I Consorzi di bonifica sono impegnati, in questi giorni, a garantire la massima efficienza alla rete idraulica alla vigilia della stagione delle piogge. L'annunciata perturbazione "Cleopatra" sta portando fenomeni meteorologici particolarmente intensi su almeno sei regioni: Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania.

 

"E' una situazione ad alto rischio – commenta Massimo Gargano, presidente dell'Anbi, l'Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni  – accentuata dalla siccità ancora presente e che, provocando l'aridità dei terreni, ne riduce la capacità di assorbimento, aumentando il rischio di alluvione soprattutto di fronte alle "bombe d'acqua", che già si sono registrate in alcune zone del Paese".

 

Anbi ricorda che, secondo dati del ministero dell'Ambiente, sono 6.633 (82%) i comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico ed interessano 2.951.700 ettari (9,8% del territorio nazionale); oltre la metà degli italiani vive in aree a rischio.

 

Negli ultimi 80 anni si sono verificati circa 5.400 alluvioni e 11.000 frane; per tamponare i danni, secondo una studio del Consorzio Universitario del Politecnico di Milano, lo Stato spende oltre 2 miliardi l'anno, ai quali va aggiunto un altro miliardo e mezzo complessivo per gli interventi minori.
La situazione è complicata dal fatto che l'Italia è un Paese fortemente antropizzato, con una densità media pari a 189 abitanti per chilometro quadrato (la Francia ne conta 114, la Spagna 89), ma con fortissime differenze nella distribuzione territoriale: ai 68 abitanti per chilometro quadrato della Sardegna si contrappongono i 379 della Lombardia fino ai 420 della  Campania. Si tratta di una situazione di drammatica vulnerabilità, in cui la fragilità del territorio è aggravata dalla intensa urbanizzazione. Si stima che  il consumo di suolo medio quotidiano sia pari a circa 137 ettari, vale a dire 193 campi da calcio; in un anno tale dato raggiunge circa 50.000 ettari, vale a dire che in poco più di due anni si perde una superficie pari alla città di Roma.

 

L'Anbi sottolinea come la tutela ed il risanamento idrogeologico del territorio devono costituire priorità strategiche per garantire al Paese le condizioni territoriali indispensabili per la ripresa della crescita economica.

 

A tal uopo, secondo Anbi, sono necessarie costanti ed organiche azioni di manutenzione, volte a garantire l'efficienza dei sistemi di scolo delle acque e la riduzione delle interferenze delle attività dell'uomo con le regole dell'idraulica, riducendo così drasticamente i rischi derivanti da eventi meteorologici estremi.