Come visto precedentemente, ai sensi del Regolamento Reach una sostanza identificata come estremamente preoccupante viene censita all'interno di una lista, la cosiddetta candidate list.

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Le sostanze presenti in questo elenco sono destinate poi a confluire nell'Allegato XIV del Reach che contiene le sostanze soggette ad autorizzazione, ossia quelle sostanze che dopo una certa data non possono essere immesse sul mercato ed usate se non a condizione di aver ottenuto la relativa autorizzazione.

 

Ma i regimi che il Regolamento Reach prevede per le sostanze chimiche non finiscono qui.

 

Il Reach, infatti, introduce un altro possibile strumento: quello della restrizione. La restrizione, o meglio le restrizioni, sono quelle particolari misure a cui una sostanza può essere sottoposta quando rappresenta un rischio inaccettabile per l'ambiente e la salute umana.

Una restrizione può consistere in un divieto o in una limitazione di produzione, di immissione sul mercato e di utilizzo di una sostanza.

 

Un esempio di restrizione può consistere nella previsione per cui è consentito l'uso di una sostanza solo a figure professionali, escludendo quindi che possa essere venduta a consumatori "normali". Un altro esempio di restrizione, che di solito si accompagna al primo, è quello di condizionare l'uso di una sostanza all'adempimento di un obbligo formativo. Si potrà, cioè, usare la sostanza soggetta a restrizione solo dopo essersi adeguatamente formati sugli usi corretti e sicuri della stessa.

 

L'impulso che porta all'adozione della restrizione può esser dato da uno Stato membro o dalla stessa Echa su richiesta della Commissione Europea. L'Echa inoltre può avviare la procedura di restrizione per le sostanze incluse nell'Allegato XIV.

 

Anche l'avvio della procedura di restrizione, come già visto in caso di autorizzazione, è oggetto di preavviso nel Registro delle intenzioni.

 

Dopo un periodo di pubblicità viene redatto un fascicolo che verrà poi reso disponibile per la consultazione, al fine di consentire ai soggetti interessati di intervenire e di presentare le proprie osservazioni.

 

Sull'adeguatezza della restrizione proposta esprime il proprio parere il Comitato per la Valutazione dei Rischi dell'Echa; mentre il Comitato per l'Analisi Socioeconomica formula un'opinione sugli impatti socioeconomici della restrizione.

 

La parola finale spetta alla Commissione Europea, la quale stabilisce a quale regime di restrizione sarà soggetta la sostanza. Una volta che la decisione sulla restrizione è stata adottata, la sostanza figurerà nell'Allegato XVII del Regolamento Reach.

 

Sono previste delle sanzioni?

Anche in questo caso le sanzioni previste dal Decreto Legislativo 133/2009 sono applicabili all'utilizzatore a valle, cioè a quel soggetto che utilizza le sostanze chimiche, in quanto tali o componenti di miscele, nell'esercizio della propria attività professionale o industriale.

 

In particolare, l'articolo 16 del D.Lgs. 133/2009 stabilisce che l'utilizzatore professionale che non rispetta il regime delle restrizioni previsto per una sostanza inclusa nell'Allegato XVII del Regolamento Reach, è sanzionato con la pena dell'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da 40mila a 150mila euro.

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Come prepararsi al meglio

Per evitare di incorrere in sanzioni il consiglio è sempre quello di tenersi aggiornati sulle sostanze chimiche impiegate nell'esercizio della propria attività. Mantenere canali informativi con i propri fornitori, chiedere aggiornamenti ad essi e consultare il sito dell'Echa, il Registro delle intenzioni e gli elenchi delle sostanze poste in candidate list, soggette ad autorizzazione e soggette a restrizione, permette di evitare di essere colti di sorpresa.

 

Sapere che una sostanza è soggetta a restrizione deve porre in allarme il professionista, che non può usarla con disinvoltura. Anche in questo caso attenersi fedelmente alle condizioni previste e alle istruzioni d'uso pone al riparo l'utilizzatore da eventuali pesanti sanzioni.

 

Quando è possibile, il suggerimento principale è comunque quello di scegliere di usare sostanze alternative.

 

A cura di Arianna Adinolfi dello Studio legale Landilex

 


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