Dopo la crisi che ha investito il settore ovicaprino, con anche la strana questione della chiusura dei contratti di fornitura del latte da parte di grandi realtà casearie italiane, la regione Toscana passa all'azione per cercare di rilanciare il comparto.

Così nei giorni scorsi sono stati approvati due provvedimenti: il primo prevede un finanziamento di 2 milioni, provenienti dal bilancio regionale, il secondo un protocollo d'intesa con il quale coinvolgere nel percorso organizzazioni professionali e cooperative agricole e i consorzi di tutela dei formaggi Dop.

Due provvedimenti che arrivano al culmine di un lavoro partito già a novembre quando iniziò in maniera significativa il fenomeno delle disdette dei contratti di fornitura agli allevatori.

Un lavoro che ha portato alla convocazione di un tavolo di filiera del settore ovicaprino da latte, al quale partecipano le organizzazioni professionali agricole, le centrali cooperative, i consorzi di tutela delle denominazioni d'origine protetta dei formaggi e i caseifici operanti in Toscana, che ha portato già a dicembre a ricollocare tutto il latte prodotto verso alcuni caseifici locali.

Così dopo aver risolto la problematica contingente della vendita del latte che non sarebbe stato più ritirato dai grandi gruppi, al decisione è stata di iniziare a guardare a un orizzonte più largo, come ha spiegato l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi, cercando di definire un intervento capace di sostenere tutta la filiera produttiva, dando risposta attraverso singoli interventi ai principali motivi di crisi: il calo dei consumi, l'aumento dei costi di produzione, il fenomeno delle predazioni.

Nello specifico dei provvedimenti, l'intervento da 2 milioni di euro sarà sostenuto con fondi derivanti dal bilancio diretto della regione e sarà suddiviso in due azioni.

La prima azione, con una disponibilità di 700 mila euro, sarà rivolta alla promozione, per cercare di favorire un aumento della domanda da parte dei mercati, specie di quelli internazionali, ma anche da parte della grande distribuzione.

La seconda azione, da 1,3 milioni, invece cercherà di dare risposta a tutte le questioni poste dagli allevatori attraverso, per esempio, sostegni per la perdita di produzione a seguito di attacchi di predatori, aiuti per l'acquisto di animali riproduttori iscritti nei libri genealogici, quindi di qualità, investimenti nelle aziende zootecniche finalizzati a una corretta gestione del pascolo, all'utilizzo sostenibile delle risorse e alla conservazione del paesaggio.

E infine il protocollo d'intesa ha come obiettivo il rilancio del settore zootecnico regionale, ed in particolare del comparto ovi-caprino da latte, cercando di migliorare l'efficienza dei rapporti tra tutti i soggetti della filiera ovicaprina, coinvolgendo sia la produzione primaria che la trasformazione e la commercializzazione, nonché ad aumentare la presenza sui mercati nazionali ed esteri attraverso specifici interventi di promozione e informazione.