Idroponica e vertical farming sono sempre di più temi centrali per chi si occupa di produzione agricola e coltivazione di piante per produrre in maniera sostenibile, con qualità costante e fuori stagione.
Tutte queste esigenze spesso si scontrano con la difficoltà nel trovare una soluzione avanzata, totalmente automatizzabile e personalizzabile.
Per far fronte a queste problematiche e per venire incontro ai produttori agricoli, ai vivaisti, ma anche ad aziende alimentari e farmaceutiche, l'Azienda Tomato+ Srl ha brevettato un sistema di coltivazione indoor totalmente automatizzato.
"Visto il successo e l'efficacia delle nostre serre da interno dedicate all'Horeca - spiega Daniele Rossi, fondatore e ceo di Tomato+ - abbiamo deciso di applicare e adattare le tecnologie brevettate Tomato+ ai container di grandi dimensioni per la produzione industriale. Crediamo di offrire un prodotto unico sul mercato: la semplicità di gestione, e la possibilità di adattare il prodotto alle diverse necessità ci hanno già aperto la strada a clienti e progetti importanti che annunceremo nei prossimi mesi".
Ma quindi, nella pratica, che cosa succede se idroponica e vertical farming si fondono assieme?
Una serra intelligente
Horto Professional, così si chiama la serra che consente la coltivazione industriale in idroponica di diversi prodotti quali erbe aromatiche, verdure baby leaf, ovvero piante che vengono raccolte piccoline entro l'ottava foglia, funghi e talee.
Dimensioni esterne, altezza dei piani di coltivazione e numero di vasche di coltivazione sono modificabili in base alle esigenze, Tomato+ propone tre soluzioni pre impostate dalla più grande alla più piccola:
- Horto Professional 1, modulo da 24.850 cialde suddivise in 6 scansie di 280x80 centimetri per una lunghezza complessiva di 11 metri;
- Horto Professional 2, modulo da 16.500 cialde suddivise in 4 scansie di 280x80 centimetri per una lunghezza complessiva di 8 metri;
- Horto Professional 3, modulo da 8.250 cialde suddivise in 2 scansie di 280x80 centimetri per una lunghezza complessiva di 5 metri.
I container idroponici possono essere di diverse dimensioni e suddivisi in diversi ripiani
(Fonte foto: Tomato+)
Viene utilizzato un software in grado di ricreare per ogni ripiano differenti condizioni microclimatiche per la crescita delle piante, rendendo i piani indipendenti gli uni dagli altri. I dati poi possono essere scaricati da remoto e analizzati tramite grafici.
Infine, la serra è posizionabile ovunque: basta una superficie di appoggio, l'allaccio alla corrente elettrica e alla rete idrica.
I consumi tendono ad essere contenuti: a pieno carico consuma 6,5 KiloWatt all'ora (media sulle 24 ore) e circa 3mila litri di acqua al mese.
Una ricetta per ogni coltura
Grazie ad un software si crea, all'interno della serra, uno specifico microclima ideale per la crescita delle piante.
Si fornisce un adeguato spettro luminoso, fotoperiodo (ciclo giorno-notte), apporto di acqua e nutrienti, umidità e temperatura tramite una "ricetta" pre impostata dall'azienda, specifica per il tipo di coltura e produzione che si vuole ottenere.
Attraverso questa ricetta specifica la pianta si trova nelle migliori condizioni per esprimere tutto il suo potenziale genetico, come per esempio un arricchimento in olii essenziali e sostanze nutritive principali come le vitamine, ottenendo così un alimento con un valore nutritivo superiore al pieno campo.
La pianta poi si trova in un ambiente privo di patogeni fungini e fitofagi consentendo di non utilizzare erbicidi, fungicidi e insetticidi.
La pianta si trova nelle migliori condizioni per esprimere tutto il suo potenziale genetico
(Fonte foto: Tomato+)
Tutto inizia da una cialda
La coltivazione inizia inserendo nei piani delle apposite cialde biodegradabili e compostabili costituite da materiale inerte come la cellulosa, che possono essere smaltite come rifiuto organico e trasformate in fertilizzante o biogas. Le cialde possono essere inserite una di fianco all'altra o alternate.
