Difesa della qualità, tutela della denominazione carne, contrasto alla carne artificiale, promozione dell'export.
È attorno a questi capisaldi che si è articolata la recente 53esima assemblea di Uniceb, l'Unione Italia della Filiera delle Carni, che ha riconfermato alla presidenza Carlo Siciliani.
Ed è lo stesso Siciliani che ha confermato l'impegno dell'Unione per una sinergia fra le diverse componenti della filiera al fine di ribadire il ruolo centrale della carne nel contesto del comparto agroalimentare.
Un gioco di squadra dal quale dipende il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica e di valorizzazione del “prodotto carne” migliorandone la già elevata qualità.
Obiettivi che richiedono investimenti che le imprese del settore sono pronte a fare a fronte di politiche agricole a tutela del comparto.
Gli obiettivi
Quali siano gli impegni che si chiedono al decisore politico li ha evidenziati il segretario di Uniceb, Clara Fossato, che ai primi posti ha messo la sicurezza energetica.
A questo fine si chiede di favorire l'uso di energie rinnovabili introducendo l'autoconsumo per l'agrisolare.
Non meno importante la difesa delle nostre produzioni di qualità, che non possono essere messe in discussione da sistemi di etichettatura inutilmente penalizzanti, come potrebbe avvenire con l'adozione del Nutriscore, l'etichetta a semaforo.
C'è poi il grande tema dell'export, che per l'agroalimentare italiano punta a raggiungere il valore di 60 miliardi di euro, dopo aver già toccato il record dei 50 miliardi.
Spingere sull'export
I mercati internazionali rappresentano per la carne italiana non solo una importante risorsa, ma anche un fondamentale punto di equilibrio fra domanda e offerta.
Le opportunità di sviluppo non mancano, in particolare nei paesi a economia crescente, dove la maggiore disponibilità economica delle persone porta alla ricerca di cibi che alle prerogative nutrizionali aggiungono qualità. E questo è il tipico caso della carne italiana e dei nostri prodotti a base di carne.
L'accesso ai paesi extraeuropei è però complesso e sovente deve sottostare a vincoli pretestuosi, tesi a limitare i commerci.
La definizione di protocolli di intesa con i paesi di destinazione potrebbero rimuovere questi ostacoli, risultato impossibile da realizzarsi senza un intervento delle amministrazioni pubbliche coinvolte in questi processi.
Il made in Italy
La recente costituzione del “Comitato Interministeriale per il made in Italy nel mondo” lascia intendere che questa volontà sia presente nell'esecutivo.
Ma per raggiungere appieno gli obiettivi dall'assemblea di Uniceb si è alzata una convinta sollecitazione a inserire in questo comitato un rappresentante del Ministero della Salute.
Inutile ricordare quante volte, e non solo per i prodotti a base di carne, i vincoli sanitari siano utilizzati in modo pretestuoso per limitare l'ingresso dei nostri prodotti su taluni mercati.
Le richieste
L'attenzione ai mercati esteri non deve tuttavia mettere in secondo piano il mercato interno.
A questo proposito dall'assemblea di Uniceb è giunta la richiesta di campagne di promozione e soprattutto di comunicazione per una corretta informazione.
Troppe volte si diffondono false notizie tese a screditare la carne, attribuendole disvalori salutistici o impatti negativi sull'ambiente.
Ricerche e dati scientifici dimostrano ampiamente la falsità di tali argomentazioni, strumentali alla diffusione di prodotti alternativi.
Sul tema dei prodotti che tentano, senza riuscirci, di imitare la carne, si è chiesto a gran voce che sia rapidamente emanata una norma analoga a quella già in vigore a livello europeo per il latte, tesa a evitare l'uso improprio della parola carne per i prodotti di imitazione.
Preoccupano infine le somme che Bruxelles ha destinato alle imprese impegnate nella produzione di carne artificiale, che lasciano intendere la volontà del legislatore europeo di aprire al consumo di questi prodotti nell'Unione europea.
Un momento della tavola rotonda. Da sinistra: Paolo De Castro del Parlamento europeo, Marcello Gemmato del ministero della Salute, Francesco Saverio Abate del ministero dell'Agricoltura e Andrea Ripa di Meana di Gse (Gestore dei servizi energetici)
Gli allevamenti non hanno ciminiere
Fra i numerosi interventi che hanno animato la tavola rotonda che ha fatto seguito all'assemblea di Uniceb, ricordiamo quello dell'europarlamentare Paolo De Castro, noto per le sue battaglie in difesa della nostra agricoltura.
In occasione della assemblea di Uniceb ha ribadito come sia sbagliato scientificamente equiparare le emissioni dei bovini a quelle prodotte dall'industria, come prevederebbe una direttiva comunitaria in discussione.
La zootecnia, ha ribadito De Castro, contribuisce semmai a migliorare la fertilità del suolo e non va trattata al pari dei gas di scarico delle automobili.