Una vera e propria scommessa, numeri alla mano rivelatasi certamente azzeccata: correva l'anno 2008 quando cinque professionisti con competenze diverse nel commercio internazionale che operano nell'area della provincia trapanese, su iniziativa di Antonio Parrinello, da sempre legato al mondo della viticoltura, e di Vincenzo Ingraldi, presidente della locale Legacoop, avviarono un sinergico percorso finalizzato ad invertire il trend, non proprio favorevole, che caratterizzava (e che continua a caratterizzare) il segmento relativo alle cantine sociali attraverso il rilancio dell'immagine e della commercializzazione dei prodotti, soprattutto oltre i confini isolani.

Coniugare l'ottima qualità delle uve siciliane con un prodotto confezionato e proposto sul mercato a prezzi vantaggiosi, ecco il binomio su cui la nuova aggregazione delle Cantine Trapanesi Riunite, costituita in forma di società a responsabilità limitata, ha profuso negli anni i maggiori sforzi, cercando tra mille difficoltà e non poca diffidenza di coinvolgere nell'ambizioso progetto anche altre cantine. Il sodalizio ha successivamente registrato l'ingresso di dieci tra le più importanti cantine sociali siciliane, sino a quel momento semplici partner, per trasformarsi in Cantine Siciliane Riunite.

Un'aggregazione di cantine che nella sinergia ha trovato la risposta ad una difficoltà di fondo sino a quel momento riscontrata, ossia riuscire a valorizzare vini di ottima qualità che, senza poter contare sulla capacità di confezionare, promuovere e commercializzare, erano rimasti legati al mondo della vendita del vino sfuso rinunciando alla gran parte delle utilità che provengono dal prodotto confezionato.

 

Vinitaly, novità all'interno del padiglione Sicilia

Cantine Siciliane Riunite si è presentata quest'anno ufficialmente al mondo enologico con un proprio marchio e per lanciare il prodotto di punta della sua produzione: Sicilì, un vino bianco Catarratto e un Nero D'Avola.

Alla conferenza stampa, che si è svolta nella sala Rossini del centro congressi Arena sono intervenuti i rappresentanti delle centrali cooperative italiane.

 


Un momento della presentazione di Cantine Siciliane Riunite in occasione del Vinitaly

 

Il territorio

"Abbiamo sempre cercato di conciliare la tradizione con la modernità, per noi inoltre è fondamentale il rispetto dell'ambiente, senza dimenticare che alcune aree delle nostre cantine sono collocate su terreni confiscati alla mafia – evidenzia ParrinelloLa filiera che abbiamo realizzato parte dalla produzione dell'uva nelle cantine, la successiva vinificazione prevede il conferimento per l'ottenimento prima di mosti e successivamente per la produzione di vini; la terza fase è quella dell'imbottigliamento (o centro di condizionamento), segue infine l'ultimo passaggio, la distribuzione al cliente finale, singolo consumatore o grande distribuzione". 

La filiera include i territori di Marsala, Trapani, Paceco, Alcamo, Mazara del Vallo, Salemi, Castelvetrano e l'isola di Pantelleria, le province di Palermo e Agrigento, territori in grado di esprimere diverse Doc: Alcamo, Menfi, Marsala, Delia Nivolelli, Moscato di Pantelleria.

Una "semplice" swot analysis ha guidato l'avvio e lo sviluppo del progetto. "La Sicilia – ricorda Parrinello – è la regione italiana con la maggiore superficie destinata alla coltivazione di uva da vino, con il 17,5% del totale nazionale; tra le province isolane, Trapani è quella maggiormente dedita alla viticoltura con una percentuale pari al 57,5% della superficie totale regionale. Da semplici analisi si evince che la produzione di vino sfuso, in gran parte vino da tavola ma anche Igt, rappresenta la maggior parte della produzione vinicola regionale, mentre al segmento dedicato al prodotto confezionato è destinata una percentuale ridotta, in termini quantitativi, stimabile intorno al 15 17%: contando sui punti di forza, ossia la qualità del prodotto, il trend positivo dell'immagine Sicilia, la crescita dell'export su mercati quali America Settentrionale, Cina, Russia ed Europa dell'Est abbiamo cercato di eliminare o ridurre quelli che sono i punti deboli, costituiti dall'eccessiva produzione di vino sfuso, dalle ridotte dimensioni delle aziende, dalla scarsa propensione ad attività associativa o di joint-venture fra le aziende vinicole, per provare a sfruttare le opportunità che il mercato è in grado di offrire".

 

Guardando all'estero

Il vino siciliano si lancia dunque alla conquista dei mercati, vicini e lontani. "Cantine Siciliane Riunite ha avviato importanti canali commerciali nell'Est Europa: grazie a un accordo stipulato con la Coop della Repubblica Ceca il vino siciliano da oltre due anni è distribuito in oltre 3.000 punti vendita. Subito dopo, è stato sottoscritto un contratto con la centrale unica di acquisto delle cooperative di consumo di Bulgaria, Ungheria e Slovacchia – prosegue Parrinello – Un'ulteriore tappa della politica di penetrazione dei mercati è la Polonia. In tale direzione il partner commerciale scelto è la locale organizzazione cooperativa che associa più di 15.000 punti vendita. Accanto all'attività di commercializzazione, stiamo studiando anche la possibilità di costituire una Società Cooperativa Europea, esperienza unica nel settore, mettendo insieme le strutture italiane e polacche".

 

I numeri delle singole cantine e quelli aggregati

Il progetto aggrega, attualmente, dieci cantine sociali, ubicate nella Sicilia Occidentale, ed un'azienda vinicola privata: Cantina sociale Avanti – Fulgatore – Trapani, Cantina sociale Madonna del Piraino – Salaparuta, Cantina sociale Uvam Marsala, Cantina sociale San Francesco – Mazara del Vallo, Cantina sociale Petrosino – Petrosino, Cantina sociale San Antonio – Alcamo, Cantina sociale Alto Belice – San Cipirello, Cantina sociale Valle del Belice – Poggioreale, Cantina sociale Kaggera – Calatafimi/Segesta, Cantina Sociale San Francesco di Paola – Alcamo, Icone s.r.l. – Palermo.

 

Nella tabella i dati relativi alle singole cantine sociali e quelli aggregati per l'anno 2010
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Il volume d'affari complessivo si attesta sui quaranta milioni di euro, con quattro linee di lavorazione e tre di imbottigliamento per un potenziale di circa 12.000 bottiglie ogni ora. All'interno della società le quote sono state assegnate secondo il peso specifico di ognuna delle cantine socie, a seguito del previsto processo di ricapitalizzazione e trasformazione in Società per azioni è previsto l'ingresso nella compagine sociale di partner finanziari quali fondi mutualistici nazionali, banche d'affari, istituzioni pubbliche e soggetti privati.