Fieragricola promuove la "Blue economy" come strumento chiave per migliorare la redditività e ridurre l'impatto ambientale della zootecnia: si tratta del primo evento live, a contatto diretto con agricoltori e operatori delle filiere zootecniche e delle fonti rinnovabili.
L'evento si è tenuto alla Cila, Cooperativa intercomunale lavoratori agricoli, di Novellara (Reggio Emilia), una cooperativa agro-zootecnica"con una storia di oltre cento anni, più di 900 ettari coltivati, 3.200 bovini da latte e carne e 10mila suini allevati, una produzione di 142mila quintali di latte per la produzione di Parmigiano Reggiano, un impianto di cogenerazione di 1 megawatt e un utile nel 2018 di 1,5 milioni di euro al netto delle imposte, devoluto a fondo di riserva indivisibile", ricorda il presidente di Cila, Giorgio Catellani che puntualizza: "Quelli della Cila di Novellara sono numeri che dipingono una realtà virtuosa non soltanto dal punto di vista imprenditoriale, ma per la ricaduta positiva che la cooperativa esprime sul territorio".
Il focus dell'evento "live" di Fieragricola – sostenuto dai partner tecnici Cmp Ventilation Technologies, Rota Guido, DeLaval, Argo Tractors, Progeto, Cpl Concordia, dagli sponsor Cattolica Assicurazioni, Bpm, Edagricole e Nova Agricoltura e moderato da Giorgio Setti, caporedattore dell'Informatore Zootecnico – porta sotto la lente le "Tattiche di economia circolare nella zootecnia da latte", alla luce del fatto che la Blue economy sarà uno dei temi chiave della 114° edizione della rassegna internazionale dell'agricoltura e della zootecnia, manifestazione trasversale in Italia con un'elevata specializzazione nelle aree meccanica, zootecnia, chimica, agrofarmaci, sementiero, verde e forestazione, vigneto e frutteto, energie da fonti rinnovabili, servizi per l'agricoltura, oltre alle aree dinamiche.
"L'economia circolare – spiega il professor Fabrizio Adani dell'Università di Milano – è oggi uno dei pilastri per migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale dell'agricoltura, ma per ottenere risultati apprezzabili il comparto deve cambiare il proprio paradigma e allearsi con sistemi di reti, di dialogo e di collaborazione in cui gli operatori della filiera agricola e agroalimentare possano dialogare, con benefici sull'intera comunità".
L'obiettivo è quindi quello di realizzare, grazie alle imprese agricole e zootecniche, "un modello di comunità dei nutrienti, in cui grazie alle nuove tecnologie si riescono a ridurre i concimi e i fertilizzanti chimici, a sviluppare energia rinnovabile sotto forma di biogas, biometano e calore, a ridurre l'impatto dell'azoto in campo, è necessario che la riforma della Politica agricola comune che sarà applicata dopo il 2020 promuova l'uso di sistemi innovativi e forme di collaborazione che, di fatto, si traducono non solo in vantaggi per le imprese agricole, ma per i territori".
L'economia circolare e l'uso razionale delle risorse sono soluzioni applicabili anche in una filiera ad elevato valore aggiunto come quella del Parmigiano Reggiano, le cui quotazioni sono mediamente superiori del 14% rispetto ai valori rilevati 12 mesi fa. "Uno degli obiettivi nella filiera del Parmigiano Reggiano è aumentare la produzione di erba medica, magari prevedendo, accanto a semine primaverili, anche semine autunnali o con tecniche colturali diverse, come la semina su sodo – dice Aldo Dal Prà del Centro ricerche produzioni animali Crpa –. Sono soluzioni che consentono di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, con primavere piovose e estati con ondate di calore in assenza di precipitazioni, con la conseguenza di minori produzioni in campo".
La gestione dei reflui offre diverse opportunità con soluzioni diversificate, dall'utilizzo in pellet direttamente nel terreno e con una georeferenziazione satellitare, o come materiale compostato per le cuccette degli animali.
"In un processo di economia circolare – conclude Lorenzo Leso dell'Università di Firenze – non si può prescindere dal benessere animale e dall'alimentazione delle bovine, fattori in grado di rispondere concretamente alle aspettative dell'allevatore in termini di riduzione del farmaco, di miglioramento delle produzioni sul piano quantitativo e qualitativo, ma che allo stesso tempo vanno incontro alle esigenze del consumatore che mette il benessere animale tra i primi requisiti per l'acquisto di prodotti di derivazione zootecnica".
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Fonte: Fieragricola