L’acqua in Puglia e Basilicata non manca, e dove sono bene organizzati i Consorzi di bonifica e irrigazione il prezioso liquido non mancherà nelle manichette degli agricoltori per la stagione irrigua ormai alle porte. E’ questo il segnale che giunge dai principali bacini delle due regioni, che alimentano anche parte dei consorzi irrigui della Calabria settentrionale e che drenano acqua anche dalla Campania.
 

Consorzio per la bonifica della Capitanata

"Constatata la attuale disponibilità idrica per la distribuzione a scopi irrigui sia nel comprensorio irriguo Fortore sia nel comprensorio irriguo Ofanto, il consiglio di amministrazione del Consorzio per la bonifica della Capitanata ha disposto l’apertura della stagione irrigua nei Comprensori Fortore e sinistra Ofanto il 1° aprile 2019".
Così una nota stampa dell’ente di bonifica che serve le zone irrigue della provincia di Foggia lo scorso 9 marzo.

“Con gli invasi quasi tutti alla massima capienza si guarda alla prossima stagione irrigua con una discreta tranquillità dal punto di vista dell’approvvigionamento irriguo - afferma il presidente del Consorzio, Giuseppe De Filippo, che sottolinea - Non per questo si abbassa la guardia, anzi sono stati incrementati i controlli e le attività di manutenzione sulla rete e sulle opere di distribuzione per garantire ai contribuenti un servizio più efficace e puntuale”.

Per il direttore generale dell’ente, Francesco Santoro, “Sulla base delle richieste pervenute dal comparto agricolo e compatibilmente con le necessità tecniche manutentorie di carattere ordinario e straordinario, il Consorzio ha altresì disposto che qualora si raggiungesse prima l’approntamento della rete si potrà dare corso all’irrigazione in anticipo rispetto alla data fissata”.

Fin qui le dichiarazioni di qualche giorno fa e i numeri parlano chiaro: nell’invaso principale tra quelli gestiti dal Consorzio per la bonifica della Capitanata, quello della diga di Occhitto sul fiume Fortore ieri, 18 marzo 2019, vi era una disponibilità di ben 208,6 milioni di metri cubi di acqua. Mentre nella stessa giornata dello scorso anno, quando ci si apprestava ad uscire dalla siccità 2017-2018, la disponibilità era di 159,6 milioni di metri cubi.
L’invaso di Occhitto ha una capacità utilizzabile pari a 250 milioni di metri cubi, quindi, in teoria, non è un impianto pieno, ma sicuramente in grado di dare acqua alle principali colture irrigue del foggiano: pomodoro da industria e carciofo in testa. Non a caso sull’invaso serbatoio di Marana Capacciotti, a fronte di una capacità di 48 milioni di metri cubi, l’acqua pronta per essere immessa nella rete irrigua era ieri calcolata in supero: 48 milioni e 211mila metri cubi. Nulla a che vedere con i meno di 28,4 milioni dello stesso giorno dello scorso anno.
 

Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia

Ma per irrigare il sud della Puglia, la Basilicata e il nord della Calabria non bastano le acque di Ofanto, Celone e Fortore, tutta acqua che corre dalle aree interne della Campania verso l’Adriatico. Per queste zone c’è invece ampia disponibilità idrica nei bacini della Basilicata e della Campania ancora gestiti dall’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia.

Qui il fiume Sinni sbarrato forma il principale bacino lucano, quello di Monte Cotugno, dove a fronte di una capacità di 497 milioni di metri cubi d’acqua presentava nella giornata di ieri, 18 marzo 2019 una scorta da oltre 257 milioni di metri cubi, lontana dalla linea di massimo invaso, posta a 252 metri sul livello medio del mare, ma con tanta acqua in più dello scorso anno, quando il 18 marzo c’erano 216,3 milioni di metri cubi.

Nel complesso, i dieci bacini della Basilicata, incluso quello in territorio della Campania di Conza, avevano ieri 515, 4 milioni di metri cubi d’acqua invasata, contro i 490,9 milioni dello scorso anno, quando si usciva lentamente dalla siccità del 2017-2018, che in questa zona aveva colpito duramente soprattutto nell’ottobre-novembre 2017.
E’ la conferma che questi bacini a seguito di una siccità importante hanno un ciclo di alimentazione tale per cui impiegano non meno di tre anni per tornare su livelli ottimali.

Non tutti gli invasi hanno per altro fatto passi in avanti rispetto allo scorso anno. E' il caso dello sbarramento sul fiume Agri, che genera l'invaso del Pertusillo: risulta in perdita di circa 28 milioni di metri cubi rispetto al 18 marzo dello scorso anno. O come il bacino di Conza della Campania, formato dallo sbarramento del fiume Ofanto: perde circa 7 milioni.
Ma nel complesso, anche in questo caso, vista l’evoluzione positiva della stagione irrigua nello scorso anno, per altro con meno acqua, anche se con piogge intense durante la stessa stagione estiva, non desta preoccupazioni.