“Netafim partecipa ad Expo perché vuole dare il suo contributo nel rispondere alle sfide globali dell'alimentazione”, spiega Paola Usberti, di Netafim Italia. “In pochi anni la popolazione mondiale arriverà a 9 miliardi di persone e l'agricoltura dovrà essere in grado di sfamare tutti in modo sostenibile”.
I sistemi Netafim sembrano rispondere proprio a queste necessità. Grazie alla micro-irrigazione infatti si può dare sostentamento alle piante con molta meno acqua di quella necessaria nei sistemi di irrigazione tradizionali e avere anche una resa e una qualità delle culture superiore.
Ma facciamo un passo indietro. Netafim nasce nel 1965 in Israele, un Paese con un clima semi-desertico che ha sempre dovuto fare i conti con la scarsità di acqua. In una fattoria un ingegnere di nome Simcha Blass notò come un albero crescesse rigoglioso senza essere innaffiato. Si scoprì allora che la pianta traeva nutrimento da una fessura in un tubo che faceva gocciolare dell'acqua nel terreno. Alcuni anni di ricerca e nacque il primo sistema di micro-irrigazione.
I dati forniti dall'azienda parlano chiaro. In colture come quella del mais ci si può aspettare una riduzione dei costi energetici per l'irrigazione pari all'85% con un aumento della produzione dal 25% al 50% della granella. Nelle patate si è invece documentato un aumento del 20%. Ma i sistemi di irrigazione a goccia possono essere applicati a tutti i tipi di colture, perfino sul riso, i cui campi vengono solitamente allagati.
Sorge però spontanea una domanda: perché un agricoltore italiano dovrebbe adottare dei sistemi di irrigazione a goccia nonostante il nostro Paese non abbia un clima semi-desertico?
“Perché con l'irrigazione a goccia si ha una resa maggiore del terreno e anche la qualità dei prodotti è migliore. Le patate, per fare un esempio, crescono meglio e hanno tutte la stessa taglia, un vantaggio non da poco sul mercato”, spiega Paola Usberti. “Senza contare che con la micro-irrigazione, oltre ad usare meno acqua, che comunque ha un costo, si usa meno energia e si possono fertilizzare localmente le piante, abbattendo gli sprechi”.
Non bisogna però pensare che basti prendere un tubo di gomma e forarlo per avere un sistema di irrigazione a goccia. Netafim ha sviluppato nel corso degli anni delle soluzioni innovative per risolvere problemi come l'occlusione dei gocciolatori (che viene provocata da terra e sedimenti) o garantire la stessa quantità d'acqua dalla prima pianta all'ultima. Oggi si è arrivati ad avere degli impianti gestiti da una centralina computerizzata che a seconda del tempo atmosferico, della fase di crescita del vegetale e di altri parametri dosa la giusta quantità di acqua e fertilizzante, garantendo una crescita ottimale dalla prima all'ultima piantina.
Se il tema di Expo è nutrire il Pianeta l'irrigazione a goccia sembra rispondere bene a questa sfida perché massimizza la produzione rispettando l'ambiente. Insomma, aiuta gli agricoltori a produrre di più, con meno.