Carni suine: un’industria con oltre 1.000 imprese di macellazione. Entro il 2007 i consumi cresceranno del 2%.
Quello della macellazione e della lavorazione delle carni suine è un settore fortemente polverizzato: oltre 1.000 imprese di macellazione, di cui circa 20 presentano una capacità produttiva superiore ai 100.000 capi macellati all’anno e solo 5 ne lavorano più di 500.000. Le prime 20 realizzano circa il 70% dell’intero prodotto nazionale pari a circa 1,8 milioni di tonnellate e un fatturato complessivo di 2.4000 milioni di euro. Le previsioni al 2007 evidenziano una lieve crescita di consumo di carne fresca e una sostanziale stabilità di consumo industriale. L’articolo "Il punto del suino" è su Largo Consumo 12/06. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Carni rosse: dinamiche della produzione, commercializzazione e consumo. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Miele: la produzione media annua oscilla tra le 10 e le 11.000 tnl. Tuttavia il calo della domanda e la concorrenza estera creano non pochi problemi.
Momento agrodolce per il miele italiano, alle prese con prezzi piuttosto bassi, con una stabilità del mercato e con l’incubo delle importazioni dei mieli stranieri con i loro prezzi più bassi. La produzione media annua di miele in Italia oscilla tra le 10.000 e le 11.000 tonnellate: sulle tavole degli italiani si consumano ogni anno quasi 400 grammi di miele a testa, ma negli ultimi anni il settore è afflitto dal calo dei consumi e da una massiccia invasione di mieli dalla Cina e dall’Argentina, più economici, ma caratterizzati da scarsa qualità e dalla mancanza di analoghe garanzie igienico-sanitarie. L’articolo "Un mercato in agrodolce" è su Largo Consumo 12/06. Case History: Apicoltura Piana, Rigoni di Asiago. Elenco dei Citati nell’articolo. Per approfondimenti digita: "I risultati delle principali imprese agroalimentari in Italia: 2003-2004: Miele". Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Agricoltura: il metodo “integrato" è ancor oggi poco diffuso, pur avendo enormi potenzialità. Cosa è mancato per la sua affermazione?
L’"integrato" è un metodo agricolo che parte da considerazioni di carattere tecnico-scientifico e dalla necessità di opporre alle più diffuse problematiche di tipo fitopatologico , tecniche fitoiatriche e pratiche agronomiche che concorrono alla protezione delle colture nel rispetto degli equilibri biologici, dell’ambiente circostante e dell’imperativo di ottenere prodotti agroalimentari in quantità sufficiente e ineccepibili sotto l’aspetto qualitativo. Pertanto si ricorre all’utilizzo degli ausiliari, degli insetti utili e all’adozione di pratiche che riducono la dipendenza delle colture dagli input che derivano dalla chimica di sintesi e nel frattempo esaltano il ruolo degli equilibri biologici. L’articolo "Lotta integrata, questa sconosciuta" è su Largo Consumo 12/06. Case History: CSQA, Del Monte Foods Italia, Mutti, Fungorobica. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Sicurezza, certificazione e tracciabilità della filiera agroalimentare. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Vino: lo champagne chiude il 2005 con un +7,69%. Si posizionano al quinto posto per quantità tra i mercati esteri e al terzo per valore.
Le importazioni dello champagne in Italia anno dopo anno si stanno riappropriando delle quote di mercato che avevano nei decenni precedenti avendo chiuso il 2005 a quota 8.800.000 bottiglie, con un 7,69% in più rispetto al 2004, posizionandosi al quinto posto per quantità tra i mercati esteri e al terzo per valore (per un dato complessivo di 178 milioni di euro). I risultati dei primi 4 mesi del 2006 sono ancora migliori, con un +43,84% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati riguardanti le importazioni italiane dimostrano come i nostri consumatori privilegino gli champagne di grande qualità: infatti, il 7% del prodotto importato si riferisce ai vini millesimati, cioè alla categoria top. L’articolo "Uno champagne molto frizzante" è su Largo Consumo 12/06. Elenco dei Citati nell’articolo . Percorso di lettura correlato: Vino. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Distribuzione automatica: è in atto una campagna per considerare il canale di educazione per una corretta alimentazione. Ma come verificare la freschezza dei prodotti?
Confida, Associazione italiana distribuzione automatica, che rappresenta l’80% del ventaglio distributivo, ha reso noti i punti salienti sul quadro della distribuzione automatica in Italia. Il primo obiettivo triennale, a decorrenza dal 2006, posto in essere dal Ministero della Salute risulta essere il controllo e la diminuzione del soprappeso nelle giovani generazioni, tramite interventi che riguardino la casa, la famiglia e la scuola tramite l’opera divulgatrice dei media. L’articolo "Salubrità in macchina" è su Largo Consumo 12/06. Case History: Saiace, Verde Fresco, Bonduelle Food Service. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Distribuzione automatica, Alimentazione e salute. Per approfondimenti digita: "Distribuzione automatica al bivio". Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Sicurezza alimentare: 7 italiani su 10 ritengono sicuro il cibo sulle loro tavole. Solo il 4% degli italiani si è fatto influenzare dagli scandali alimentari.
