Di pochi giorni fa l'ennesima tragedia sul lavoro che, in Toscana nella val d'Arno, ha visto la morte per ribaltamento di un trattore di un ragazzo di appena 16 anni.

 

Il triste accadimento non è purtroppo un evento isolato ma fa parte di un fenomeno molto più ampio, sottostimato e mediaticamente poco raccontato, che vede nei numeri del comparto Agricoltura dell'Inail una media di 150 morti all'anno. Dato che potrebbe essere anche più drammatico considerando il sommerso e i limiti della rilevazione ufficiale.


In questo articolo andiamo ad approfondire l'ultimo report di Inail sugli infortuni in ambito agricolo che analizza il quinquennio 2019-2023, con un focus sui casi di infortunio mortale da ribaltamento del trattore basato questa volta sui dati forniti dall'Osservatorio indipendente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DiSAA) dell'Università Statale di Milano.

 

I dati di Inail del quinquennio 2019-2023

Il report Inail, consultabile in forma completa qui, analizza l'andamento delle denunce di infortunio sul lavoro nella gestione agricoltura del quinquennio 2019 - 2023.

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Distinguendo tra infortuni “in occasione di lavoro” e “in itinere”, cioè durante il tragitto casa-lavoro, "casi complessivi" e “definiti positivi” ossia accertati come effettivamente legati al lavoro, e infortuni mortali, ne emerge una situazione infortunistica ancora grave, seppur in miglioramento. 

 

Denunce di infortunio sul lavoro e casi definiti positivi nella gestione agricoltura per modalità di accadimento nel quinquennio 2019-2023

Denunce di infortunio sul lavoro e casi definiti positivi nella gestione agricoltura per modalità di accadimento nel quinquennio 2019-2023
(Fonte foto: Inail)

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Nel 2023 sono state registrate all’Inail 26.546 denunce complessive, un dato pressoché stabile rispetto al 2022, ma nettamente inferiore rispetto al 2019, quando se ne contavano oltre 33.000, con un calo complessivo del 19,7 per cento.

 

Anche gli infortuni mortali seguono un simile andamento: con 138 denunce nel 2023 si tocca il minimo del quinquennio registrandone 4 in meno rispetto all’anno precedente e 33 in meno rispetto al 2019. Tuttavia, dietro il trend in apparente miglioramento si celano fattori che meritano attenzione.

 

È ancora presto per cantar vittoria

I dati provvisori ancora non consolidati del 2024 delineano uno scenario misto: le denunce totali calano dell’1% ma aumentano sensibilmente i casi mortali con una crescita del 10,1% rispetto al dato provvisorio del 2023 al quale manca ancora il conteggio delle pratiche in fase di istruttoria.

Si tratta, secondo Inail, di un numero significativamente elevato rispetto agli anni precedenti: parliamo di quasi 700 casi che potrebbero far salire il conteggio definitivo degli infortuni effettivamente riconosciuti.

 

Calano gli infortuni, ma anche l'occupazione

I dati assoluti sugli infortuni devono essere letti anche alla luce dell’andamento occupazionale nel settore agricolo. Secondo le stime dell’Istat, consultabili nel database pubblico I.Stat, l’evoluzione dell’occupazione nel quinquennio è risultata altalenante.

 

Al calo marcato nel 2020 e 2021 a causa della pandemia, sono seguite una fase di stabilizzazione nel 2022 e una nuova contrazione nel 2023 - con un -2,8% rispetto all’anno precedente e un -3,9% rispetto al 2019 - per avere una nuova crescita nel 2024 (i dati nella tabella seguente riportano gli occupati in migliaia di unità). 

 

Valore aggiunto e occupati in Italia per macrosettore economico e anno

Valore aggiunto e occupati in Italia per macrosettore economico e anno
(Fonte foto: Inail)

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La diminuzione degli occupati nel settore contribuisce solo in parte al calo degli infortuni: la riduzione delle denunce accertate è più marcata, segno che il fenomeno si è contratto anche in termini relativi.

Si passa da 22,5 infortuni riconosciuti ogni mille unità lavorative annue (ula) nel 2019 a 18,5 nel 2023, con una contrazione del -17,8% su base relativa, a fronte del -20,9% in termini assoluti (stime calcolate da Inail sulle denunce definite positive).

 

Agricoltura, un settore che invecchia sempre più

Il fenomeno degli infortuni in agricoltura si distingue nettamente rispetto agli altri settori economici, soprattutto per via delle caratteristiche specifiche della forza lavoro. In particolare, si registra una forte presenza di lavoratori autonomi: circa la metà degli infortunati sono coltivatori diretti, a fronte di appena il 7% nell’industria e nei servizi. 

 

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura pe fascia di età e genere

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura pe fascia di età e genere
(Fonte foto: Inail)

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Per quanto riguarda la ripartizione degli infortuni per età, nel 2023 sono stati colpiti soprattutto gli uomini sopra i 50 anni, con un picco nella fascia 55-59 anni (11,8%). La presenza femminile, largamente minoritaria, si concentra nelle fasce centrali di età.

