L'acidosi è una delle situazioni più delicate e frequenti che si riscontrano in stalla, poiché il pH del rumine è soggetto a variazioni notevoli nell'arco della giornata in funzione dell'alimentazione; fortunatamente le bovine sono in possesso di un sofisticato sistema per mantenere il pH ruminale entro un range fisiologico, grazie soprattutto alla salivazione. Quando la ruminazione è adeguata, il flusso salivare supera i 150 litri al giorno e garantisce un pH stabilizzato intorno a 5.80-6.00.

Ciò è possibile quando la razione contiene una quota adeguata di fibra da foraggio e una certa granulometria. Tuttavia, se la produzione di acidi grassi volatili derivanti dalla fermentazione ruminale è superiore rispetto a quanto il sistema riesce a tamponare, la compensazione del pH ruminale non è sufficiente e il pH può abbassarsi drasticamente.

Le diete ad alto contenuto di concentrati e di carboidrati altamente fermentescibili aumentano, da un lato, la produzione di latte, dall'altro il rischio di acidosi ruminale.


Sub-acidosi

Molti allevamenti (circa un terzo nel nord Italia) convivono con forme di acidosi non gravissime ma con una tendenza a cronicizzarsi. La così detta Sara (Sub acute rumen acidosys) è caratterizzata da intervalli di tempo con valori di pH ruminale piuttosto bassi e può essere associata a laminite e ad altri problemi di salute, con una conseguente riduzione della produzione.

Il rischio di sviluppare Sara può essere ridotto adottando un regime alimentare in grado di bilanciare la capacità tampone ruminale con la produzione di acidi grassi volatili derivanti dalla fermentazione di carboidrati, somministrando una quantità di fibra della dieta adeguata, contenente una inclusione sufficiente di particelle lunghe. Tuttavia, l'eccessiva quantità di particelle lunghe potrebbe portare a selezione da parte delle bovine e in ultima analisi aumentare il rischio stesso di Sara.


Il ruolo del nutrizionista

Molti sono i supporti che il nutrizionista può dare al rumine per garantire un'alta produzione di AGV, evitando il calo del pH al di sotto di 5.80: un aspetto fondamentale è evitare razioni troppo "pericolose" (con poca fibra), che porterebbero ad una sensibile riduzione del flusso salivare al rumine e, quindi, dei tamponi in esso disciolti.
La seconda cautela è quella di assicurarsi che la razione abbia una sufficiente quantità di proteina solubile, dal momento che l'ammoniaca ha un potente effetto tampone, oltre ad essere un prezioso nutriente per i batteri che fermentano le fibre.
La terza attenzione, infine, è quella d'inserire nella razione sali minerali con effetto tampone.

Da sempre il Gruppo Roullier sviluppa i nutrienti minerali con due chiare linee di ricerca. La prima è la biodisponibilità e cioè la quota di nutriente che viene effettivamente utilizzata dall'animale. Questo parametro deve essere massimizzato. La seconda linea di ricerca riguarda proprio l'effetto del minerale sull'ambiente ruminale.
Calseagrit, Mag26 e NeoPhos hanno tutti la capacità di stabilizzare il pH del rumine.

Ad esempio il Mag 26 (fosfato di magnesio) ha una capacità tampone circa quattro volte superiore al bicarbonato di sodio.
Il Calseagrit, ottenuto dal litotamnio, risulta dotato di un efficace azione con risultati estremamente interessanti in termini di performance di crescita, digeribilità della dieta e di benessere animale dal momento che limita la riduzione del pH ruminale e ne contiene le oscillazioni limitando il rischio di acidosi e delle patologie ad essa connesse.
Il NeoPhos, infine, è un innovativo fosfato di sodio e calcio, caratterizzato da elevata solubilità e capacità di contrastare l'abbassamento del pH.
 
I tre prodotti di Timac

Conclusioni

L'apporto di tamponi attraverso la dieta ha lo scopo di sostenere e coadiuvare la capacità fisiologica tampone del rumine e la loro attività è strettamente connessa alle caratteristiche di solubilità e di costante di dissociazione che li differenziano.

Le specificità minerali degli integratori Timazootec tengono conto di questi delicati meccanismi e danno un contributo fondamentale alla stabilizzazione del pH del rumine e alla creazione delle condizioni ottimali per un suo funzionamento efficiente.