Nonostante ogni anno il miglioramento genetico immetta sul mercato ibridi sempre più produttivi, la loro potenzialità raramente riesce ad esprimersi in pieno campo. Anzi, negli ultimi 5 anni, il mais ha subito addirittura un decremento della produzione di circa il 20%, solo in parte giustificabile con i problemi legati a clima, diabrotica e aflatossine. I maiscoltori italiani perdono terreno nei confronti di altri importanti paesi, soprattutto USA e Spagna (fonte Nomisma).
Una grande opportunità ci viene dal miglioramento genetico. Oltre ad una maggiore resa finale, i nuovi ibridi di mais consentono di aumentare la densità di semina, grazie ad un apparato radicale più efficace nell’assorbire acqua ed elementi nutritivi, pur mantenendosi più compatto. La tecnica che sta riscuotendo grande interesse è il sistema twin row. Tale sistema, ormai da anni praticato in USA, prevede la disposizione su file binate, con la possibilità di ottenere 9-10 piante/m2.
La più alta densità però, sottintende un aumento delle esigenze idriche e nutritive per unità di superficie per mettere il mais nelle condizioni ottimali ad esprimere il proprio potenziale produttivo. E’ necessario quindi nutrire di più e meglio, con l’impiego di mezzi che devono risultare il più possibile efficienti ed ecosostenibili. Inoltre, i problemi legati agli attacchi fungini (Aspergillus, Penicillium) e quindi allo sviluppo di micotossine, possono vanificare l’intero raccolto, come purtroppo si è verificato in tempi molto recenti.
Un semplice aumento delle unità ad ettaro di azoto, potassio e di altri elementi risulta irrazionale, sia per i rischi ambientali legati alle perdite per lisciviazione, sia per l’equilibrio nutrizionale delle piante, per le quali i sovra-dosaggi, in determinati momenti, in particolare di azoto, possono risultare controproducenti (rischi di allettamento, ritardo di produzione, suscettibilità a fisiopatie).
E’ necessario invece, adottare una concimazione razionale, che tenga conto delle reali esigenze nutrizionali delle piante esponendole in maniera limitata ai pericoli di stress biotici ed abiotici. Ciò si ottiene anzitutto a partire dal terreno, in cui gioca un ruolo fondamentale la fertilità microbiologica. I microrganismi utili, governando i processi chimico-fisici del terreno, sono in grado fornire il nutrimento alle piante nei momenti in cui queste ne hanno bisogno, garantendo un maggiore apporto di azoto ed altri elementi nei periodi di maggiore richiesta del mais.

Agrogel®, la gelatina idrolizzata per uso agricolo di Ilsa, nutre le piante in maniera graduale ed efficiente, perché nutre innanzitutto i batteri del terreno e quindi il “sistema suolo”. L’intensità dei processi di degradazione da parte di questi microrganismi è in equilibrio con tutto il sistema suolo, nel quale sono presenti anche le radici delle piante. Per questo, azoto, fosforo, potassio e gli altri microelementi vengono resi disponibili per le piante in maniera graduale, evitando così eventuali eccessi rispetto al fabbisogno momentaneo della pianta. La maggiore intensità dei processi di degradazione infatti, coincide con i momenti in cui le piante necessitano maggiormente di azoto (levata, produzione delle pannocchie).
In particolare Azoslow, concime organo-minerale di Ilsa ottenuto dal connubio tra Agrogel® e urea, permette di coniugare i vantaggi della cessione graduale con quelli dell’alto contenuto azotato. L’azoto ureico, infatti, è complessato alla matrice proteica, per cui si rende disponibile secondo la mineralizzazione di Agrogel®, senza perdite per lisciviazione o gassificazione. E’ possibile, così, apportare la giusta dose di azoto per la coltura, anche in un solo intervento. In questo modo, le piante di mais trovano le migliori condizioni per esprimere il loro potenziale, le rese aumentano e si rispetta l’ambiente.

I risultati delle prove in campo
Le prove in campo svolte da Ilsa nel 2012 hanno confermato la validità di Azoslow che, anche in un solo intervento, ha dato risultati sempre migliori rispetto ai due o più interventi con concimi minerali. Le prove hanno previsto confronti di efficacia anche con concimi con inibitori della nitrificazione, confermando l’importanza di stimolare la microflora del terreno, anziché stravolgerla e provocare quindi tempi di cessione dell’azoto che spesso non coincidono con le reali esigenze della coltura.

  Ibrido PR 33 A 46 Ibrido P 1921
Azoslow Urea Azoslow Urea
Unità N/ha 200 220 200 220
Resa al 14% di umidità (q/ha) 94,0 88,0 117,0 110,0
Umidità alla raccolta (%) 19,5 20,5 17,9 18,1
IEA* 36,72 33,08 45,70 41,35
*IEA: Indice di Efficienza Agronomica = Kg Produzione / Kg Azoto somministrato

Inoltre, i dati alla raccolta, hanno evidenziato sempre una minore umidità della granella e, di conseguenza, un minore rischio di contaminazione da micotossine. E’ il risultato della nutrizione equilibrata, per cui le piante non sono sottoposte a forzature e riescono a completare nei tempi giusti il loro ciclo biologico.
La maggiore efficienza delle unità di azoto somministrate consente così, di ridurre sia il numero di interventi, sia le unità di azoto, rispetto ai concimi minerali, perchè viene fornito l’azoto di cui il mais ha effettivamente bisogno. Considerando poi le rese commercializzabili ottenute, si è dimostrata non solo l’efficacia, ma anche l’efficienza di Azoslow, che quindi consente un guadagno ad ettaro superiore rispetto agli altri concimi.