Al loro interno ci sono i semi non Ogm, senza adittivi o prodotti fitosanitari, si aggiunge poi la soluzione nutritiva e si inseriscono manualmente le informazioni di coltivazione. Il software poi ricrea le condizioni idonee per la germinazione e la crescita delle piante.
Per esempio, per ottenere un'insalata cespugliosa si dovranno inserire sul piano le cialde messe in maniera alternata, in modo che le piante abbiano lo spazio necessario per crescere, e inserire sul display della serra il tipo di coltura e il numero del piano in cui sono poste.
Una volta inserite le cialde sui ripiani si seleziona sul display il tipo di coltura e le informazioni di coltivazione
(Fonte foto: Tomato+)
Secondo TomatoPiu la produzione è indicativamente di 40-90 chili su metro quadrato per anno, ma sottolinea che bisogna sempre tenere conto della varietà coltivata e della dimensione delle piante che si vogliono ottenere.
Per quanto riguarda i tempi di germinazione e la durata del ciclo, l'Azienda spiega la differenza tra questa serra idroponica e una classica serra con sistema floating, cioè piante che vengono coltivate su cassoni di polistirolo galleggianti.
Per i tempi di germinazione la differenza tra i due sistemi è di massimo 1-2 giorni, mentre invece per la lunghezza del ciclo la differenza è già più marcata. Infatti, secondo Tomato+, in piena estate con le migliori condizioni di crescita un'insalata baby leaf in sistema classico 'floating' impiega 18 giorni per essere pronta alla raccolta, mentre se coltivata in idroponica indoor si impiegano 12-14 giorni.
Una differenza quindi di 5-7 giorni tra i due sistemi.
Produttività e qualità tutto l'anno
Oggi l'offerta Tomato+, presente in 13 Paesi tra cui l'Italia, comprende 3 famiglie di serre funzionanti tramite cialde per la coltivazione di 40 varietà di verdure e 20 di funghi.
Horto Professional dà la possibilità di produrre verdure diverse per ogni ciclo di produzione per venire incontro alle richieste del mercato. Secondo i dati di Tomato+ i tempi di crescita sono inferiori del 25% rispetto al pieno campo, con conseguente risparmio per le tasche dell'agricoltore dovuto anche alla presenza del software, in quanto non è necessario personale specializzato.
Per chi pensa che 3mila litri di acqua al mese siano tanti, Tomato+ sottolinea che l'idroponica richiede fino al 90% di acqua in meno rispetto alle coltivazioni tradizionali. Inoltre, non si impoverisce il suolo e non vengono usati insetticidi, fungicidi o erbicidi.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che il sistema risponde alle caratteristiche dell'agricoltura 4.0, dando la possibilità di usufruire dei contributi dedicati agli agricoltori e di personalizzare le serre per qualsiasi tipo di produzione in qualsiasi componente, dai led alle strutture, alle schede elettroniche, al software alle altezze dei piani.
L'idroponica in pillole
L'idroponica o idrocoltura è un sistema di coltivazione fuori suolo che utilizza un substrato inerte (perlite, vermiculite, argilla espansa), al posto del classico terreno, e una soluzione di acqua e composti minerali per il corretto nutrimento delle piante.
Rispetto alle tecniche tradizionali ci sono indubbi vantaggi: si evita lo sfruttamento di suolo, si ha un buon utilizzo dell'acqua irrigua in quanto la quantità necessaria è fino al 90% inferiore, si consente una costante produzione controllata sia in termini qualitativi che igienico sanitari, evitando l'uso di insetticidi, fungicidi o erbicidi essendo in un ambiente chiuso.
Le piante possono essere coltivate ovunque e in qualsiasi momento dell'anno indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.
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Fonte: Tomatopiu Srl