Ogni volta che si entra in campo per trattare una coltura parte della miscela fitoiatrica può essere dispersa in ambiente a causa della deriva. La deriva altro non è che la quota di prodotto che non raggiunge il bersaglio, la pianta, ma finisce altrove: strade, corsi d'acqua, alberi, caseggiati e così via. La deriva è dunque causa di contaminazione ambientale e per questo motivo il legislatore chiede agli agricoltori di mettere in atto comportamenti e tecnologie per mitigarla.
Uno strumento semplice, economico ed efficace è l'ugello antideriva. "A differenza degli ugelli tradizionali, quelli antideriva producono delle goccioline omogenee, al cui interno sono contenute delle micro-sfere di aria che fanno sì che la goccia 'esploda' al contatto con la foglia, aumentando la superficie di copertura", spiega ad AgroNotizie Massimiliano Mochetti, marketing technical advisor di Braglia, azienda produttrice di componentistica per l'irrorazione e distributore unico per l'Italia degli ugelli Albuz. "Le gocce prodotte dagli ugelli antideriva, essendo più grosse, sono meno soggette al trasporto del vento e quindi producono meno deriva, a parità di copertura fogliare".
Quando si utilizza un atomizzatore a pressione elevata, se non ben tarato, si potrebbe notare una nube di goccioline finissime che esce dagli ugelli. La convinzione comune è che più fitta è la 'nebbia', maggiore è la copertura. Concetto giusto ma solo a seguito di una corretta regolazione fatta da un tecnico taratore. Poiché le gocce fini sono trasportate con facilità dal vento e in caso di temperature elevate e una bassa umidità potrebbero evaporare senza raggiungere il bersaglio.
Per vento non si intende il tornado che sposta le case. Una leggera brezza di appena 5 chilometri orari può trasportare una goccia fine (pari a 20 micron) fino a 300 metri di distanza. E se poi la ventola dell'atomizzatore è a piena potenza, "perché così penetra meglio nelle foglie", pensano in molti, la deriva è ancora maggiore e il trattamento scade di qualità.
L'importanza del filtro
Il pregio principale dell'ugello antideriva è, ovviamente, quello di mitigare la deriva, pericolosa per l'ambiente, e quindi di far rientrare il trattamento dell'agricoltore con più facilità nei confini di quanto permesso dalla legge (punto che tratteremo in seguito).A sinistra un ugello antideriva con presa d'aria laterale e a destra uno con presa d'aria frontale
Gli elementi da considerare, in caso di utilizzo degli ugelli antideriva, sono principalmente due. Un costo leggermente superiore rispetto agli ugelli convenzionali (che comunque è nell'ordine di pochi euro) e la tendenza ad ostruirsi se non correttamente montati e manutenuti.
A differenza degli ugelli convenzionali, che hanno solamente un orifizio d'uscita (nel caso di Albuz è praticato in una pastiglia in ceramica ad alta precisione), quelli antideriva hanno anche una pastiglia di calibrazione, che precede la prima, con un diametro del foro più piccolo.
È il cosiddetto 'sistema Venturi' (in foto) che permette di generare delle gocce di dimensioni maggiori, molto meno volatili. In presenza di acque non perfettamente pulite o di prodotti con particelle in sospensione l'ugello antideriva, a causa della pastiglia di calibrazione, si potrebbe occludere se non correttamente filtrato.
Alcune tipologie di filtri per ugelli antideriva
(Fonte foto: Braglia)
Per questo è necessario inserire prima dell'ugello, come mostrato nel video, un filtrino aggiuntivo che blocchi eventuali impurità. Ma attenzione, il filtrino deve essere abbinato all'ugello. Un foro d'ingresso di piccola dimensione necessita di maglie del filtro più fini. E' possibile consultare questi dati sul sito Braglia, scegliendo i mesh corretti da impiegare in base al tipo di ugello che si vuole utilizzare. Anche i filtri hanno un'identificazione basata sui colori.
La manutenzione degli ugelli antideriva
Ogni volta che si entra in campo per trattare si spendono i soldi del prodotto, del gasolio, si usura la macchina e si perde del tempo. Meglio dunque assicurarsi di trattare al meglio, no? Per questo è buona norma verificare periodicamente (un paio di volte a stagione) la portata degli ugelli. E se questa supera del 10% quella riportata in tabella l'ugello è da sostituire.Facciamo un esempio. L'ugello Albuz CVI (antideriva) 110° di colore giallo dovrebbe erogare alla pressione di 2 bar 0,66 litri al minuto (vedi tabella sottostante). Se ne eroga il 10% in più (pari a 0,726 litri al minuto) è da sostituire. Per misurare la portata ci sono dei contenitori graduati da posizionare sotto gli ugelli per raccogliere il liquido che fuoriesce nell'arco di un minuto. Esistono anche apparecchi elettronici che calcolano la portata in meno tempo e con maggiore precisione, come il calibratore digitale Dige-Check, un flussometro elettronico a batteria veloce e preciso.