 

Ma è sul fronte degli infortuni mortali che emerge con forza l’impatto dell’età: quasi il 70% dei decessi riguarda lavoratori over 55, con la quota più alta tra i 65 e i 69 anni (16,7%) e un coinvolgimento importante anche tra gli over 74 (12,5%). Questi dati riflettono la realtà di un settore in cui si continua a lavorare anche oltre l’età pensionabile e dove l’invecchiamento della forza lavoro rappresenta un fattore critico per la sicurezza.

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L’età media degli infortunati in agricoltura è tra le più elevate: 49 anni contro i 43 rilevati negli altri settori. La fascia degli over 64 rappresenta l'11% degli infortunati totali e arriva al 40% nei i casi mortali mentre, nell’industria e nei servizi, queste percentuali si fermano rispettivamente al 2% e all’8%.

 

Ripartizione territoriale degli infortuni

La distribuzione territoriale degli infortuni in agricoltura nel 2023 mostra un quadro disomogeneo. Se il Nord registra il numero più alto di incidenti complessivi, 46,8% in totale così suddivisi, 30,3% al Nord-Est e 16,5% al Nord-Ovest, è il Sud a detenere il primato degli infortuni mortali con un’incidenza del 29,2% rispetto al 21,9% sul totale degli infortuni.

 

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura per ripartizione territoriale anno 2023

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura per ripartizione territoriale anno 2023
(Fonte foto: dati Inail, rielaborazione di AgroNotizie)

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Il Centro Italia si distingue per un’incidenza relativamente più bassa di decessi (13,9%) rispetto alla quota di infortuni totali (19,9%). Mentre Isole e Nord-Ovest mantengono un’incidenza stabile in entrambe le categorie.

 

Ripartizione degli infortuni per tipo di lavorazione

Nel 2023, quasi la metà degli infortuni sul lavoro in agricoltura si è concentrata in due fasi fondamentali del ciclo produttivo: la preparazione del terreno (24,8%) e la produzione e allevamento di animali (24,0%). Tali attività, oltre a essere tra le più diffuse, implicano un elevato uso di mezzi meccanici.

 

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura per tipo di lavorazione anno 2023

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura per tipo di lavorazione anno 2023
(Fonte foto: dati Inail, rielaborazione di AgroNotizie)

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Il legame tra meccanizzazione e infortuni è ancora più evidente se si considerano gli incidenti mortali, dove la fase di preparazione del terreno è correlata al 21,3% dei casi. Si confermano tra le più letali, ciascuna con il 14,3% degli infortuni mortali anche:

  • la produzione e allevamento di animali;
  • la raccolta e trasformazione dei prodotti;
  • le lavorazioni ausiliarie e quelle successive alla semina.

 

La perdita di controllo dei mezzi agricoli

Sempre nel 2023, le principali cause di infortunio in agricoltura sono legate a dinamiche ricorrenti e ben identificate. Secondo la classificazione Esaw/3 effettuata da Inail sui casi definiti positivi, circa un quarto degli infortuni sul lavoro è stato provocato da cadute (27%), seguite a breve distanza dalle perdite di controllo di mezzi, utensili o attrezzature (23%). A queste si aggiungono i movimenti sotto sforzo (20%) e quelli senza sforzo apparente (17%). Mentre episodi come crolli di materiali o aggressioni da animali rappresentano le cause residue.

 

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura per tipo di casi anno 2023 - Classificazione Esaw/3 sui casi definiti positivi

Infortuni in occasione di lavoro definiti positivi nella gestione agricoltura per tipo di casi anno 2023 - Classificazione Esaw/3 sui casi definiti positivi
(Fonte foto: dati Inail, rielaborazione di AgroNotizie)

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Guardando ai 72 decessi accertati in occasione di lavoro, emerge con forza una causa dominante: sono responsabili di quasi la metà dei casi fatali le perdite di controllo di veicoli o attrezzature, spesso associate al ribaltamento del trattore o di macchine trainate come rotopresse e trinciasiepi. Seguono gli schiacciamenti da piante o materiali pesanti come le rotoballe che rappresentano circa un quarto dei decessi, mentre le cadute si attestano attorno al 20%.

 

Lo sguardo dell'Osservatorio Indipendente del Disaa

Inail non è la sola a raccogliere dati sugli infortuni mortali in ambito agricolo, anche l'Osservatorio indipendente sulle morti da ribaltamento dei trattori del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DiSAA) dell'Università Statale di Milano, tiene monitorato il fenomeno che rappresenta di gran lunga la causa principale degli eventi fatali, attraverso una minuziosa ricerca nel web in grado di offrire una stima più realistica di quella di Inail.

 

Per renderci conto basta prendere in considerazione il 2022, anno in cui i dati ufficiali parlano di 138 denunce di infortunio con esito mortale - di cui poco più della metà (53,8%) correlate alla perdita di controllo di mezzi e attrezzature - mentre l'Osservatorio ha rilevato più di 120 morti per il solo ribaltamento del trattore. 

