Dopo l'approvazione del pacchetto di finanziamenti regionali della settimana scorsa, è stato firmato mercoledì 13 a Firenze il protocollo di intesa per il rilancio del settore ovicaprino toscano, che coinvolge organizzazioni professionali e cooperative agricole e i consorzi di tutela dei formaggi Dop.

Parte così, in maniera concreta il piano di rilancio e potenziamento del comparto ovicaprino da latte toscano concentrando gli sforzi sulla promozione e sul sostegno a tutta la filiera, dopo la crisi che ha portato alla disdetta da parte di grandi gruppi caseari come Granarolo e Alival dei contratti di acquisti del latte da parte di molti allevatori.

Una crisi affrontata subito sin dal novembre scorso e che ha portato innanzi tutto a una ricollocazione del latte che sarebbe rimasto invenduto e che ha aperto il tavolo di lavoro che è arrivato al protocollo di questi giorni

Un protocollo che, come già annunciato all'atto della approvazione, rende subito disponibili 2 milioni di euro, derivanti interamente da fondi regionali, a cui si aggiunge un altro milione per coprire i danni causati dai predatori.

Nello specifico i fondi saranno suddivisi in 1,3 milioni di euro saranno destinati direttamente agli allevatori per dare risposta ai loro problemi: perdita di produzione a seguito di attacchi di predatori, aiuti per l'acquisto di animali riproduttori iscritti nei libri genealogici, investimenti nelle aziende zootecniche finalizzati a una corretta gestione del pascolo, utilizzo sostenibile delle risorse e alla conservazione del paesaggio.

Gli altri 700mila euro invece saranno dedicati alla promozione e al potenziamento della presenza sui mercati nazionali e soprattutto internazionali, in particolare rivolto alle due Dop regionali: Pecorino toscano e Pecorino delle Balze Volterrane.

La strategia del protocollo infatti punta a rendere più efficienti i rapporti tra tutti i soggetti della filiera attraverso il coinvolgimento sia degli allevatori che delle aziende che si occupano della trasformazione e della commercializzazione. Ma anche sul rafforzamento della presenza sui mercati nazionali ed esteri, grazie ad interventi ad hoc di promozione e informazione.

A questi fondi si aggiungono poi altri 500mila euro per i danni diretti, come l'uccisione di capi di bestiame, causati dai predatori nel 2018, e 500mila euro in due anni per la lotta al randagismo e per supportare, attraverso il lavoro di veterinari specializzati, gli allevatori nella difesa degli attacchi da predatori.

Oltre allo stanziamento di soldi, la regione prepara anche una azione politica proponendo delle modifiche al Psr che siano a vantaggio degli allevatori.
In particolare la proposta è di introdurre interventi mirati al sostegno del settore ovicaprino sulla azione 10.1.1 'conservazione del suolo e della sostanza organica' con finanziamenti previsti per la coltivazione di leguminose poliennali destinate all'allevamento, e per l'azione 10.1.3 'miglioramenti di pascoli e prati-pascolo a finalità ambientali'.

Riguardo gli altri partecipanti della filiera, le organizzazioni professionali agricole e le cooperative si impegnano a realizzare tutta una serie di attività per far aderire i propri associati alle iniziative comprese nel protocollo, a organizzare incontri divulgativi e informativi rivolti alle imprese anche per far conoscere le opportunità finanziate dalla Regione, a monitorare costantemente i principali indicatori economici di filiera e comparto, a dare informazione e fornire assistenza ai propri associati sul versante della tracciabilità e delle certificazioni volontarie con particolare attenzione alle produzioni a denominazione d'origine protetta toscane.

Un protocollo importante per il governatore regionale Enrico Rossi, che sottolinea l'importanza strategica della pastorizia anche per la tenuta idrogeologica, la cura del paesaggio, insomma l'equilibrio complessivo del territorio.

Ma per molti pastori toscani, queste misure non bastano, in quanto non strutturali e in questi giorni si sono associati alle proteste dei colleghi sardi, rovesciando in segno di protesta i bidoni di latte davanti alla prefettura di Grosseto.

E anche lo stesso governatore Rossi, ritiene questo protocollo non risolutivo, ma importante per la ripresa del settore ne rivendica la rilevanza politica a livello nazionale e chiede al ministro Centinaio di sedere al tavolo nazionale sul prezzo del latte per portare soluzioni strutturali anche in Toscana.