Soldi freschi per l'agricoltura italiana in arrivo dalla Banca europea degli investimenti. L'istituzione finanziaria europea ha infatti approvato una linea di credito per gli investimenti nelle imprese agricole italiane per un plafond totale di 400 milioni di euro, in grado di attivare prestiti a condizioni competitive per 800 milioni di euro.

La Bei interviene direttamente attraverso finanziamenti alle banche, vincolati per l'appunto al sostegno di progetti di piccole e medie imprese del settore primario. Fra i possibili investimenti si va dai leasing per l'acquisto di macchinari agricoli ad interventi di ampliamento delle infrastrutture e dei magazzini, fino al rinnovo di linee di produzione per lo sviluppo di nuovi prodotti.

E' una grande occasione per rilanciare gli investimenti e creare occupazione in agricoltura in Italia – ha sottolineato il ministro Maurizio Martina per la prima volta la Bei interviene con una linea di credito specificatamente per questo settore e con una dotazione finanziaria rilevante, in grado di attivare finanziamenti per 800 milioni di euro. Questo è il risultato del lavoro costruito in questi mesi dal ministero delle Politiche agricole con la Bei, il ministero dell'Economia e la Cassa Depositi e prestiti. Nei prossimi 18 mesi sarà molto semplice l'accesso al credito per le nostre imprese, che potranno così sostenere meglio i piani di sviluppo e accrescere la competitività del sistema. Allo stesso tempo stiamo lavorando a un'ulteriore linea di credito specifica per i giovani, che integra i mutui a tasso zero per gli under 40, dal momento che il tema del ricambio generazionale nel settore è sempre più urgente”.

A margine della decisione della Bei c'è la soddisfazione da parte del presidente nazionale di Confeuro Rocco Tiso. “Lo stanziamento a tassi agevolati per l'agricoltura italiana da parte della Banca Europea degli investimenti apre certamente un lume di speranza per un settore così in crisi come quello nostrano. Sarebbe opportuno che un'iniziativa del genere venisse affiancata anche da una considerazione diversa delle Pmi agricole da parte delle istituzioni italiane, che invece continuano a latitare nel comprendere che queste aziende rappresentano la spina dorsale del paese”.

Il fatto che proprio all'estero si accorgano dell'importanza e del valore del made in Italy – incalza Tiso – dovrebbe porre un'attenta riflessione del governo. Oltre alle risorse economiche da mettere in campo servirebbe una strategia di sviluppo in grado di rafforzare il ruolo di queste imprese nel mercato internazionale”.