150 milioni di euro i danni per il Parmigiano Reggiano, altrettanti per le abitazioni rurali, capannoni, magazzini e infrastrutture; 70 milioni a carico del comparto Grana Padano e altri 50 per le infrastrutture idrauliche. A questi si sommano ulteriori 50milioni di euro per la raccolta, la lavorazione e la trasformazione di vino, frutta, carne e orticole. Supera i 15milioni il computo per il comparto dell'aceto balsamico cui vanno sommati 35milioni di euro per i danni a macchinari e attrezzature agricole che vanno a chiudere la lunga e spaventosa lista stilata da Coldiretti in cui viene fissata la stima provvisoria dei danni ad un ammontare di 520 milioni di euro.
Sos siccità
Ad aggravare la già dura panoramica, si aggiunge l'allarme siccità lanciato da Coldiretti e Cia.
All'origine del disagio ancora una volta il terremoto che ha provocato danni a due dei più grandi impianti idrovori dell'area: Pilastresi del consorzio di bonifica di Burana e Mondine del consorzio di bonifica dell'Emilia centrale; “all'asciutto 200mila ettari e 3500 aziende per la maggior parte agricole” afferma Cia in un comunicato.
Senza acqua un areale compreso tra le provincie di Modena, Ferrara e Reggio Emilia dal quale proviene la maggior parte, circa l'ottanta per cento, della produzione di pere Made in Italy che ora corre un forte rischio viste le temperature in costante aumento.
“Da evitare – afferma Massimo Gargano presidente Anbi, l'Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni -, che gli impianti idraulici si fermino definitivamente”; Franco Braga sottosegretario all'Agricoltura, a fronte di una prima stima dei danni pari a 70milioni di euro determinata nel sopralluogo effettuato presso le strutture danneggiate, comunica all'Anbi che nell'incontro di mercoledì 6 giugno con il ministro Passera, verranno determinate le risorse disponibili per ripristinare al più presto il servizio di irrigazione e rendere nuovamente attivi gli impianti idrovori danneggiati, la cui operatività preserva dal rischio di alluvione in caso di forti piogge una vasta ed abitata area della Pianura Padana.
Il problema occupazione
Anche sull'occupazione è caduta la scure del sisma. A rischio secondo Coldiretti ottomila posti di lavoro solo nel settore dell'agroalimentare; un problema che colpisce tanto i titolari quanto i braccianti, costretti i primi “a vendere le proprie vacche a causa dei danni provocati alle stalle - mentre i secondi - impegnati nelle attività di mungitura e raccolta nei terreni coltivati, rischiano di rimanere a secco con l'arrivo del grande caldo proprio nel momento in cui c'è più bisogno di acqua per l'ingrossamento dei frutti” conclude l'associazione.
Speculazioni sul latte
Allo sciacallaggio sul Grana Padano e sul Parmigiano Reggiano denunciato negli scorsi giorni, si aggiunge quello sul latte da parte di alcuni operatori commerciali che, denuncia Coldiretti cui fa eco Cia, “hanno deciso l’immediata riduzione del prezzo pagato alla stalla, disdicendo unilateralmente i contratti in essere con la scusa dei maggiori costi determinati dal terremoto”.
Considerando che nelle aree colpite dal sisma si verificano cali produttivi di dieci ma anche quindici punti percentuali imputabili a numerosi fattori tra cui lo stress in primis, il tentativo di scaricare costi impropri sugli allevatori in una situazione di mercato già difficile ora aggravata dagli effetti del terremoto è quanto mai gravissimo.
“Le difficoltà – osserva Cia -, dovrebbero, invece, unire e far sviluppare il massimo impegno affinché si riesca a salvaguardare produzioni di eccellenza”.
Campo di mais (Fonte: Cia Modena)
La produzione dove la metto?
Difficoltà burocratiche rischiano di lasciare 'senza dimora' produzioni quali grano tenero, mais e frutta la cui raccolta è ormai prossima.
“L'ordinanza della protezione civile – spiega Confagricoltura -, emanata tre giorni fa, sembra non fare distinzione tra gli immobili danneggiati e quelli che pur utilizzabili, sono stati costruiti prima del 2008 e quindi rischiano di non ottenere la certificazione di agibilità sismica richiesta dalla normativa”.
Per questo, Confagricoltura chiede il varo da parte del Governo e della protezione civile di disposizioni straordinarie e urgenti per il rilascio di certificati di agibilità provvisori.
Non dimenticatevi di noi
Dichiarandosi vicino e solidale a contoterzisti e agricoltori, Marco Speziali presidente di Apima Mantova richiama l'attenzione anche sulle difficoltà delle imprese agromeccaniche “che – sostiene -, svolgono un ruolo insostituibile nella filiera primaria e che scontano problemi di liquidità e di bilancio” ; Speziali chiede all'Unione europea, alle istituzioni e agli istituti di credito di non sottovalutare quelle aziende che rischiano di rimanere esposte per i servizi che non rinunceranno a dare.
Lombardia, approvato un documento per gli aiuti
Approvato dalla Commissione Agricoltura lombarda presieduta da Mauro Parolini, un documento che verrà portato in Consiglio regionale alla prima seduta utile e che richiede interventi volti ad identificare in tempi rapidi, canali utili a reperire fondi da anticipare a caseifici e allevamenti; l'attivazione di linee di credito e sostegni finanziari ordinari e straordinari oltre alla presentazione delle esigenze del comparto sul tavolo europeo e nazionale.
Giulio De Capitani Assessore all'agricoltura, ha quindi annunciato che mercoledì 6 durante la seduta di Giunta proporrà una delibera volta ad agevolare l'acceso al credito e destinare fondi regionali alle imprese agricole danneggiate.
Crolli nelle campagne (Foto: Coldiretti Emilia-Romagna)