Focus sulla recente comunicazione della Commissione europea 'La politica agricola comune verso il 2020 – rispondere alle sfide future dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio' e sugli interessi dell'agricoltura italiana, aspetti finanziari e risorse disponibili per il nostro Paese. Questo è il tema del seminario 'Le prospettive finanziarie dell'Ue e le implicazioni per l'agricoltura italiana della Pac oltre il 2013', organizzato dall'Inea e tenutosi il 26 gennaio presso il Parlamento europeo.

Tappa fondamentale verso la formulazione di una proposta di riforma della Pac, che dovrebbe essere diffusa a luglio del 2011, la comunicazione della Commissione europea si inserisce all'interno del dibattito pubblico culminato nella conferenza di luglio 2010. Dibattito che vede tra gli interlocutori governativi comunitari anche il Parlamento Europeo, codecisore in materia agricola grazie al trattato di Lisbona.

Una Pac 'più equa, più verde, più efficiente e più efficace' diretta ad una produzione alimentare redditizia, sicura e in quantità sufficiente ad un certo grado di approvvigionamento. Ma non solo. Indirizzata anche ad una gestione sostenibile delle risorse ambientali, particolarmente al clima; al mantenimento dell'equilibrio territoriale e della diversità delle aree rurali. Sono questi gli obiettivi che ribadiscono il carattere multifunzionale dell'agricoltura e la necessità di una strategia ambientale ben precisa e uno sviluppo territoriale integrato.

Da sottolineare la necessità di una più equa distribuzione dei pagamenti diretti, maggiormente orientata verso gli 'agricoltori attivi', in quanto svolgono la funzione sia di sostegno al reddito, sia di remunerazione dei beni e servizi pubblici ambientali forniti dagli agricoltori e non remunerati dal mercato.

Lo scenario delineato in conclusione dalla comunicazione sembra puntare in modo deciso verso una opzione 'di buon senso' in cui si ritrovino le parole chiave 'equità, greening e sostenibilità' che rappresentano una efficace sintesi di ciò che sembra prefiggersi questa riforma della Pac.

Una più equa distribuzione dei pagamenti diretti tra Stati membri rappresenta la questione nodale del seminario: la relazione del direttore generale dell'Inea, Alberto Manelli, ha messo in evidenza il ruolo ricoperto dai pagamenti diretti quali parte dominante del sostegno comunitario, e, di conseguenza, come la sfida della loro distribuzione tra Stati membri sia centrale nella riforma. 

Il criterio di ripartizione della superficie è fortemente limitante perché non tiene conto della produzione e di altri fattori quali l'imprenditorialità, la qualità e la valorizzazione dei beni pubblici. Tale criterio penalizzerebbe fortemente l'Italia, che vedrebbe notevolmente ridursi il proprio massimale di spesa per un 'avvicinamento' ad un valore di sostegno medio europeo. Al contrario, un criterio che tiene in maggior conto tali aspetti è quello della produzione lorda vendibile (Plv). L'Italia, peraltro, contribuisce in modo significativo alla produzione agricola europea, ma il suo contributo in termini di pagamenti diretti è decisamente inferiore alla media comunitaria. Utilizzando la Plv, l'Italia si troverebbe ad essere compensata per ricevere un premio medio in linea con la media europea.

In aggiunta, nell'ottica di una più equa distribuzione dei pagamenti diretti, si deve segnalare la parità del potere di acquisto: 100 euro di aiuto comunitario valgono cifre ben diverse di sostegno effettivo tra Stati membri, a seconda del reddito pro capite medio del Paese e del suo potere di acquisto.

Infine, sono stati individuati dei criteri oggettivi per la ripartizione dei massimali tra Stati membri: oltre alla superficie e alla Plv, la popolazione rurale (come indicatore di ruralità) e la superficie sotto 'Natura 2000' (come indicatore ambientale). Attribuendo ai quattro indici pesi diversi, si valutano gli effetti redistributivi tra i 27 Stati membri: il massimale italiano si mostra piuttosto stabile rispetto ai quattro parametri indicati, indipendente dal peso con cui essi entrano nella formazione del massimale stesso.

L'evento, presieduto dal Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha visto la partecipazione dell'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, del Capo Dipartimento Mipaaf Mario Catania, del Coordinatore della Commissione politiche agricole alla Conferenza delle Regioni Dario Stefano e del Direttore Inea Alberto Manelli.