La tabella relativa all'ugello Albuz CVI 110°
In caso di occlusione dell'ugello bisogna invece seguire questi cinque semplici passi:
- Indossare i dispositivi di protezione personali previsti dall'etichetta del prodotto utilizzato.
- Smontare l'ugello dal porta ugello e separare le due parti di cui è composto.
- Sciacquarlo sotto acqua corrente e usare uno spazzolino per pulirlo. Si può utilizzare anche una bomboletta di aria compressa.
- Sciacquare il filtro.
- Rimontare filtro e ugello.
Un filtro da 80 mesh per un ugello antideriva e il suo adattatore
È importante non soffiare direttamente nell'ugello per evitare che le goccioline che si formano finiscano sul viso dell'operatore. E non utilizzare oggetti a punta, come chiodi o cacciaviti, in quanto il rischio è quello di danneggiare l'inserto ceramico, in acciaio inox o in materiale plastico (questi ultimi due più duttili). In ogni caso, se l'ugello viene danneggiato, deve essere cambiato.
Ugelli antideriva e misure di mitigazione
A seconda dell'agrofarmaco è possibile che in etichetta, nella sezione dedicata alle Prescrizioni supplementari, venga riportato l'obbligo di utilizzare delle misure di mitigazione della deriva, con l'obiettivo di proteggere gli organismi acquatici e le piante non bersaglio.Sull'etichetta di un prodotto si potrebbe dunque trovare una frase come questa: "non trattare in una fascia di rispetto di 10 metri da vegetazione naturale applicando una riduzione totale della deriva del 50%", oppure "non trattare in una fascia di rispetto di 5 metri da vegetazione naturale applicando una riduzione totale della deriva del 75%".
Maggiore è la riduzione della deriva minore è la fascia di rispetto da lasciare. Ma come si calcola l'abbattimento della deriva in percentuale? Esiste un documento che prende in considerazione tutte le possibili combinazioni di misure indirette (siepi, fasce di rispetto, reti antigrandine, etc.) e dirette (ugelli antideriva, coadiuvanti, maniche d'aria, atomizzatori a recupero, etc.) con le percentuali di mitigazione della deriva che ogni elemento apporta.
L'utilizzo degli ugelli antideriva può facilmente permettere all'agricoltore di assolvere agli obblighi di etichetta riducendo al minimo la fascia di rispetto da lasciare. Per le colture a taglia bassa (mais, frumento, orzo, etc.), in cui si utilizzano irroratrici a barra, gli ugelli a ventaglio asimmetrici riducono ad esempio la deriva di un 25%, gli ugelli a specchio del 50%. In questo modo si arriva facilmente alle soglie fissate dal legislatore.
Per le colture arboree l'utilizzo di ugelli antideriva può variare dal 50% al 75% utilizzando atomizzatori tradizionali o a torretta e abbinando la chiusura dell'irrorazione dell'ultimo filare solo verso l'interno si aggiunge un'ulteriore mitigazione del 35%, che in aggiunta ad esempio agli ugelli antideriva può arrivare ad un abbattimento della deriva fino all'83,75%.
Ovviamente non tutti gli ugelli antideriva assicurano la stessa percentuale di mitigazione. Gli ugelli antideriva sono divisi in quattro classi secondo uno standard ISO (classe A, B, C e D) a cui equivale una certa percentuale di mitigazione a una determinata pressione. Ad esempio un ugello antiderva di classe B come l'Albuz CVI 80° ad una pressione uguale o inferiore a 8 bar permette una mitigazione della deriva del 50% su un atomizzatore a torretta.
Ugelli antideriva e mitigazione della deriva
Usare gli ugelli antideriva, anche io ci tengo
Il calcolo delle percentuali di mitigazione della deriva all'inizio può sembrare ostico, ma una volta capito il meccanismo non è poi così difficile e permette all'agricoltore di trattare efficacemente rispettando le disposizioni normative e salvaguardando l'ambiente.Per questo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per l'iniziativa AgriCampus.
D'altronde legislatore e opinione pubblica chiedono sempre con maggiore forza all'agricoltore di mettere in campo tutte quelle tecnologie utili a limitare la dispersione in ambiente degli agrofarmaci. E nel nuovo Pan, ancora in discussione, il tema delle fasce di rispetto è centrale.
A gennaio la seconda parte dello speciale sugli ugelli antideriva dedicata alle differenze tra i vari ugelli.
Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
Appuntamento a gennaio per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata alle differenze tra i vari ugelli antideriva.