La proposta sarà anche provocatoria, ma invita ad una riflessione ed arriva dalle colonne de “La Stampa” del 4 ottobre con un articolo che già dal titolo la dice lunga: “E noi adesso smettiamo di seminare”. Colpa di questa crisi dei campi che prosciuga il portafoglio di agricoltori e allevatori. E allora tanto vale non seminare, come pure gettare il latte alle ortiche. E' ancora “La Stampa” dello stesso giorno che ricorda i numeri di questa crisi prendendo lo spunto dalla Conferenza Economica di Cia (se ne parla anche su questo numero di Agronotizie). L'incontro promosso dalla Cia ha avuto larga eco sui quotidiani di questi ultimi giorni a iniziare dal “Corriere della Sera” del 2 ottobre che anticipa i temi della Conferenza ricordando che un agricoltore su tre è a rischio chiusura. Colpa della mancanza di risorse finanziarie per l'agricoltura come si può leggere su “Il Sole 24 Ore” del 3 ottobre mentre “Italia Oggi” nello stesso giorno ricorda l'assenza dell'agricoltura dalla Finanziaria 2010. Per uscire dalle difficoltà gli agricoltori della Cia chiedono allora interventi concreti o “sarà mobilitazione” come si legge su “Brescia Oggi” del 4 ottobre.
Servono aiuti
Non c'è solo la Conferenza della Cia a ricordare le difficoltà dell'agricoltura. Dalle pagine de “Il Resto del Carlino” del 2 ottobre si apprende che in Italia entra sempre più grano di importazione mentre i prezzi crollano. Che ci sia bisogno di aiutare l'agricoltura lo afferma dalle colonne de “Il Riformista” del 2 ottobre lo stesso ministro Zaia. Di aiuti all'agricoltura si parla poi sul quotidiano cremonese “La Provincia” del 30 settembre e da “Il Giorno” del 2 ottobre si apprende che i problemi riguardano anche il riso, con prezzi in caduta libera.
Meglio i Dop
Solo i prodotti a marchio di origine (Dop e Igp) sembrano resistere meglio all'ondata della crisi e l'Italia in questo settore può vantare, come riporta “La Repubblica” del 2 ottobre, il maggior numero di prodotti a marchio. Nelle etichette, si legge su “Il Giornale” del 30 settembre, potrebbero anche arrivare le indicazioni in dialetto. Ma già saremmo contenti se finalmente si potesse conoscere almeno l'origine dei prodotti, ma ci sarà da aspettare...A proposito di etichette e marchi, su “Il Corriere del Trentino” si può leggere la curiosa storia (ignorata da altri quotidiani) di Melinda, che su internet ha incontrato alcuni detrattori, tanto che si parla di diffamazione. Continua intanto a macinare consensi presso i consumatori il biologico, che conquista spazi anche nei mercatini rionali. come afferma “Il Mattino” dell1 ottobre.
Vini e uve
Male anche le uve, ma bene il vino. Questa la sintesi delle notizie che riguardano il settore pubblicate negli ultimi giorni. Il 4 ottobre da “Il Sole 24 Ore” ci ricordano infatti che il prezzo delle uve è in forte sofferenza, ma è sempre “Il Sole 24 Ore”, in questo caso del 30 settembre, che ricorda la sfida fra i vini della Borgogna e quelli dell'Oltrepo, riuniti in una nuova associazione. La sfida continua anche per lo Champagne, tanto che un importante produttore francese ha deciso di investire in Emilia-Romagna, in un inconsueto binomio fra bollicine e mortadella. I dettagli si possono leggere su “Il Mondo” in edicola il 2 ottobre.
Latte in alto mare
Sempre irrisolti i problemi del latte, tanto che si continua a parlare del latte versato nei campi per protesta (Corriere della Sera, 1 ottobre), protesta che continua sotto le finestre dei ministri agricoli riuniti a Bruxelles (Il Giorno, 5 ottobre). Sui risultati del summit si dividono le opinioni dei giornali e mentre “La Stampa” del 6 ottobre afferma che i ministri hanno trovato un accordo sulle misure da prendere, “Il Resto del Carlino” dello stesso giorno pone l'accento sulle divisioni che hanno contraddistinto l'incontro. In difficoltà anche il latte di pecora e dunque il pecorino, tanto che il Consorzio di tutela pensa ad una riduzione dei quantitativi prodotti per ridare tono al mercato. Se ne parla su “Nuova Sardegna” del 4 ottobre, mentre “Libertà” del 3 ottobre dà un resoconto delle iniziative del Consorzio del Grana Padano per fronteggiare la crisi. Si torna a parlare (Giornale di Brescia, 4 ottobre) anche dei problemi della suinicoltura, alla prese con la “bocciatura” del marchio Dop per il Gran Suino Padano.