"Per salvare le api e il patrimonio apistico occorre capire cosa stia accadendo nei nostri allevamenti e questo è possibile solo se si attiva, anche in Italia, una rete di monitoraggio con gli apicoltori e le loro organizzazioni". Lo ha dichiarato Raffaele Cirone, presidente della Fai - Federazione apicoltori italiani che ha aperto i lavori del workshop dell’Apat – Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente sulla “sindrome da collasso e spopolamento degli alveari”. "Per far fronte all'emergenza può essere utile segnalare - ha detto Cirone - quale sia l’approccio in atto presso la comunità apistica e quella scientifica internazionale. Il progetto 'Coloss' è una vera unità di crisi che punta alla prevenzione della scomparsa delle api. Ne fanno parte 61 Paesi tra i quali 23 europei insieme a Porto Rico, Egitto, Cina e Stati Uniti d’America. Il progetto si divide in 4 unità di ricerca: 1) Monitoraggio e diagnosi; 2) Agenti patogeni; 3) Ambiente, Nutrizione, Intossicazione, Conduzione apistica; 4) Allevamento e biologia delle api. L’obiettivo è quello di prevenire la scomparsa di api su larga scala, attraverso l’identificazione dei fattori variabili e lo sviluppo delle misure di emergenza e di strategie di conduzione sostenibile degli alveari. E' necessario che si realizzi una stretta collaborazione tra tutte le componenti del mondo apistico, della ricerca in apicoltura e delle autorità o agenzie governative, nella valutazione dei vari fattori critici di questa sindrome. Il fenomeno della scomparsa delle api rappresenta da solo non già un pesante onere economico a carico dei soli apicoltori, ma una grave minaccia per l’intera società, così come per la biodiversità e per l’agricoltura".