 

L'andamento delle morti per ribaltamento rilevato dall'Osservatorio - qui l'ultimo articolo pubblicato di recente dal gruppo di ricerca - dipinge una situazione grave che oltretutto non accenna a migliorare.

 

 

Andamento morti per ribaltamento del trattore 2008 - 2022
Andamento morti per ribaltamento del trattore 2008 - 2022

(Fonte foto: Osservatorio Indipendente Disaa)
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"In 15 anni di analisi, l'unico momento di significativa flessione è relativo al 2020, soprattutto in relazione al primo lock-down dovuto alla pandemia da Coronavirus, perché buon parte degli agricoltori non era in campo" afferma Domenico Pessina, docente di meccanica agraria all'Università Statale di Milano e fondatore dell'Osservatorio nel 2008.

 

Età avanzata e mancato utilizzo del Rops

Secondo l'Osservatorio, i casi fatali colpiscono gli agricoltori più avanti con l'età, con un incidenza molto alta tra gli over 60 e coinvolgono, nell'oltre il 70% dei casi, mezzi che al momento dell'incidente erano privi della struttura di protezione contro il ribaltamento (Rops). Oppure, se i mezzi serano dotati di telaio a due montanti abbattibile, ce l'avevano in posizione abbassata (dato estrapolato in questo articolo che analizza il periodo dal 2009 al 2019).

 

Ripartizione per età delle morti causate dal ribaltamento del trattore nel periodo 2008 - 2022

Ripartizione per età delle morti causate dal ribaltamento del trattore nel periodo 2008 - 2022
(Fonte foto: Osservatorio Indipendente Disaa)
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Nonostante la dotazione del Rops sia obbligatoria per i trattori standard in primo equipaggiamento sin dal 1974 e l'Inail abbia emanato nel 2006 le direttive di adeguamento delle macchine che ne sono sprovviste, sono ancora molti i trattori senza struttura di protezione

 

"Le categorie di trattori a cui si applicano le linee guida emanate dall'allora Ispesl, oggi Inail, sono mezzi - in generale di bassa potenza, i più diffusi tra gli hobbisti, ma anche di media potenza - che spesso hanno più di 50 anni", afferma Pessina. "Oppure trattori venduti dopo il '74, ma che per una serie di ragioni non hanno mai montato un Rops, oppure non possono istallarne uno ex-novo perché, ad esempio, il costruttore non ha più i ricambi a catalogo".

 

Il binomio Rollbar - cintura di sicurezza

Nonostante gli sforzi di Inail, la prassi quotidiana degli utilizzatori di trattori da vigneto e frutteto è quella di tenere il Rollbar in posizione abbattuta perché la sua movimentazione risulta essere macchinosa. 

 

"La movimentazione del Rollbar è un problema di tipo ergonomico - afferma Pessina. Per abbassare e rialzare il Rops - è consentito tenere il roll-bar abbassato durante le lavorazioni sottochioma per non danneggiare i rami e tralci più bassi ed evitare l'effetto frusta (ndr) - sono necessarie diverse operazioni che richiedono tempi e spesso anche fatica. Per cui, nella realtà operativa, i rollbar anteriori e abbattibili vengono abbattuti la prima volta e rimangono così in modo praticamente permanente". 

 

Altra considerazione è che il Rops da solo non basta. Per assicurare l'incolumità del conducente è necessario l'utilizzo effettivo della cintura di sicurezza, altra pratica estremamente poco diffusa tra gli agricoltori. 

 

Simulatore di ribaltamento ad Eima International 2024

Simulatore di ribaltamento ad Eima International 2024
(Fonte foto: AgroNotizie)

 

"Il binomio Rollbar e cintura di sicurezza è inscindibile - dichiara Pessina. Il rollbar, quando è alzato, garantisce un adeguato volume di sopravvivenza intorno al posto di guida solo se l'operatore rimane solidale al posto di guida, ovvero se assicurato al sedile con la cintura. Altrimenti, viene sbalzato dal trattore e finisce per essere travolto dal ribaltamento, spesso urtando contro lo stesso dispositivo progettato per proteggerlo".

 

Una soluzione "sarebbe" la revisione

Per concludere, una delle misure più efficaci per intervenire - svecchiando il parco trattori dai mezzi più obsoleti, e quindi non in regola con gli standard di sicurezza, e abbassando sensibilmente il numero di incidenti mortali dovuto al ribaltamento del trattore - è, o meglio sarebbe, la revisione. Il condizionale è d'obbligo in quanto nonostante la legge sulla revisione delle macchine agricole risalga al 2015, ogni legislatura fino ad oggi ha rimandato il promulgamento del decreto attuativo.

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La ragione è politica. Il parco trattori italiano è mediamente molto vecchio, e quindi è probabile che molti mezzi, se sottoposti a revisione, richiedano interventi di adeguamento importanti con costi superiori al loro stesso valore. In questi casi, la rottamazione risulterebbe pressoché inevitabile causando un malcontento di cui nessun politico fino ad oggi ha avuto la voglia e il coraggio di farsi carico.

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