Il digestato non è uno scarto, ma un vero sottoprodotto, con un valore economico ben preciso e che, come tale, deve essere sfruttato. 

È questo, in sintesi, quanto emerso dal Biogas Day organizzato da Vogelsang a Treviglio (Bg) il 15 febbraio 2013, presso la sede della Banca di Credito cooperativo.

 


Di seguito, in sintesi, gli interventi dei relatori.

 


Guido Bezzi (Servizio agronomia – Consorzio italiano biogas)
Il decreto sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (D.M. 6 Luglio 2012) ha riformato il regime degli incentivi, stabilendo che gli impianti che entrano in funzione a partire dal gennaio 2013 accedano a tre diversi sistemi di incentivi: diretto, per siti fino a 100 kW; metodo dei registri (fino a 5 mW) e aste al ribasso (oltre 5 megawatt). Gli incentivi, che avranno durata di 20 anni, potranno essere rivisti e non dovranno comunque superare una quota massima di 5,8 miliardi di euro l’anno.

 

Il decreto tende a favorire i piccoli impianti che usino sottoprodotti nel processo di digestione; pertanto l’incentivo decresce all’aumentare della potenza installata e, per ottenere il regime di incentivi più alto un impianto non deve usare più del 30% di colture dedicate, nel caso sia alimentato con un mix di prodotti. Sono inoltre previsti premi sull’incentivo per impianti ad alta efficienza e per chi riduce l’azoto presente nel digestato.

 

Per quanto riguarda il regime dei registri, inoltre, si darà precedenza agli impianti di minor potenza, procedendo in ordine di presentazione della domanda. Il primo registro è stato reso noto il 15 gennaio scorso e vede in graduatoria 205 impianti. Ventisei impianti, rimasti esclusi, saranno inseriti a titolo straordinario nel secondo registro. Il bando per quest'ultimo sarà pubblicato il 31 marzo. A fine aprile si aprirà il registro, che resterà aperto fino a giugno compreso. Entro i primi di settembre si conosceranno le graduatorie.

Per finire, Bezzi è intervenuto sulla funzione del digestato, da considerarsi come una parte del processo di produzione del biogas e non uno scarto del medesimo.
Secondo i primi risultati del progetto “Nero”, finanziato dalla regione Lombardia, infatti, l’uso di digestato come fertilizzante consente di ottenere produzioni di mais analoghe e talvolta superiori rispetto alle tesi concimate con urea.

 


Paolo Corbari (Vogelsang Italia)
Attraverso il dosaggio di materiali solidi alimentati sottoforma di “purea” liquida, una miscela solido-liquido ottimale per i batteri anaerobici, si incrementa il rendimento di gas e si riduce il fabbisogno energetico

 

I metodi per ottenere una miscelazione ottimale tra i vari elementi che compongono la dieta del digestore sono diversi. Per esempio, si può usare una vasca di miscelazione, oppure un sistema come Turbomix di Vogelsang: uno skid trasportabile che contiene in un unico blocco il sistema di triturazione, miscelazione e pompaggio e e può pertanto essere installato senza alcun cantiere. Al suo interno può contenere il Rotacut, trituratore efficiente anche su fibre sottili e caratterizzato da un minor assorbimento di energia rispetto ai frantumatori.

Per miscelare scarti solidi o liquidi senza ricorrere alla prevasca, invece, si può utilizzare QuickMix II, che omogeneizza qualsiasi tipo di materiale purché di lunghezza inferiore a 10-15 cm.

Nel caso invece si debbano trattare materiali con probabile presenza di pietre, sabbia o altri corpi estranei (insilati di erba o mais, letame, pollina, tuberi fino al 25% del volume totale) Vogelsang consiglia l’ultimo nato in materia di miscelazione: Energy Jet. Il suo principio di funzionamento, infatti, fa in modo che la componente solida della miscela non entri in contatto con la pompa, ma sia mescolata alla frazione liquida in un’apposita sezione del condotto e immediatamente dopo inviata al digestore. Non è tuttavia adatto per miscele che vedano una prevalenza di prodotti liquidi, perché richiede che la frazione solida formi un “tappo” che evita il deflusso del liquido in pressione verso la coclea principale. 

