Scagli la prima pietra chi non ha mai parlato di "zuccheri", o ancora di "melasso". In realtà i mangimi liquidi che vengono utilizzati per l'alimentazione della vacca da latte sono delle vere e proprie miscele di nutrienti, includenti non soltanto gli zuccheri, ma anche molti altri ingredienti solubili, quali acidi organici, glicerolo, sorbitolo, minerali e altro ancora. E come ogni singolo mangime liquido presenta una propria composizione e proprietà del tutto peculiari, così anche ogni singola fonte di melasso fa storia a sé.

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È questo uno dei messaggi lanciati con forza alla conferenza internazionale organizzata dalla ED&F Man, che si è tenuta recentemente a Lazise (Vr) alla presenza di oltre 300 nutrizionisti giunti da ogni angolo di Europa. L'occasione giusta, dunque, per fare il punto sui risultati degli studi commissionati dalla multinazionale britannica, che hanno definitivamente messo in luce l'ampio spettro di proprietà possedute da questa categoria di alimenti, al di là di quelle già note e riconosciute dagli addetti ai lavori (migliore appetibilità dell'unifeed e maggiore ingestione di sostanza secca, minore possibilità di selezione delle componenti alimentari da parte delle bovine, contenimento delle polveri).

Ogni bovina va considerata un singolo individuo, dotato di un proprio 'microbioma' ruminale e in grado di reagire a proprio modo ai cambiamenti alimentari
Ogni bovina va considerata un singolo individuo, dotato di un proprio "microbioma" ruminale e in grado di reagire a proprio modo ai cambiamenti alimentari
 

Ingredienti funzionali

Il primo aspetto sul quale i partecipanti alla conferenza sono stati invitati a riflettere riguarda la capacità che hanno questi alimenti di impattare sulla fisiologia del ruminante ben al di là del loro valore energetico (alimenti "funzionali"). In particolare Greg Penner dell'Università del Saskatchewan (Canada) ha sottolineato come l'inserimento in razione dei mangimi liquidi stimoli i recettori del glucosio presenti sia a livello intestinale che ruminale, favorendo così l'assorbimento del glucosio presente nella cavità (lume) di questi organi. In più si è visto che detti alimenti stimolano l'assorbimento degli acidi grassi volatili da parte delle cellule della parete ruminale, evento accompagnato da un'immissione di bicarbonato nel rumine. L'effetto congiunto di questi due fenomeni (sottrazione di glucosio disponibile per le fermentazioni microbiche da un lato, e sottrazione degli acidi grassi volatili prodotti all'interno del rumine con immissione di bicarbonato a effetto tampone, dall'altro) porta a spiegare perché la somministrazione delle miscele zuccherine porti in realtà a stabilizzare il pH ruminale, e non a una sua caduta, come si è a lungo ipotizzato.

L'effetto è che grazie all'impiego delle miscele zuccherine la bovina è esposta a un minor rischio di acidosi ruminale sub-acuta (Sara), e non il contrario. Senza dimenticare poi che i mangimi liquidi stimolano le fermentazioni ruminali (favorendo l'impiego dell'azoto per la produzione di proteina batterica e diminuendo così l'escrezione azotata), inducono una maggiore produzione di butirrato (con maggiore assorbimento di acidi grassi volatili da parte della parete ruminale e con aumento del grasso nel latte) e infine hanno un effetto favorevole sulla digeribilità della fibra.

La conferenza è stata introdotta da Paolo Galliussi di ED&F Man
La conferenza è stata introdotta da Paolo Galliussi di ED&F Man

Dalle ricerche condotte presso l'Università di Bologna è infatti emerso come melassi e alcuni mangimi liquidi (ad esempio Milker di ED&F Man) aumentino in modo pronunciato e duraturo la digeribilità dei foraggi presenti nella dieta, sebbene ad intensità differenti a seconda del tipo di carrier.
 

Suggerimenti pratici

Allargando poi lo sguardo alle modalità di inclusione dei mangimi liquidi nelle razioni per le vacche da latte, Andrea Formigoni dell'Università di Bologna ha innanzitutto suggerito il ricorso a questi alimenti soprattutto laddove si fa largo uso di insilati (in tali alimenti gli zuccheri naturalmente presenti nel vegetale si sono degradati nel corso dell'insilamento) o in caso di impiego di fieni di scarsa qualità (un buon fieno sfalciato giovane contiene infatti buoni livelli di zuccheri).

A Luiza Fernandes, responsabile europea del dipartimento di Ricerca & sviluppo di ED&F Man, è andato il compito di fare la sintesi delle relazioni presentate e di chiudere la conferenza
A Luiza Fernandes, responsabile europea del dipartimento di Ricerca & sviluppo di ED&F Man, è andato il compito di fare la sintesi delle relazioni presentate e di chiudere la conferenza

Secondo quanto suggerisce la bibliografia, ma anche l'esperienza pratica, il livello di zuccheri in razione può arrivare fino al 6-7% grazie all'uso di miscele zuccherine (diete con foraggi al 60% della sostanza secca); tale inclusione darà una risposta tanto più intensa quanto più gli animali sono produttivi (risposta "quadratica"): nei soggetti in cui il consumo di sostanza secca è elevato, la sostituzione di una quota di amido anche modesta con gli alimenti zuccherini produce infatti effetti più evidenti in termini di produzione lattea, tenore di grasso nel latte, ecc. A livello aziendale è dunque consigliabile iniziare a formulare i mangimi liquidi nel gruppo ad alta produzione, per poi passare alle altre bovine.

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a cura della redazione