“La responsabilità dell’uomo, evidenziata dagli studi scientifici, nasce da un malinteso rapporto con la natura, da un’ambiguità dell’attuale concetto di progresso dell’umanità – ha dichiarato monsignor Vincenzo Paglia, Conferenza episcopale italiana –. Non c’è progresso se non è per tutti coloro che oggi abitano la Terra e per coloro che domani la abiteranno”.
Incentivi per le fonti rinnovabili e miglioramento dell’efficienza energetica, ma anche responsabilità sociale e promozione di una cultura della ricerca e dell’innovazione.
Nel corso della conferenza su “Politiche energetiche e cambiamenti climatici” organizzata da Greenaccord con il patrocinio del Senato della Repubblica Italiana nella Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, alla presenza del Presidente del Senato Franco Marini, del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e del vice ministro allo Sviluppo economico Sergio D’Antoni.
Al centro dell’incontro, temi legati alla necessità di un radicale cambiamento di rotta delle politiche energetiche.
“La lotta ai cambiamenti climatici deve essere una priorità dell'agenda politica del nostro Paese. Attualmente - osserva Pecoraro Scanio - l'Italia produce 586 milioni di tonnellate di Co2 e per rispettare il protocollo di Kyoto nel periodo 2008/2012 dovremmo avere una media di emissioni di 487 milioni di tonnellate. Ciò significa che è necessario ridurre le nostre emissioni di 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica". "Dobbiamo avviare una vera e propria rivoluzione culturale che metta al centro del dibattito politico, sociale e culturale la questione ambientale e un radicale cambiamento di tecnologie d abitudini. Sono sicuro - ha concluso il ministro - che il nostro Paese saprà raccogliere la sfida dell'innovazione e di comportamenti 'ambientalmente più virtuosi', rilanciando quel messaggio di 'amore per la natura' che ci ha regalato, in tempi non sospetti, San Francesco d'Assisi”.
A pochi giorni dall’approvazione del disegno di legge “pacchetto energia”, che dovrebbe portare ad una riduzione complessiva del 20% rispetto ai consumi attuali, e dall’entrata in vigore del decreto sul Conto energia, firmato dai ministri dei due dicasteri presenti, l’agenda politica è più che mai focalizzata sulla situazione energetica nazionale ed internazionale, sui trend e sulle abitudini di consumo e sui rapporti che intercorrono tra questi e i preoccupanti cambiamenti climaticii.
Dal primo volume del IV Rapporto sui cambiamenti climatici pubblicato dall’Ipcc (International panel for climate changes) emerge che i cambiamenti climatici imputabili al riscaldamento globale causato da gas serra, ipotizzati nei precedenti rapporti, si stanno verificando puntualmente e in maniera molto più rapida del previsto e, dall’impianto generale del medesimo studio, risulta che tale situazione è legata a responsabilità dirette dell’attività umana.
Emerge l’urgenza di iniziare subito a ridurre i consumi di carbone, petrolio e metano, a partire da un uso più efficiente ed intelligente dell’energia in tutti i settori e dall’utilizzo di fonti rinnovabili - eolico, solare e geotermia - per le quali l’Italia presenta una predisposizione naturale. Emerge anche a responsabilità di invertire politiche incoerenti che hanno portato l’Italia, a fronte dell’impegno a diminuire le proprie emissioni preso con la sottoscrizione del trattato di Kyoto, ad averle invece costantemente aumentate, addirittura nella misura del 13% dal 1990 ad oggi.
“La crisi climatica può essere affrontata solo affermando forti principi etici – afferma Edo Ronchi, vice presidente Commissione Ambiente del Senato –: il principio di solidarietà con le generazioni future, il principio della responsabilità comune con oneri differenziati, maggiori per chi dispone di maggiori risorse e ha inquinato di più, il principio di precauzione perché non si può rischiare una catastrofe ecologica, il principio di equità perché le conseguenze della crisi climatica sarebbero più pesanti proprio per le aree più povere del pianeta”.
Accanto alle strategie energetiche è necessario anche un cambiamento etico-culturale che produca stili di vita più responsabili, orientati ad un senso più alto di benessere e non all’individualismo consumistico.
L’iniziativa di Greenaccord intende stimolare una matura presa di coscienza da parte di tutta la società, con un’attenzione particolare per la classe politica, perché la salvaguardia del Creato divenga responsabilità etica oltre che una necessità sociale.
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