 

Per finire, BioCrack è un sistema che sfrutta un campo elettrico ad alto voltaggio per intaccare le membrane cellulari del substrato rendendole temporaneamente permeabili e favorendo in questo modo l'attacco da parte dei batteri digestori. BioCrack è costituito da un trituratore, una pompa volumetrica e due elettrodi. Movimentando il materiale presente nel digestore per 4-10 ore al giorno può incrementare la resa in biogas fino al 15%, ridurre i tempi di miscelazione fino al 30% e abbattere i consumi per la miscelazione all'interno del digestore del 10% circa.

 


 

Un momento dell'incontro, tenutosi presso la sede della Banca di Credito cooperativo di Treviglio (Bg)



Matteo Ferrari (Vogelsang Italia)
Vogelsang realizza anche apparecchiature per la distribuzione del digestato in campo. Ferrari ha ricordato l'importanza della distribuzione ?intelligente?, ben diversa dal semplice smaltimento. La tecnica più sofisticata offerta da Vogelsang è XTill, un rivoluzionario attrezzo che effettua, in una sola passata, la distribuzione controllata del liquame e una lavorazione a strisce del terreno secondo i principi dello strip tillage, una tecnica nata oltre mezzo secolo fa negli Stati Uniti e che prevede di lavorare soltanto la striscia di terreno dove sarà depositato il seme. 

 

Secondo diversi studi, lo strip tillage migliora la capacità di assorbimento e immagazzinamento dell?'acqua, migliora la struttura meccanica del terreno e previene erosione e dilavamento.

 

Oltre a effettuare la lavorazione suddetta, XTill, fornito in larghezze di lavoro fino a 6 metri (8 file, regolabili a partire da 45 cm, ma con la 12 file in fase progettuale), nella versione S (slurry, ovvero liquame) distribuisce anche il digestato con precisione garantita dai rinomati dosatori Vogelsang. 

 

L'attrezzo è formato da un coltro a disco dentato che incide la superficie, seguito da due rastrelli che sminuzzano le stoppie e altri residui, un vomere a doppio taglio fornito (nella versione S) di iniettore del liquame e infine due dischi ondulati e due rulli pressori, per formare e compattare il controsolco. Lavorando un terzo della normale superficie, XTill fa risparmiare gasolio e mantiene la tessitura del terreno. Inoltre, inietta i liquami direttamente a 20 cm di profondità, annullando il problema dei cattivi odori. 

 

Il secondo sistema di distribuzione realizzato da Vogelsang è SwingUp, una barra sospesa con larghezza di lavoro da 6 a 18 metri, da quest'anno in produzione anche in Italia. È dotata di calate per la distribuzione del liquame sul terreno o a pochi cm da esso e permette una precisione del 95% nella distribuzione. 

 

Depositando il liquame direttamente sul terreno è possibile lavorare su colture già sviluppate senza contaminare le foglie; per questo motivo, ha sottolineato Ferrari, le barre Vogelsang possono essere impiegate su piante alte fino a 80 cm. Inoltre la distanza di 30 cm tra i tubi di distribuzione è tale da permettere alle radici delle piante di raggiungere in ogni caso il fertilizzante. 

 


Gabriele Boccasile (DG Agricoltura, regione Lombardia)
L'agricoltura deve fare la sua parte nella lotta all'inquinamento. A questo proposito, Boccasile ha ricordato l’obiettivo che la Lombardia si è data in merito alla copertura delle vasche: entro quattro anni dovranno essere tutte coperte, per evitare che l’acqua piovana vada ad aumentare il volume del chiarificato da smaltire e che, d'altra parte, si abbiano dispersioni di ammoniaca nell'atmosfera.

Infine, sempre dalla Regione arriva l’impegno ad adoperarsi per far sì che il digestato sia considerato un fertilizzante e dunque utilizzabile dagli agricoltori senza alcun vincolo.