L'uomo ha più bisogno delle piante di quanto le piante non abbiano bisogno dell'uomo. Per questo deve essere nostro interesse primario quello di proteggerle. Proteggerle dalla diffusione di insetti dannosi e microrganismi patogeni, ma anche dagli effetti dei cambiamenti climatici e dall'opera dell'uomo. E' questo l'appello lanciato dal Pirellone, sede del Consiglio regionale lombardo, dove si è tenuto un evento per illustrare le iniziative per l'Anno internazionale per la salute delle piante (Iyph), indetto dall'assemblea generale delle Nazioni Unite proprio per sottolineare l'importanza di difendere il mondo vegetale.

Durante l'evento, rigorosamente in streaming, si sono alternati contenuti tecnici e divulgativi. Stefano Mancuso, docente presso l'Università di Firenze, ha ad esempio ricordato come l'85,5% della biomassa sul pianeta sia vegetale e di come la nostra percezione delle piante sia sfalsata per ragioni evolutive: consideriamo poco le piante e siamo schiavi di pregiudizi con radici antiche. Come il fatto che le piante non abbiano contezza dell'ambiente che le circonda, che non possano udire i suoni o prendere decisioni consapevoli. Tutti 'falsi miti' che Mancuso ha sfatato con esperimenti e prove di laboratorio.


Difendere le piante per difendere l'uomo

Come ricordato da Bruno Faraglia, direttore del Servizio fitosanitario nazionale, l'agricoltura deve fare i conti con patogeni devastanti provenienti dall'estero, come Xylella fastidiosa, Erwinia amylovora, Drosophila suzukii e tanti altri. Per questo occorre proteggere il territorio e prevenire il loro ingresso. E per fornire un servizio ancora migliore, su impulso europeo, il Servizio fitosanitario nazionale sta attraversando una fase di riorganizzazione che permetterà di essere più tempestivi e coordinati con le regioni.

Se la difesa delle pinate in Italia è assicurata dal Sfn, a livello sovranazionale operano importanti organizzazioni. Come ad esempio la Fao, in rappresentanza della quale era presente Jingyuan Xia, direttore della Plant production and protection division. Xia ha illustrato gli eventi che si terranno a livello internazionale nell'Anno internazionale per la salute delle piante e gli obiettivi principali di questa iniziativa: promuovere la conoscenza sulla salute delle piante, ad esempio per sensibilizzare i turisti che portano in valigia materiale vegetale che può contenere organismi pericolosi. Ma anche definire standard comuni e coinvolgere tutti gli attori, compresi gli agricoltori, nella difesa.

Sul tema lavora anche l'Ippc (International plant protection convention), una convenzione firmata nel 1952 proprio per proteggere le risorse vegetali globali e facilitare scambi sicuri. Mirko Montuori, funzionario dell'Ippc, ha sottolineato come ogni anno si perda il 20-40% delle produzioni alimentari a causa di insetti e malattie. Proteggere le piante non solo tutela il futuro dell'umanità, ma aiuta anche a raggiungere molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite.

L'Ippc promuove la sicurezza alimentare e una agricoltura sostenibile, la difesa delle foreste e anche la definizione di standard per promuovere un commercio internazionale sicuro, ad esempio usando pallet trattati per scongiurare il rischio che insetti o malattie vengano trasportati nel mondo insieme alle merci.

Tra gli organismi sovranazionali Nico Horn ha illustrato l'attività di Eppo. Il direttore europeo della European and Mediterranean plant protection organization ha spiegato come l'organizzazione, che coordina le azioni di cinquantadue paesi europei e dell'area del Mediterraneo, abbia messo in campo diverse attività complementari rispetto a quelle dell'Ippc, come ad esempio Beastie the bug. Un pupazzo che è diventato la mascotte dell'Iyph e che servirà come mezzo di comunicazione, soprattutto verso i più giovani. Un insetto 'cattivo' che deve essere fermato nel suo tentativo di diffondersi in tutto il mondo.
 


Il contributo della Regione Lombardia all'Iyph

Come ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura Fabio Rolfi, l'agricoltura è una parte importante dell'economia e della cultura del territorio lombardo. La Lombardia è la prima regione agricola d'Italia con oltre 50mila aziende e produce il 37% del latte italiano, il 42% del riso e il 40% dei prodotti suinicoli. Nel 2018 il settore ha cubato 13,5 miliardi di euro con una quota di export importante, intorno al 50%.

Eppure il settore deve fare i conti con malattie e insetti alieni, come il tarlo asiatico, il cinipide del castagno, la Popillia japonica, la cimice asiatica e il batterio Erwinia amylovora (per citarne solo alcuni). Prevenire l'ingresso di nuovi patogeni è molto più conveniente rispetto a gestire una emergenza fitosanitaria. E per questo la Lombardia è in prima linea nel difendere le proprie 'porte d'ingresso', come aeroporti o stazioni ferroviarie. Luoghi in cui è possibile vedere i cartelloni della campagna Don't risk.
   

Ma per l'Anno internazionale per la salute delle piante la Regione Lombardia e il relativo Servizio fitosanitario vogliono fare di più e hanno deciso di puntare tutto sui giovani, come ha ben spiegato Andrea Azzoni, responsabile del Servizio fitosanitario della Lombardia. Verranno messe in campo delle attività di formazione dedicate ai docenti e agli studenti tra i sei e i diciotto anni. Incontri, ma anche concorsi, visite guidate e una campagna social per sottolineare la necessità di proteggere le piante.