Inaugurato ad Arezzo, alla presenza del sottosegretario Giuseppe Castiglione, il nuovo edificio – a basso impatto ambientale e alta efficienza energetica - che ospiterà la sede locale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), in particolare il Centro di Ricerca per la selvicoltura (Cra Sel) e l’Unità di Ricerca per la viticoltura (Cra Vic), che festeggia con il trasloco il suo 106° compleanno.

E’ nata, infatti, nel 1908, addirittura come Regia Cantina Sperimentale, per  effettuare ricerche in campo enologico ed eseguire analisi di mosti e vini per conto di soggetti pubblici e privati. Attualmente si occupa di recupero, conservazione e valorizzazione delle varietà di vite. Dispone sia di un'azienda sperimentale con un’ampia collezione di germoplasma viticolo sia di una rete di vigneti sperimentali distribuiti sul territorio, per osservare come i diversi ambienti incidano sulla qualità delle produzioni vitivinicole. Studia in particolare i componenti fenolici di uve e vini, ritenuti utili per la loro attività salutistica e per la produzione di alimenti alternativi al vino (es. succhi di uva).

In questa occasione, inoltre, sarà celebrato anche il 92° anniversario dalla fondazione di Cra Sel - il più antico istituto di ricerca forestale in Italia e uno dei più antichi in Europa – che si occupa di gestione sostenibile delle foreste, protezione e conservazione della biodiversità, ecologia forestale, tecniche colturali per il miglioramento delle produzioni legnose e non legnose, ottimizzazione  della multifunzionalità nonchè della salute e vitalità del bosco.

Se si pensa che il patrimonio boschivo copre oltre un terzo della superficie territoriale nazionale – ha affermato il presidente Cra Giuseppe Alonzosi comprende l’importanza della ricerca in questo ambito quale componente fondamentale per lo sviluppo socioeconomico e la tutela e salvaguardia del territorio, del paesaggio e dell’ambiente, sia a livello locale che in relazione agli effetti su scala internazionale. Occorre sviluppare e trasferire strategie, metodologie, pratiche e tecnologie innovative per migliorare l’efficacia delle azioni in ambito selvicolturale, anche a supporto della bioeconomia promossa dallo sviluppo rurale”.

Per di più, la filiera del legno ha anche una notevole valenza economica, visto che con l’arredo -  secondo settore dell’industria manifatturiera italiana - ha un volume di affari complessivo pari a oltre 32 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo (terza voce dell’export nazionale), il 15% delle imprese e oltre 350.000 addetti.

"Purtroppo, però - nota Alonzo - siamo fortemente dipendenti dall’estero per l’approvvigionamento della materia prima: più dei 2/3 del legno impiegato, infatti, viene dall’import (circa 40 milioni di metri cubi all’anno), a copertura non solo dei fabbisogni dell’industria del mobile e dell’arredo, ma anche della domanda di bioenergie (l’Italia è il primo importatore al mondo di legna da ardere)".

Piermaria Corona, direttore di Cra Sel, ha sottolineato come “oggi, in tutta Europa e ancor più in Italia, accanto al problema della sicurezza alimentare (food security), esista il rilevante problema, poco conosciuto al grande pubblico, della disponibilità di materiale legnoso (wood security), nonostante ogni anno non venga utilizzata nemmeno la metà della produzione legnosa naturale dei boschi italiani. In tal senso, la ricerca può essere strategica per potenziare la funzionalità della filiera produttiva forestale, valorizzando economicamente i beni e le utilità ritraibili dal bosco”.

Quindi, occorre valorizzare le nostre risorse, agroalimentari e forestali, e la ricerca è il passaggio obbligato a tal fine, intesa quale motore primario di innovazione e crescita - ha concluso il sottosegretario Castiglione, che ha anche la delega in materia -  anche per i comparti no food per i quali il made in Italy deve avere il dovuto riconoscimento sui mercati internazionali mentre a livello nazionale dobbiamo concentrarci, nell’attuale fase di definizione dei Psr regionali  che da qui al 2020 traghetteranno le risorse del secondo pilastro Pac, sui territori e sulle imprese per lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali”.