Il Consorzio per la bonifica della Capitanata decide il 30 aprile
Negli ultimi due mesi le piogge hanno consentito un parziale recupero delle riserve dei due invasi sottesi all’impianto irriguo del Fortore - Occhito e Capaccio - che non fornirà acqua prima del prossimo 20 giugno, secondo quanto disposto dal Consorzio per la bonifica della Capitanata lo scorso 8 aprile, sempre che non intervengano eventi meteo tali da incrementare sensibilmente le riserve idriche. E novità potrebbero arrivare il prossimo 30 aprile, quando si riunirà il Consiglio di amministrazione dell’ente.Acqua negli invasi: c'è un deficit del 38% sul 2019
Secondo il rilievo di AgroNotizie, effettuato il 28 febbraio scorso, alla fine dell’inverno meteorologico, nell’invaso di Occhito sul Fortore erano presenti oltre 108,9 milioni di metri cubi d’acqua. Ieri, 27 aprile, alla fine del secondo mese della primavera meteo, la presenza d’acqua stimata nel maggior invaso della provincia è di oltre 133,1 milioni di metri cubi: 24,2 milioni di metri cubi d’acqua più della fine dell’inverno, il 22,2% di maggiore disponibilità di risorsa.Lo stesso vale per Capaccio sul Celone, aumentato di oltre 4,1 milioni di metri cubi: è passato dagli oltre 3,6 milioni di metri cubi d’acqua del 28 febbraio scorso agli oltre 7,7 milioni di ieri (+112%). Recuperi forti da 31,9 milioni di metri cubi solo su questi due invasi in appena due mesi, ma che non bastano ancora.
Questo perché nei quattro invasi gestiti dal Consorzio in tutto ci sono 177,8 milioni di metri cubi d’acqua, ben il 38,2% in meno di un anno fa e con un solo mese di primavera a disposizione per recuperare risorsa. Con questi dati alla mano, AgroNotizie ha sentito Michele Ferrandino, presidente di Cia - Agricoltori Italiani per la provincia di Foggia.
Quali saranno i danni delle mancate piogge sul grano duro?
"E’ mancata l’acqua nel momento dell’accestimento. Le stime sul danno da siccità al raccolto di grano duro in Capitanata sono dell’ordine del 30%, distribuito però a macchia di leopardo. Questo perché chi ha fatto irrigazione di soccorso a fine febbraio e a marzo ha limitato i danni. Ovviamente il risultato si apprezzerà maggiormente al momento della raccolta con la barra falciante a terra".
Per il comprensorio irriguo del Fortore sono attese novità?
"Il 30 aprile si riunisce il consiglio di amministrazione del Consorzio per la bonifica della Capitanata, ma al momento è difficile attendersi decisioni diverse, perché il Prefetto di Foggia, anche quest’anno, ha comunicato che per fini civili l’invaso di Occhito sul Fortore - al 30 agosto 2020 - dovrà contenere almeno 60 milioni di metri cubi d’acqua, che viene attinta da Acquedotto Pugliese. Al momento pertanto se Occhito ha 133,1 milioni di metri cubi, bisogna innanzitutto sottrarne 60 per uso civile e poi quello industriale".
Stante questa situazione, che danno vi sarà alle ortive e in particolare per il pomodoro da industria?
"Sulle ortive nel loro complesso va detto che da questo punto di vista la situazione è preoccupante, perché gli agricoltori non hanno modificato di molto gli investimenti colturali. Storicamente l’irrigazione fornita dal Consorzio è sempre stata un’irrigazione di soccorso, questo cambia la scala delle priorità normalmente previste per legge: l’acqua va prima per gli usi civili, ai quali seguono quelli industriali e poi c’è l’agricoltura.
Sull’asparago la raccolta è in corso e i danni sono contenuti. Ma sul pomodoro da industria si pone un problema di carenza idrica nel post fioritura, che incide grandemente sulla qualità e sul grado brix. Inoltre le prospettive di irrigazione ridotta in una estate calda danno per certi questi problemi e anche eventuali perdite. So per certo che nei prossimi giorni molti agricoltori non effettueranno i trapianti delle piantine di pomodori e rescinderanno i contratti di fornitura con le industrie conserviere, le quali sono già alla ricerca di altri areali di produzione agricola alternativi al foggiano".
Un disastro l’oggi, ma è anche peggio se si pensa che in una prospettiva climatica futura fenomeni del genere rischiano di essere frequenti: si può fare qualcosa?
"Guardi, le do una notizia: la siccità esiste, ma il danno viene da una pessima pianificazione del territorio in funzione delle risorse idriche. Come avrà notato, gli invasi sono in ripresa, e per 31,9 milioni di metri cubi, rispetto solo a due mesi fa. In realtà potremmo avere molta più acqua se avessimo almeno intercettato i tanti torrenti che dalla piana di Foggia scaricano quantità ingentissime di acqua a mare.
Le posso dire che esistono i progetti del Consorzio della Capitanata, ma che faticano ad andare avanti, alle volte bloccati da amministrazioni locali contrarie alle opere. Poi c’è l’errore storico, la mancata costruzione della diga di Piano dei Limiti al confine tra Molise e Puglia, che ci avrebbe dato le acque del fiume Biferno, che continuano ad essere scaricate a mare, e che avrebbe consentito la manutenzione di Occhito. Infine, la provincia di Foggia, in una regione che ha una buona cultura del riuso delle acque depurate, a parte qualche impianto pilota, non ha ancora sfruttato appieno l’affinamento delle acque provenienti dalla depurazione dei reflui urbani, che potrebbe consentire di recuperare altra utilissima risorsa".