Fra meno di un mese, a giugno, Bruxelles renderà esplicite le proposte per la nuova Pac 2021-2027, intanto molte delle intenzioni e degli orientamenti dell'Unione europea sono già noti. Se n'è parlato a Macfrut, durante un convegno organizzato da Consulenza agricola dal titolo 'Competitività e sostenibilità della frutticoltura: quali risorse dall'Europa'.

A entrare nel dettaglio delle intenzioni di Bruxelles è stato Angelo Frascarelli, docente di Politica agroalimentare dell'Università di Perugia. Il 2 maggio è stata resa nota la proposta di bilancio della Commissione europea per il periodo appunto 2021-2027. Quello che è certo è che per la Pac ci saranno meno soldi, così come per la coesione. Il taglio delle risorse si attesterà fra il 5 e l'8%, d'altra parte c'è da affrontare la Brexit, c'è l'emergenza migranti e c'è una forte pressione per la sicurezza da parte dei cittadini europei, molte delle risorse andranno a rispondere a nuove esigenze.

L'agricoltura, comunque, continuerà a essere fra le più importanti voci di bilancio. Meno soldi dunque per la Pac, ma dove saranno spesi? A rispondere è stato proprio Angelo Frascarelli che ha tratteggiato il nuovo volto dell'agricoltura europea.

La parola chiave, il faro che dovrà illuminare le scelte degli imprenditori agricoli, d'ora in avanti, è 'smart'. A indicare la strada a Bruxelles sono stati proprio i cittadini dell'Unione che, un anno fa, hanno risposto a una consultazione pubblica, indicando quali fossero i desideri per l'agricoltura del futuro. I cittadini hanno chiesto più sostenibilità, più biologico, più trasparenza, più benessere per gli animali, più lavoro, cibo sano e sicuro, insomma.
"Binomio inscindibile della nuova Pac - ha detto proprio Frascarelli - sarà sostenibilità e produttività. Bisogna produrre di più, mantenere le stesse rese del convenzionale e produrre in maniera sostenibile e biologica. Servirà quindi molta innovazione. Sull'ambiente non si torna indietro e neanche sulla produttività. Ci vogliono più tecnologia, più trasparenza, più resilienza, informazioni in tempo reale, riduzione dei costi di produzione, capacità di prevedere in anticipo le produzioni e meno impatto sull'ambiente".

Per quanto riguarda i pagamenti, restano i pagamenti diretti e resta la struttura Primo pilastro - Secondo pilastro. Fra le parole chiave da imparare fin da ora c'è 'New delivery model' ovvero una nuova modalità di attuazione che punterà a una semplificazione. Saranno scritti dei regolamenti europei che serviranno a definire la cornice entro cui si muoveranno, con più autonomia, Stati e Regioni. Altro concetto da tenere presente è il 'capping' ovvero un tetto per le grandi aziende mentre il livello di sostegno per i singoli paesi si avvicinerà, la cosiddetta 'convergenza esterna'.
Il 'greening' scomparirà come voce a sé stante ma sarà inglobato nel regime di condizionalità.

Bruxelles si sta ponendo anche il problema di come affrontare il mercato che sempre di più si contraddistingue per una forte volatilità dei prezzi: "L'Ue - ha spiegato ancora Frascarelli - propone reti di sicurezza e forme organizzate di produttori. Se quindi i produttori sapranno organizzarsi otterranno dall'Ue più soldi e più potere. L'Europa chiede più protagonismo agli agricoltori sul mercato".
 


Tutto pronto dunque per la nuova Pac? Il processo è solo all'inizio, la prossima tappa è fissata a giugno, quando Bruxelles dettaglierà le proposte, poi partirà il dibattito politico.
L'obiettivo è chiudere entro la primavera 2019, prima delle elezioni europee, se non sarà possibile, allora si tornerà a discuterne nel 2020.