E' una storia lunga decenni, ma che da dodici anni ha preso ufficialmente il via con la richiesta di riconoscimento ministeriale del Consorzio di tutela del riso del Delta del Po Igp, che ha avuto esito positivo a novembre 2013. E con il convegno dello scorso 27 febbraio a Fico, il parco agroalimentare bolognese, il Consorzio ha voluto raccontare i risultati raggiunti e le prospettive future.

Il presidente Adriano Zanella ha ripercorso gli step di costituzione dell'ente e il riconoscimento dell'Igp, soffermandosi sull’'importanza del lavoro di concerto fatto sia a livello istituzionale da parte di entrambe le regioni di riferimento, sia grazie agli accordi di filiera che hanno tutelato e consolidato il rapporto tra i risicoltori e l'industria.
"Oggi possiamo raccontare numeri di tutto rispetto: sono, infatti, 33 i soci del Consorzio che hanno investito 1.306 ettari in Igp, producendo, nel 2017, più di 7.100 tonnellate di risone e 1.420,74 tonnellate di riso" ha dichiarato il presidente.

"La forza di questa esperienza è stata la profonda consapevolezza dei ruoli all'interno della filiera. In questo senso i risicoltori si sono concentrati nella produzione di un ottimo riso, mentre l'industria ha lavorato per garantirne l'acquisto con importanti premialità riconosciute" ha proseguito Zanella sottolineando l'importanza degli accordi di filiera.

Giorgio Trentin, direttore U.O Qualità, conoscenze ed innovazioni agroalimentari della Regione Veneto ha confermato l'esempio positivo del Consorzio che è riuscito a raggiungere risultati importanti sia grazie alla sapienza del Cda di accogliere le occasioni, sia grazie al continuo dialogo con le amministrazioni. "In questo senso la collaborazione interregionale è risultata fondamentale", ha affermato.

A seguire l'intervento di Paolo Carrà, presidente dell'Ente nazionale risi, che dopo una panoramica tecnica sulle prospettive per la campagna 2017-2018, ha sottolineato l'importanza di un dialogo europeo per fissare regole comuni che tutelino gli stati e il prodotto.

Presente al convegno anche Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico: "il parco agroalimentare bolognese è nato per rappresentare la nostra biodiversità. Si tratta di una piattaforma imprenditoriale attraverso la quale vogliamo portare all'estero quella che è la qualità italiana per educare e far comprendere che la qualità è fondamentale".

Qualità anche legata al benessere e alla salubrità dei prodotti a marchio. Arianna Ruzza, ceo dell'agenzia Relazioni cosmiche Srl, ha raccontato dell'evoluzione del mercato dei consumatori. "Una volta si parlava di nicchie di mercato, ora queste nicchie sono diventate vere e proprie tendenze".

E' stato poi il turno di Leo Bertozzi, segretario Aicig, che ha raccontato come Dop e Igp siano un riconoscimento ormai diffuso e riconosciuto a tutti i livelli, portando come esempio la genesi e l'iter della protezione delle Ig in Europa. "Si è trattato di un'azione collettiva fra iniziativa privata e sostegno pubblico. In questo senso, a protezione dei prodotti a marchio è giusto invocare norme di tutela ma queste norme devono tutelare regole stabilite preliminarmente dai produttori nel disciplinare".

La parola poi è passata ad Alessandro Chiarini, responsabile Affari legali di tutela del Grano Padano Dop, che ha accompagnato i presenti lungo l'iter di riconoscimento di un prodotto che è tra i più riconosciuti all'interno dei prodotti a marchio registrato. "Il marchio è fondamentale, poiché rappresenta una garanzia per il consumatore della bontà del prodotto".

Infine, le conclusioni sono state affidate all'assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna Simona Caselli: "si è opportunamente parlato di qualità, ma oggi è fondamentale guardare a ciò che richiede il mercato. Per fortuna il consumatore è sempre più attento alla sostenibilità, alla salute e al benessere oltre che all'origine dei prodotti".

"Con il Consorzio - ha proseguito l’'assessore - abbiamo sempre lavorato bene: le opportunità a disposizione sono evidenti e si vedono anche nei risultati obiettivi".