Gli allarmi alimentari non mancano nel nostro Paese, tuttavia da un’indagine commissionata da Federalimentare ad Astra Ricerche emerge che 7 italiani su 10 ritengono sicuro il cibo sulle loro tavole. Malgrado gli allarmi che hanno toccato il settore alimentare nazionale, l’indagine ha dimostrato che la sensibilità nei confronti di ciò che arriva nel nostro piatto è cresciuta, fino ad arrivare al 55% dei nostri connazionali. E’ emerso anche che gli italiani hanno reagito in modo maturo senza perdere il piacere del cibo e la fiducia nell’industria alimentare. Solo il 4% degli intervistati ha cambiato stabilmente abitudini alimentari (contro il 16% registrato in Europa), il 29% non ha fatto nulla e il 67% ha avuto reazioni solo momentanee. L’articolo "A tavola con fiducia" è su Largo Consumo 12/06. Case History: CSQA, DNV, IMQ Food. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Sicurezza, certificazione e tracciabilità della filiera agroalimentare, Alimentazione e salute. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Confetture: la gdo ha veicolato nel 2005 il 68,8% delle vendite in volume. In calo del 9,6% le vendite al dettaglio.
Il settore delle confetture e marmellate si caratterizza per alcuni tradizionali fattori di successo, primo fra i quali la distribuzione; la presenza nelle grandi catene garantisce volumi di vendita ingenti. La gdo ha veicolato nel 2005 il 68,8% delle vendite in volume seguita dal dettaglio tradizionale (9,6%) in costante calo; la ristorazione collettiva ha assorbito il 12,4% dei volumi mentre la catena di hard discount ha assorbito un altro 7,4%. L’articolo "Marketing aspro per un dolce business" è su Largo Consumo 12/06. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Confetture e marmellate. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Sicurezza alimentare: in aumento le allergie: ne soffrono il 2% degli adulti e il 5-8% dei bambini. Auspicabile un’indicazione di potenziali allergeni nell’etichetta.
Allergie e intolleranze alimentari sono patologie sempre più diffuse: si calcola che oggi soffra di allergie alimentari circa il 2% degli adulti e il 5-8% dei bambini. Inoltre sono in aumento anche le allergie a più alimenti simultaneamente. In risposta alla necessità di fare chiarezza in merito e di venire incontro alle esigenze del consumatore è stata emanata la direttiva europea 2003/89/Ce, operativa dal 25 novembre 2005. Tale norma prevede l’obbligo di indicare in etichetta tutti gli ingredienti allergenici presenti in un alimento e la funzione che svolgono. L’articolo "Allergeni in etichetta" è su Largo Consumo 12/06. Case History: Amalattea, Humana, Probios. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Alimenti dietetici, anallergici, salutistici, probiotici e integratori. Per approfondimenti digita: "Quando la ricerca è tutto" . Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Combustibili: ha trovato una propria dimensione perché sano ed ecologico. Ma cos’è il pellet?
Il pellet è un combustibile alternativo, venduto sotto forma di “palline" o piccoli tronchetti della lunghezza di due centimetri e composto da trucioli, segatura potature agricole e residui erbacei. Tutti questi materiali vengono poi pressati e venduti in sacchi da almeno 3 chili ciascuno. Questo combustibile viene utilizzato per alimentare particolari stufe che sono impiegate per riscaldare ambienti o interi abitazioni, sostituendosi al riscaldamento tradizionale. Diffusosi soprattutto a partire dal 2000, il pellet ha dato vita a un vero e proprio mercato alternativo del combustibile. In Italia sono circa 40 le aziende che producono e vendono questo materiale dando vita a una produzione su scala nazionale di 300.000 tonnellate. L’articolo "Il fenomeno pellet" è su Largo Consumo 12/06. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Energia: fonti, consumo ed effetti ambientali. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Energia rinnovabile: nel 2003 ha coperto il 13% dell’offerta globale di energia. Nonostante l’aumento delle quote, esse rimangono modeste.
La questione energetica rappresenta oggi e rappresenterà anche in futuro un elemento strategico delle politiche ambientali ed economiche. Con il Protocollo di Kyoto i Paesi sottoscrittori si sono impegnati alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica causate da combustibili fossili (-6,5% entro il 2012 per l’Italia), un impegno possibile attraverso lo sviluppo di fonti rinnovabili, la riduzione dei consumi e il risparmio energetico. Secondo il rapporto Enea “Le fonti rinnovabili 2005. Lo sviluppo delle rinnovabili in Italia tra necessità e opportunità", a livello mondiale nel 2003 le fonti energetiche rinnovabili hanno coperto il 13% dell’offerta totale di energia. Nello stesso anno il petrolio ha contribuito all’offerta di energia primaria per il 34,6%, il carbone per il 24,4%, il gas naturale per il 21,2% e il nucleare per il 6,5%. L’articolo "Le rinnovabili mettono il turbo" è su Largo Consumo 12/06. Case History: Sep 2006. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorso di lettura correlato: Energia: fonti, consumo ed effetti ambientali. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

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Sostenibilità: la difesa dell’ambiente conviene all’industria agroalimentare.
Per l’industria agroalimentare la conservazione dell’ambiente è un interesse intrinseco poiché è dall’ambiente che si traggono le materie prime. Ecco perché questo settore si è impegnato per il rispetto dell’ambiente e per uno sviluppo sostenibile, essenzialmente muovendosi in tre direzioni: assicurare la qualità e la sicurezza dei prodotti destinati ai consumatori; aumentare la cosiddetta eco-compatibilità per proteggere le risorse naturali e assicurare la loro disponibilità a lungo termine; ottimizzare i costi per mantenere la propria competitività. L’articolo "Svilupparsi nel pulito" è su Largo Consumo 12/06. Case History: Egl Italia, Baron Termodinamica, Isolin, Oscar dell’Imballaggio 2004. Elenco dei Citati nell’articolo. Percorsi di lettura correlati: Etica e imprese nel largo consumo: il comportamento socialmente responsabile delle imprese nel largo consumo, Energia: fonti, consumo ed effetti ambientali. Se non sei abbonato, richiedi copia del fascicolo.

Per approfondimenti: Largo Consumo - 10/2006 www.largoconsumo.info