Lo scopo è fornire all'agricoltore una guida affidabile e precisa per ottimizzare i trattamenti fitosanitari ed effettuarli in modo più razionale, nel numero e nelle dosi strettamente richieste dal reale rischio a cui è soggetta la coltura, evitando sprechi e inquinamento ambientale.
Conoscere come e quando questo patogeno si sviluppa nel vigneto e quando può provocare infezioni è di fondamentale importanza per impostare una corretta difesa fitosanitaria. Il corretto posizionamento dei trattamenti in funzione del rischio permette inoltre di ottenere un raccolto di maggior qualità, evitando le perdite e gli scompensi qualitativi causati dal diffondersi di questa malattia fungina sui grappoli d'uva.
Per monitorare il patogeno viene utilizzata una stazione meteorologica standard per misurare la temperatura, l'umidità dell'aria, la piovosità e la bagnatura fogliare e vengono posizionati inediti sensori, sviluppati per la misura di nuove variabili. Partendo dal terreno, i sensori innovativi consentono di rilevare a livello superficiale del suolo umidità e temperatura, per consentire di valutare meglio la germinazione delle oospore che danno luogo alle infezioni primarie.
I sensori di temperatura, umidità relativa e bagnatura fogliare, oltre che nella stazione meteorologica sono collocati anche all'interno della chioma. Il sensore di bagnatura fogliare è integrato con un sensore innovativo di gocciolamento che permette di rilevare lo scivolamento d'acqua dalle foglie dovuto all'accumulo di rugiada che, diffondendo il patogeno da una foglia all'altra, contribuisce all'innesco di infezioni secondarie.
All'esterno della chioma l'accrescimento della vegetazione viene misurato con una particolare telecamera e un software di elaborazione delle immagini. La quantificazione di nuova vegetazione sulla pianta è ricavata giornalmente ed è utile per valutare la suscettibilità alle infezioni e la necessità di nuovi interventi fitosanitari (nonché per adattare i dosaggi allo sviluppo vegetativo).
Con Pvsensing tutti i dati rilevati dai sensori in campo sono inseriti in un modello previsionale, cioè un software che elabora i dati e che assieme alle previsioni meteo dà come risultato un indice di rischio d'infezione e quindi un'informazione corretta all'agricoltore sulla necessità di intervenire o meno.
Tutta la sensoristica e l'elaborazione software sono state curate dell'azienda Cet Electronics. L'azione principale, cuore del progetto Pvsensing, consiste in una ricchissima raccolta dati sulle infezioni da peronospora, coordinata dal Crea-Ve di Conegliano (Tv), effettuata con la collaborazione di tecnici locali in undici vigneti delle aziende partner di progetto nelle annate 2018 e 2019: cinque con varietà Glera in regime convenzionale, cinque con varietà Glera in regime biologico e una con varietà Merlot in regime biologico. I siti sono dislocati in diverse zone della provincia di Treviso, caratterizzate da condizioni pedoclimatiche diverse. In ciascun sito è stata installata la sensoristica di progetto. I dati raccolti sono stati utilizzati per la calibrazione sul campo del modello previsionale.
L'analisi costi benefici nell'ambito del progetto Pvsensing, curata dal Crea-Ve e dall'Università di Padova, ha fatto emergere come un corretto posizionamento dei trattamenti suggerito dal modello possa fare la differenza nella gestione agronomica del vigneto, permettendo una riduzione tendenziale dei trattamenti antiperonosporici, diminuendo l'impatto ambientale e anche quello economico sull'azienda.
La sensoristica Pvsensing permette di monitorare e gestire superfici vitate omogenee dell'estensione di 10 ettari circa, ed entrerà nel mercato nel 2021.
Maggiori informazioni in questo sito.
Contatto per informazioni: info@pvsensing.it
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Fonte: Agronotizie