Convi, la Consulta nazionale del vino italiano lancia un ciclo di lezioni che interesserà quattro istituti superiori della provincia di Livorno: l'Istituto statale di istruzione superiore Einaudi Ceccherelli di Piombino, l'Istituto tecnico agrario Marco Polo di Cecina, l'Istituto Mattei di Rosignano Solvay, e l'Istituto tecnico Galileo Galilei di Livorno.

E' lo sviluppo del progetto nazionale 'Il bere consapevole attraverso l'educazione, l'istruzione e la cultura', promosso da Convi e proposto già  nel 2015 con 24 incontri nella provincia di Brescia, dove ha ottenuto un grandissimo successo, suscitando l'interesse dei ragazzi delle scuole secondarie superiori.

Come ha spiegato Pia Donata Berlucchi, responsabile dei progetti di formazione Convi e vicepresidente dell'Onav, l'Organizzazione nazionale assaggiatori di vino, si tratta di un percorso rivolto agli studenti, che si differenzia dai più classici programmi sulla prevenzione all'abuso di alcol.

I relatori infatti sono appassionati di storia, educazione e cultura in genere, non solo nell'ambito scolastico, ma anche professionisti, giornalisti e musicisti. E il risultato è una partecipazione entusiasta dei ragazzi che incita a proseguire su questa strada.

Gli studenti familiarizzeranno così con il mondo del vino in un modo consapevole e informato, sviluppando un'originale conoscenza del patrimonio enologico italiano e del ruolo che esso ha giocato nella storia e nella cultura del nostro paese.

Ci saranno temi come 'il vino e la guerra di Troia', 'il vino dei Longobardi, di Carlo Magno, dei castelli feudali e delle abbazie', 'il vino del Rinascimento' e 'l'800 del grande Verdi e di molti altri generi musicali' presentati dagli esperti a platee da 100 a 200 alunni per istituto, da qui (il primo incontro è stato nei giorni scorsi) fino a primavera.

Anche il provveditore agli studi di Livorno, Anna Pezzati, messa al corrente del progetto dalla sommelier Ais Livorno, Paola Rastelli, si è detta entusiasta dell'iniziativa ed è certa di estendere il progetto ad altri istituti della provincia, magari coinvolgendo anche i ragazzi delle medie, magari con una modalità più semplice.