Quando in un allevamento di suini l'efficienza del reparto riproduzione è in calo, o nei reparti di post svezzamento si ha una riduzione delle performance e un aumento della mortalità, la causa potrebbe essere il PCV2, il porcine circovirus type 2.
E' questo il nome di un virus isolato per la prima volta in Canada oltre venti anni fa, e ora presente a livello mondiale, con rare eccezioni.

La grande diffusione di questo virus è legata in parte alla sua resistenza nell'ambiente esterno e alle molteplici vie di trasmissione.
Una volta entrato in allevamento, e dove la suinicoltura è diffusa si suppone che la totalità degli allevamenti ne sia colpita, il virus è difficilmente eradicabile e i danni economici possono essere rilevanti.
La presenza del virus è, infatti, responsabile di varie manifestazioni cliniche che vanno sotto il nome di “sindrome multisistemica del deperimento post-svezzamento”, sintetizzata nell'acronimo PMWS che deriva dalla definizione inglese “post weaning multisystemic wasting syndrome”.
Ma non sono rare le forme subcliniche, dove l'assenza di sintomi si accompagna comunque ad ingenti perdite economiche.

 

Il vaccino, arma d'elezione

Contro questo virus diffuso e temibile esiste tuttavia un'efficace arma di difesa, rappresentata dalla vaccinazione.
Ne sono ben consapevoli veterinari e allevatori, tanto che in questi giorni ha raggiunto la ragguardevole quota di un miliardo il numero di suini protetti dal virus PCV2 con il vaccino messo a punto nei laboratori della Divisione Animal Health di Boehringer Ingelheim.
Il vaccino, disponibile già dal 2006 e tra i più utilizzati nel mondo contro questo circovirus, deve il suo successo alla combinazione unica di un antigene purificato e di un adiuvante (entrambi a marchio registrato), fattori che ne amplificano efficacia e sicurezza, tanto da aver conseguito risultati mai raggiunti da altri vaccini.

 

Ricerca e innovazione

Non a caso un vaccino con queste peculiari caratteristiche è uscito dai laboratori del gruppo Boehringer Ingelheim, una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo.
Il Gruppo, che ha sede in Germania, a Ingelheim, opera a livello globale con 145 affiliate e più di 44.000 dipendenti. Nel 2011 Boehringer Ingelheim ha registrato un fatturato di circa 13,17 miliardi di euro e il 23,5% del fatturato netto è stato investito in ricerca e sviluppo.