Continua senza sosta la lotta a Popillia japonica e alla cimice asiatica. In Lombardia sono in fase di studio nuove tecniche di difesa con il sostegno della Regione, mentre proseguono i bandi in Emilia Romagna per mettere in campo gli strumenti di lotta alla cimice. Sempre in Emilia Romagna si contano le domande pervenute per l'accesso ai pagamenti diretti della Pac, a quota ormai 44mila richieste. 
 

Emilia Romagna

Pac, 44mila le domande pervenute per i pagamenti diretti
Sono quasi 44mila le domande arrivate in Emilia Romagna per accedere ai pagamenti diretti previsti dalla nuova politica agricola comune Pac, comprese quelle relative ai piccoli agricoltori, e 20.300 quelle relative agli “aiuti per superficie” previste dal Psr. A comunicarlo è Agrea, l’agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura della regione Emilia Romagna, tirando le somme sull’andamento e sulla definizione delle pratiche relative ai contributi europei per l’agricoltura. Tutte le domande per accedere ai pagamenti diretti previsti dalla nuova Pac sono state presentate con una modalità innovativa, ovvero la domanda grafica. La compilazione è basata su un’immagine dell’azienda agricola, costituita dalla sovrapposizione tra una foto dell’estensione aziendale e il reticolo catastale. E’ un sistema  che riduce la possibilità di errori, poiché collega la domanda a quanto effettivamente visibile sul terreno. Per quel riguarda il Psr, le domande grafiche hanno toccato quota 17.700, circa il 77% del totale. “Sono molto soddisfatta per questo risultato – ha sottolineato l’assessore Casellifrutto del lavoro messo in campo dalla struttura organizzativa della Regione e di Agrea, in stretta collaborazione con i Centri di assistenza agricola. Ancora una volta il lavoro di squadra ci ha consentito di raggiungere un ottimo risultato, nonostante la novità di doverci misurare con la presentazione online delle domande grafiche, uno sforzo che ci auguriamo possa consentirci una significativa semplificazione della fase dei controlli”.

Lotta alla cimice asiatica, continuano gli sforzi della Regione
“Gli interventi messi in campo dalla Regione per fronteggiare i danni provocati alle coltivazioni dalla cimice asiatica e per attuare tutte le misure di prevenzione e lotta necessarie sono stati in questi anni numerosi e puntuali. Vanno dalla ricerca per individuare insetti antagonisti autoctoni, ai finanziamenti agli agricoltori, con 10 milioni di euro predisposti nell’ultimo bando, fino all’installazione di reti antinsetto sui frutteti, fino alla richiesta al ministero dell’Ambiente, assieme alle altre regioni italiane, di modificare le norme che attualmente impediscono l’importazione di insetti antagonisti da altri ambienti”. Le parole dell’assessore Caselli tendono a spiegare le strategie messe in campo dalla Regione per contenere la diffusione e limitare i danni provocati dall’insetto, con l’obiettivo comunque di salvaguardare gli equilibri biologici dei diversi agroecosistemi del territorio. Per quanto riguarda il contrasto alla cimice, attraverso il Psr è stato finanziato un progetto da 380mila euro, nell’ambito delle misure per l’innovazione di un Gruppo operativo formato da piccole imprese ed enti di ricerca che terminerà nel 2019. Il secondo progetto di tipo sperimentale, sin dal 2016, è direttamente finanziato dalla Regione al Consorzio fitosanitario di Modena con 30mila euro all’anno, puntando poi alla ricerca e sull’impiego di insetti antagonisti. “Chiaramente tali tecniche di difesa biologica devono essere attentamente verificate e testate prima di diffonderle agli agricoltori – conclude la Caselli – l’obiettivo è di passare prima possibile dal laboratorio a situazioni di pre-campo. Il secondo campo di azione riguarda i bandi per l’installazione delle reti antinsetti da impiegare sui frutteti, che però al momento non ha riscontrato successo, con una risposta al di sotto delle aspettative rispetto alle potenzialità”.
 

Lombardia

Popillia iaponica, nuove tecniche per controllare l’insetto
Il Servizio fitosanitario della Regione Lombardia si è attivato per monitorare le popolazioni dell’insetto e controllarne la diffusione. Infatti, a partire da fine maggio, i tecnici di Ersaf hanno collocato nell’area focolaio le caratteristiche trappole, barattoli gialli e verdi, con speciali ali che attraggono e catturano un gran numero di adulti nel coleottero, sia maschi che femmine. “Quest’anno la strategia di controllo prevede anche l’utilizzo di un nuovo tipo di trappola – ha sottolineato Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura – si tratta di una struttura formata da un treppiede ricoperto da una rete. Gli insetti vengono attirati verso la trappola dall’attrattivo posizionato al centro del treppiedi e vengono intercettati dalla rete. Il contatto degli adulti di Popillia japonica con la rete consente l’assorbimento di minime quantità di insetticida di cui è intrisa. Per l’utilizzo di questo tipo di trappola i Servizi fitosanitari di Lombardia e Piemonte hanno chiesto e ottenuto una particolare autorizzazione dai ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura”.