I lupi rappresentano un cruccio per gli allevatori, soprattutto per quelli che vivono in aree isolate sugli Appennini e lasciano i capi al pascolo anche di notte. Come abbiamo scritto in questo articolo in Italia oggi vivono circa 1,2-2mila lupi, che nonostante si cibino prevalentemente di animali selvatici possono attaccare anche capre, pecore e vacche lasciate incustodite.

Per difendere le proprie capre, ma anche il lupo, un giovane pastore calabrese ha inventato un collare ad ultrasuoni che allontana questo pericoloso predatore. Pietro Orlando, diciannove anni, stava studiando al Liceo scientifico gli ultrasuoni quando ha letto che certe frequenze possono essere percepite solo da alcuni animali che ne rimangono infastiditi.

Da lì l'idea di integrare nel tradizionale collare in cuoio e legno per le capre un emettitore di ultrasuoni che fosse in grado di mantenere il lupo lontano dal gregge. L'idea si è trasformata in realtà con un piccolo apparecchio da attaccare al collare che gli è valso anche il premio Oscar green da parte di Coldiretti Calabria.

Orlando non ha dubbi sull'efficacia degli ultrasuoni nel tenere lontano il lupo, infastidito da un rumore che invece non viene neppure percepito dalle capre e dal pastore. Mentre i cani, che come i lupi sentono anche le alte frequenze, si mantengono a distanza dagli animali, pur continuando a proteggerli.
 

Gli ultrasuoni al servizio dell'agricoltore

D'altronde gli ultrasuoni sono usati da anni, con fortune alterne, per allontanare alcuni animali selvatici. Nel 2016 ad esempio avevamo scritto questo articolo in cui parlavamo di un dispositivo pensato per allontanare gli ungulati, il cinghiale in primis, dai vigneti e da altre coltivazioni. Il dispositivo, installato lungo il perimetro della vigna o del campo, creava una barriera sonora che respingeva gli esemplari che volevano cibarsi dell'uva o dei germogli.
 

Ma esempi del genere arrivano anche da altri paesi. In Spagna ad esempio Fernando Garcia Dory ha messo a punto diversi prototipi di collari per le sue pecore con l'obiettivo proprio di allontanare i lupi grazie all'utilizzo di ultrasuoni (Ultrasonic flock protection system).
 
L'inventore spagnolo Fernando Garcia Dory
L'inventore spagnolo Fernando Garcia Dory

Nonostante i primi test siano promettenti è ancora tuttavia da provare l'efficacia sul lungo periodo di questa tecnologia e soprattutto la sua convenienza. Prima di tutto perché per far desistere un lupo dal cibarsi di una capra serve che l'emissione del suono sia ad un 'volume' particolarmente alto. Altrimenti l'istinto vince sul 'fastidio' provocato dal suono.

In secondo luogo si teme che gli animali, i lupi come i cinghiali, possano abituarsi al suono. E tentativo dopo tentativo alla fine riescano a superare la repulsione e ad aggredire un capo. Per questo motivo alcuni device modulano la frequenza, evitando di utilizzare sempre la stessa.

C'è infine il problema dell'alimentazione. Se il volume del suono deve essere alto serve anche molta energia, che non può essere fornita solo dalle pile (utili di notte) ma che richiede ad esempio l'impiego di pannelli solari, difficili tuttavia da 'installare' su un animale.

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