La carenza di manodopera è un problema che attanaglia tutte le aziende agricole dei Paesi sviluppati. Dalla California alla Francia, dalla Nuova Zelanda alla Corea, trovare personale disposto a lavorare in campagna per raccogliere la frutta è ormai una impresa.

 

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E così molte aziende e startup hanno iniziato a sviluppare degli automi per la raccolta automatica, soprattutto delle mele. Dei robot, volanti e non, in grado di individuare un frutto sulla pianta, di determinarne la maturazione e di afferrarlo con delicatezza per poi depositarlo all'interno di contenitori, pronti per essere lavorati e impacchettati.

 

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I robot hanno il grande pregio di avere una efficienza costante nel tempo: lavorano allo stesso ritmo 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Non si ammalano e non fanno pause. D'altro canto, essendo degli automi talvolta hanno difficoltà ad individuare la mela sull'albero, magari perché parzialmente nascosta dalle foglie, oppure a valutarne il grado di maturità.

 

Se i primi prototipi di robot raccogli mele erano molto lenti, oggi hanno raggiunto dei livelli di efficienza che si avvicinano a quelli degli esseri umani. Un esempio è il robot di Advanced.farm, che grazie alla presenza di più braccia automatizzate riesce a raccogliere trenta mele in un minuto (circa due al secondo).

 

Il robot in azione

Il robot in azione

(Fonte video: Peter Ferguson -Linkedin)

(Clicca sull'immagine per guardare il video)

 

Monash Engineering ha sviluppato un robot simile, in cui un solo braccio robotizzato è in grado di raccogliere una mela ogni sette secondi circa. Ancora lontano dunque dalla velocità di un essere umano, ma se si considera che un robot copre tre turni "umani" di otto ore l'uno la produttività si avvicina.

 

 

La Michigan State University (Usa) e l'Usda, il Ministero dell'Agricoltura a stelle e strisce, hanno invece sviluppato un loro prototipo di raccoglitore robotico che avrebbe una velocità di raccolta media di 3,6 secondi.

 

 

L'Azienda Rivoira, che in Italia produce e commercializza mele e non solo, si è invece affidata ad una startup israeliana, Tevel, che utilizza sciami di droni per la raccolta delle mele. L'aspetto positivo è che i sensori sui velivoli senza pilota permettono di raccogliere informazioni sui frutti che vengono raccolti, dati che poi possono essere usati per ottimizzare la produzione.

 

 

Fresh Fruit Robotics invece ha optato per un sistema modulare, in cui il robot avanza nel frutteto e su ogni lato sono presenti sei braccia che possono raccogliere i frutti. La cosa interessante è che gli ingegneri hanno già pensato alla possibilità per l'agricoltore di sostituire le braccia per la raccolta con strumenti utili alla potatura, in modo da ottimizzare l'uso della macchina durante l'anno.

 

 

I problemi di manodopera ci sono anche in Cina, dove è sempre più difficile trovare personale disposto a lavorare in campo per raccogliere le mele. Questo è un robot sviluppato da Alibaba, il gigante dell'ecommerce cinese, che però ha un suo programma dedicato al digital farming.