lavorazioni agroalimentari, poi i rifiuti organici e persino le alghe marine.
Molto promettente appare la produzione del biometano a partire dalle deiezioni animali.
Si stima a questo proposito che sia possibile immettere nella rete otto miliardi di metri cubi di gas di qui al 2030.
Il futuro del settore, conclude l'articolo, è in ogni caso una via percorribile solo con un contributo che deve venire dalla fiscalità generale.
Digitale, che passione
Il mercato delle macchine agricole, come visto, sta vivendo una stagione di successi, ma ancor più tumultuoso è il progresso delle tecnologie applicate alle macchine agricole.Un tripudio di innovazioni in particolare sul piano digitale, tanto che le numerose acquisizioni e incorporazioni che stanno modificando il volto di questo settore prendono le mosse dalla necessità di assumere le competenze e i requisiti necessari a questo sviluppo.
Di questi cambiamenti offre un quadro esaustivo Gianluca Baldini sulle pagine di "Avvenire" del 22 luglio.
Si parte dalla recente acquisizione della statunitense Raven da parte di Cnh Industrial, finalizzata ad aumentare la penetrazione nell'agricoltura di precisione e accrescere la competitività verso John Deere.
Di quest'ultimo gruppo si dice che impieghi più programmatori che ingegneri meccanici.
Il prepotente ingresso delle tecnologie digitali nella meccanizzazione agricola, conclude l'articolo, ha trainato la crescita della meccanizzazione agricola, che gode anche del favore dei mercati finanziari.
Zucchero, contrordine
Non è possibile stabilire quale sia il limite di consumo oltre il quale lo zucchero può causare con certezza danni alla salute nel lungo termine.E' questa la conclusione alla quale è giunto Efsa, l'ente europeo per la sicurezza alimentare.
In particolare le conclusioni di Efsa, pur affermando il collegamento con l'obesità o l'insorgenza di patologie come il diabete, ammette l'impossibilità di definire un limite al di sotto del quale non si hanno effetti avversi sulla salute.
Lo si apprende dall'articolo a firma Micaela Cappellini pubblicato su "Il Sole 24 Ore" del 23 luglio e come si spiega nell'articolo, le conseguenze di questa risposta sono importanti nella "disfida" fra le etichette a semaforo e le etichette nutrizionali.
Ora sarà difficile sostenere che un determinato prodotto possa ottenere semaforo verde grazie al suo scarso contenuto in zuccheri, visto che non esistono limiti univoci.
Il parere di Efsa sugli zuccheri sarà assai utile a sostenere la tesi italiana e la sua contrarietà all'impiego delle etichette a semaforo (Nutriscore), un tema al centro delle discussioni dell'incontro che si svolge a Roma in preparazione del summit delle Nazioni Unite (in calendario a New York nel prossimo autunno).
Il rischio, spiega Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, è che dalle Nazioni Unite giunga una critica alla dieta mediterranea per la presenza di troppi alimenti di origine animale. Un malcelato tentativo di contrastare la competitività del made in Italy sui mercati internazionali.
C'è poco grano
La superficie coltivata a frumento è scesa ai minimi storici, meno di 500mila ettari, ma i raccolti del 2021 segnano un più 1,5% per il grano duro (3,9 milioni di tonnellate) e un più 4% per il tenero (2,8 milioni di tonnellate).Sono i numeri diffusi da Italmopa, l'associazione delle industrie molitorie, commentati da Alessio Romeo su "Il Sole 24 Ore" del 24 luglio.
Resta alto il deficit italiano per il grande duro (40%) e per il tenero (60%), mentre i prezzi continuano a salire e hanno raggiunto sulla piazza di Foggia i 350 euro tonnellata.
Un aumento che giunge dopo un lungo periodo di prezzi crescenti a livello mondiale.
Il mais, ricorda l'articolo, ha visto le quotazioni raddoppiare e quelle della soia aumentare dell'80%.
Tensioni di mercato che creano preoccupazione sull'intera filiera alimentare e il presidente di Italmopa, Silvio Grassi, ricorda l'impegno del settore a svolgere un ruolo di compensazione per attutire le conseguenze di questi aumenti dei costi della materia prima.
Inevitabili tuttavia nel lungo periodo le ripercussioni sui prezzi dei prodotti finali, tanto più se lo scenario non dovesse mutare.
A questo proposito l'articolo si conclude ricordando che la produzione mondiale di grano duro è destinata a calare a causa degli eventi climatici avversi nei paesi principali produttori.
Il vigneto Italia cresce
Il vino è in ripresa e per la fine del 2021 si attende una crescita del 9% e il merito è in parte delle ottime performance delle vendite on line.Ma il confronto con il 2019 resta comunque in area negativa.
Lo scrive Pierangelo Boatti sulle pagine di "Libero" del 25 luglio.
Per tornare ai 13 miliardi di valore alla produzione bisogna attendere la ripresa delle attività di ristorazione collettiva e del turismo.
E' la previsione che emerge dalle analisi del Forum nazionale vinicolo organizzato da Cia e Unione italiana vini che si è recentemente concluso.
Stando ai numeri diffusi in questa occasione, il comparto ha perso nel 2020 circa un quarto del mercato interno per un valore di tre miliardi di euro, solo in parte compensato dall'aumento dei consumi domestici.
A dispetto di queste difficoltà il vigneto Italia è in crescita e si stima che nel 2025 possa toccare quota 800mila ettari in produzione, grazie anche alla proroga dei diritti di impianto previsti dalla Pac.
A guidare la ripresa, ancora una volta, la crescita delle esportazioni in particolare dei vini frizzanti, che rappresentano circa un quarto dell'export del settore.
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