In questa lunga fase anticiclonica il clima è comunque in grado di regalare nevicate bizzarre. Diverse segnalazioni di accumuli nevosi in Lombardia, tra Milano e Brescia. Si tratta di 'neve chimica', un fenomeno in formazione nelle aree industriali con un alto tasso d’inquinamento, un breve assaggio invernale prima di una vera perturbazione artica prevista tra il 21 e 23 gennaio.
La neve chimica
Negli ultimi giorni alcune località si sono svegliate sotto candidi fiocchi che hanno depositato al suolo un strato bianco di alcuni centimetri, in particolare nelle aree industriali tra il milanese e il bresciano, facendo credere ai cittadini che si trattasse di una vera e propria nevicata.
In realtà il fenomeno è più complesso, perché questo tipo di nevicata avvenga devono associarsi diversi fattori, ovvero un regime anticiclonico ben strutturato e uno strato di inversione termica nei primi 200-400 metri, al cui interno si sono formate nebbie o dense foschie.
Le nebbie non sono altro che microscopiche goccioline di acqua in sospensione nell’aria e se le temperature sono negative, tali goccioline allo stato liquido tendono facilmente a formare la galaverna (comunemente chiamata nebbia congelata). Soprattutto in caso di deboli brezze, le goccioline impattano con le superfici verticali (alberi, tetti) e vi rimangono passando dallo stato liquido allo stato solido con la formazione dei caratteristici cristalli di ghiaccio.
La 'neve chimica' invece, al contrario della galaverna, è una precipitazione vera e propria e ha origine quando nell’aria si trovano particelle solide derivanti dalle attività industriali che fungono da nuclei di condensazione. In tal modo le goccioline delle nebbie congelano su questi nuclei, formando cristalli di ghiaccio in sospensione.
Anche in questo caso le brezze favoriscono gli scontri tra i cristalli, inizialmente microscopici, che si aggregano diventando sufficientemente pesanti da precipitare al suolo, proprio come nel caso della neve tradizionale. Al contrario delle normali nevicate, in questo caso si tratta di fenomeni estremamente localizzati e irregolari.
Il punto della situazione: gelo e fitte nebbie sulla Penisola
Siamo entrati nel vivo dell’irruzione fredda proveniente dal polo; l’aria artica ha invaso gran parte dell’Europa e grazie alla circolazione orientale, le temperature hanno subito un brusco calo. Helsinki è a -10°C, Oslo a -8°C, Mosca a -5°C con neve in atto, Bucarest è a -4°C come Varsavia, Kiev è a -3°C Berlino a -2°C, Belgrado a -1°C, Vienna a 0°C come Parigi e Istanbul; nel Regno Unito troviamo Edimburgo addirittura a -6°C e Londra, più mite, a +1°C.
In questo scenario gelido, l’Italia non sfigura affatto: nelle ultime ore, gran parte dell'Italia settentrionale ha goduto degli effetti della vasta alta pressione sull'Europa centro occidentaleche ha cosi rinnovato condizioni di tempo stabile e sostanzialmente soleggiato e ha favorito nel contempo la formazione di diffuse nebbie e nubi basse su gran parte del catino padano, con singolari fenomeni di 'neve chimica'.
Temperature sotto media di 5/7°C ovunque, gelate da nord a sud con valori minimi degni di nota, toccati i -10°C a l'Aquila, -9°C a Bolzano, -8°C a Torino, -7°C a Bergamo, Arezzo e Udine, -6°C a Verona e Treviso, -5°C a Firenze e Frosinone, -4°C a Brescia, Milano e Roma. Pesanti anomalie anche al sud, ove si sono raggiunti i -6°C nella periferia di Castrovillari , -3°C a Foggia, Grazzanise e Lecce, -2°C a Gioia del Colle e 0°C a Bari.
Segnalati alcuni piovaschi sul territorio siculo, con accumuli sino a 10 mm nel Catanese. Altre nubi, senza fenomeni annessi, hanno interessato la Puglia, l’Abruzzo ed il Molise, nonché le regioni Ioniche settentrionali.
Analisi
L'Italia si trova oggi in una delle situazioni più complesse dal punto di vista previsionale di tutta la stagione invernale. Dopo mesi di assoluta stabilità atmosferica in Europa, è stato interrotto il dominio assoluto del vortice polare, la scissione di tale figura ha reso le prospettive atmosferiche assai confuse, gettando nel caos tutti i centri di calcolo. Non solo ogni giorno, ma ad ogni emissione modellistica, cambiano anche radicalmente gli scenari barici proposti. Purtroppo gli amanti della neve dovranno fronteggiare un’ennesima delusione.
L'irruzione artica che fino ad ieri era vista entrare con sicurezza sul Mediterraneo centrale, oggi viene vista decisamente più debole, interessando la Penisola solo marginalmente.
La causa principale è riconducile a quella bassa pressione che da settimane permane sul Canada, che spingendosi ripetutamente verso est, impedisce all’alta azzorriana di elevarsi verso nord, togliendo spazio alle saccature artiche di scendere fin sull’Italia.
Evoluzione: l'Italia nella morsa del gelo
Abbiamo assistito ad un cambio circolatorio sostanziale. Venti da ovest, in rapida intensificazione, soffieranno sulle regioni Tirreniche e con essi fluiranno nubi localmente minacciose. Sono attesi piovaschi dalla Toscana alla Calabria, così anche sui settori occidentali delle Isole Maggiori e sul Levante Ligure. Sulle Alpi, invece, i venti si disporranno da quadranti nord occidentali divenendo di fohn nelle zone esposte. Dal pomeriggio tornerà la neve sui crinali di confine dai 1100-1600 metri di quota, in rapido calo sino a 700 metri sull'Alto Adige.
Il tutto precederà un vivace peggioramento che tenderà a svilupparsi con massimo apice sulle regioni centro meridionali. Peggioramento che prima verrà introdotto dalle correnti occidentali, ma che poi verrà seguito da un'irruzione d'aria fredda proveniente dalla Scandinavia. Aria artica che abbasserà rapidamente le temperature accentuando un clima propriamente invernale. Possibili nevicate sulle montagne dell'Appennino centro settentrionale anche sotto i 1000 metri.
Il maltempo si prolungherà anche nella prima parte di sabato, quando si avranno ancora nevicate a quote collinari lungo la dorsale appenninica. I venti da nord saranno costretti ad oltrepassare le Alpi e scendendo sulle pianure settentrionali diverranno secchi e relativamente miti. Ragion per cui i cieli appariranno sereni o poco nuvolosi, salvo un po' di nubi sul Triveneto ma con deboli fenomeni limitati alle sole coste Adriatiche. Sulle creste di confine e nei versanti alpini settentrionali si avranno intense bufere di neve.
La nuova settimana aprirà all’insegna del freddo. Probabilmente l’aria pungente si sentirà soprattutto nelle regioni adriatiche e al Sud, mentre sulle regioni di Ponente il ritorno di un’area anticiclonica - oltre a determinare bel tempo - porterà un generale rialzo delle temperature.
Conclusione
Nella settimana ventura si aprirà una fase più dinamica per l'Europa, con risvolti futuri positivi anche per l'inverno della nostra Penisola. Molti elementi introdurranno un periodo non solo caratterizzato dal freddo, ma anche da abbondanti precipitazioni da nord a sud.